23 Novembre 2024
Words

Draghi, l’ultimo cavaliere europeo

Se l’Europa è solo la moneta, è giusto che la Banca Centrale Europea faccia politica economica, cioè politica.
In un editoriale sul Corriere della Sera (“La caduta dei tabù”) Federico Fubini spiega che , con la decisione della Bce, “gli acquisti di titoli di Stato aumentano al punto che le Banche centrali nazionali, su mandato della Bce, ne compreranno per circa 80 miliardi al mese. E’ una colossale operazione di creazione di moneta da 1.750 miliardi di euro. Al termine la Banca d’Italia avrà comprato oltre 200 miliardi in titoli del Tesoro, il quale verserà le cedole alla stessa Banca d’Italia la quale a sua volta renderà parte di quelle risorse al tesoro. E’ come se il debito pubblico diventasse più piccolo, più sopportabile, più spalmato nel tempo”. E “non è tutto. Per la prima volta, Francoforte ha deciso che inizierà a comprare anche titoli di debito delle imprese. Basta che non siano emessi dalle banche e che siano accettabilmente soldi, ma anche questo tabù è caduto”.

“Questa volta è l’Europa che guida”, scrive in prima su La Stampa Stefano Lepri: “C’è un’Europa che funziona. Proprio quando squallidi litigi fra gli Stati spingono a richiudere o confini, l’unica vera istituzione federale, la Bce, riesce a riaccendere -nonostante le contraddittorie reazioni dei mercati nella serata di ieri- la speranza nel nostro futuro. Per invigorire una ripresa economica che minaccia di spegnersi, la banca centrale arriverà perfino a regalare denaro alle banche (prestandoglielo a tassi inferiori allo zero) purché lo prestino alle imprese. Le misure annunciate ieri da Draghi rappresentano sotto alcuni aspetti una novità mondiale. Non si potrà più dire che la Banca centrale dell’euro imbocca con ritardo la strada già tracciata dalle sue consimili americana, britannica o giapponese”.

In prima su La Repubblica, in un’analisi, Andrea Bonanni scrive che “La Bce è, con il Parlamento europeo, l’unico organo veramente federale di un’Europa che ancora federazione non è. E ieri ha preso una decisione strategicamente cruciale in un una logica, appunto, puramente federale”.
Su La Repubblica, pagina 2: “Draghi usa il ‘bazooka’, più liquidità, tassi giù e maxi-aiuti alle banche”, “’Bisogna alzare crescita e inflazione, basta con i nein’. Bce: acquisti di titoli anche aziendali. Borse deluse”. Ne scrive Tonia Mastrobuoni. In basso, la reazione tedesca: “Ma Berlino attacca: ‘Mosse inutili’”, “Dalle banche al governo, in Germania coro di critiche per le scelte del governatore”, “Nel consiglio i soliti ‘falchi’ votano contro, ma la turnazione esclude Weidmann (il presidente della Bundesbank, ndr)”.
Su La Repubblica il dossier di Mario Ricci a pagina 3: “Una spinta per imprese e famiglie, ecco cosa cambierà”. Sul fronte delle imprese: “Più prestiti ai piccoli per far ripartire produzione e lavoro”; per le banche “una scossa al credito, tenere i soldi in cassa non conviene più”; e per le famiglie “Mutui vantaggiosi, ma per i risparmi rendimenti zero”.
E l’analisi di Ferdinando Giugliano: “L’Eurotower prova il rilancio ma i mercati adesso temono che le munizioni siano finite”, “Il pacchetto di stimoli monetari va ben oltre le aspettative, eppure l’euro è risalito e le Borse hanno perso: preoccupa la frase di Draghi sui tassi che non saranno ridotti nel prossimo futuro. Il caso dell’inflazione allo 0,1%”.

Il Fatto Quotidiano: “I tassi sotto zero della Bce di Draghi funzionano a metà”, “Le sorprese. Azzerato il costo del denaro, incentivi per le banche che finanziano le imprese. Ma ci sono dei limiti che spaventano i mercati”, scrive Stefano Feltri. E l’economista Stefano Micossi, in un’intervista, dice: “Sono quasi le ultime cartucce, ma è difficile che diano risultati”, “Crescono i dubbi: l’impatto sull’economia è debole”.