Mutandoni per l’Iran
La Repubblica: “Il Papa apre a Rouhani: ‘L’Iran è fondamentale nella lotta al terrorismo’. Il presidente al Pontefice: ‘Preghi per me’. I nudi dei musei capitolini coperti: è polemica”.
E alla pagina seguente: “La censura del Cerimoniale. E i corpi di marmo senza veli diventano un caso internazionale”, “I pannelli montati per la conferenza stampa di Renzi con l’ospite. Salvini: ‘Follia’. Meloni: ‘Sudditanza culturale’. Palazzo Chigi irritato per ‘l’eccesso di zelo’”, “Da ‘Le Figaro’ al ‘Guardian’, i media stranieri ridicolizzano la scelta”, scrive Giovanna Casadio.
Sul Corriere, pagina 2: “Rouhani dal Papa: ‘Preghi per me’. E Roma copre le statue capitoline”, “Un lungo colloquio cordiale consacra ‘il ruolo che l’Iran è chiamato a svolgere contro il terrorismo’”. Ne scrive Gian Guido Vecchi. Sulla stessa pagina il “retroscena” di Marco Galluzzo sul caso delle statue: “L’ispezione e la richiesta dei delegati di Teheran. E Renzi se la prende con il ‘cerimoniale’”. E a pagina 3: “Venere, Leda, Dioniso, quei nudi sensuali oscurati per non offendere”, “Scoppia la polemica: giusto abdicare alla propria cultura?”. Di Paolo Conti.
Su La Repubblica Roberto Toscano, in un commento (“Lo sguardo giusto su Teheran”), contrappone le parole del governo italiano e del Papa sul possibile coinvolgimento dell’Iran per risolvere le crisi in Medio Oriente, a quelle del ministro della Difesa israeliano Yaalon, secondo cui , dovendo scegliere tra Is e Iran, sarebbe meglio preferire l’Is. “Non si tratta -scrive Toscano- di attribuire all’Iran finalità necessariamente coincidenti con le nostre, ma di vedere se e come raggiungere le necessarie convergenze in un momento in cui il governo presieduto da Rouhani sta puntando tutto, sia dal punto di vista degli equilibri interni che sull’economia, su un rapporto con il mondo esterno in cui la collaborazione possa prevalere sulla contrapposizione”: appare ingiustificato “ignorare le non superficiali distinzioni” che esistono sul tema della Shoah tra Rouhani e l’ex presidente Ahmadinejad, tanto più che a fine 2014, dopo oltre un anno di presidenza Rouhani, il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato un’inchiesta molto positiva sulla su apolitica nei confronti della comunità ebraica, evidenziando segnali come l’autorizzazione alle scuole ebraiche di chiudere il sabato, nonché la concessione di consistenti aiuti statali all’ospedale ebraico di Teheran.
Su La Stampa: “Rouhani in visita da Francesco: ‘Le chiedo di pregare per me’”, “Storico faccia a faccia in Vaticano tra il presidente e il Papa. Che esorta: ‘Spero nella pace’”. Ne scrive Andrea Tornielli. Sulla stessa pagina: “Due leader alla sfida contro i falchi a colpi di carisma, coraggio e dialogo”, “Hanno agende diverse ma molti tratti e gesti in comune”, scrive Marcello Sorgi. A pagina 7: “’Il Corano è tolleranza, venite a Teheran’. Così l’iraniano conquista gli industriali”, “All’hotel Parco dei Principi incontro con gli imprenditori: subito contratti”. Di Teodoro Chiarelli.
In basso: “Quei veli sulle nudità dei musei capitolini. Eccesso di zelo per non disturbare l’ospite”, “Statue millenarie coperte: web e opposizione scatenati contro il governo”. A scriverne è Mattia Feltri.
Su Il Giornale: “Il tappeto rosso steso all’Iran e le dieci emergenze ignorate”, “Molti contratti, pochi diritti, niente vino e niente nudità”, “La visita del leader della Repubblica islamica si conclude senza un accenno del nostro premier alle esecuzioni di massa, all’antisemitismo e ai diritti delle donne”. Ne scrive Gaia Cesare.
E sulla copertura delle statue, in un commento, Vittorio Sgarbi scrive: “Non è possibile confrontarsi con l’Iran come con al Qaeda o con l’Isis. Per secoli, la religione islamica ha rispettato Palmira, che solo in tempi recenti è stata intollerabilmente violata. La Siria musulmana non rinnegava la storia romana. Parimenti, l’islam in Iran si innesta sulla millenaria civiltà persiana”, “solo una profonda ignoranza può pensare di coprire in Italia testimonianze della storia antica che non sono in Iran. A Persepoli, in Iran, i corpi nudi non sono censurati”, “vedere quelle scatole non sarà sembrato al presidente iraniano Rouhani un gesto di cortesia, né, tanto meno, per fortuna, di sottomissione, ma soltanto la testimonianza di una sciatteria di chi ha continui cantieri in corso. Questo deve aver pensato, da uomo di cultura, dei parallelepipedi che nascondevano statue di cui non poteva immaginare l’aspetto”.
Su Il Fatto Quotidiano: “Un turbante in Vaticano. Tutti pazzi per il nuovo Iran”, “Il Papa riceve il leader della teocrazia sciita. Oggi si parla di nuovo di affari e tour al Colosseo. Poi a Parigi con la polemica sul vino a tavola all’Eliseo”. E più in basso: “Braghe alle statue nude in omaggio ai petro-dollari”, di Daniela Ranieri. Di fianco, sul fronte diritti umani: “’Sotto Rouhani si muore di più, altro che riforme’”. Con i numeri forniti da “Nessuno Tocchi Caino” e “Amnesty International”.
[27 gennaio 2016]