22 Novembre 2024
Art

Una Rocchetta da sogno

Ha riaperto nell’agosto del 2015, e da allora si susseguono senza sosta i gruppi di turisti, curiosi, storici dell’arte o semplici appassionati, è la Rocchetta Mattei, un luogo davvero suggestivo, un palazzetto in stile eclettico eretto, per come noi oggi lo possiamo ammirare, dal Conte Mattei, che nel 1850 acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell’antica rocca di Savignano e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra di quella che aveva eletto come sua dimora, un luogo che secondo il Conte aveva non solo le caratteristiche geografiche, ma climatiche e quasi, potremmo dire, la giusta energia, per essere la sede dei suoi studi e della messa in pratica di quella che fu la ragione intera della sua vita, ovvero lo studio di una scienza medica empirica, denominata Elettromeopatia, scienza che non solo praticava presso il castello, ma che faceva sperimentare anche agli illustri ospiti che arrivavano da ogni parte del mondo per sottoporsi in questo luogo alle cure del conte. Pensate che il nostro Conte era stato eletto parlamentare a Roma nel 1848, e che lasciò la sua poltrona, cosa più unica che rara anche allora, perchè sconvolto dalla malattia e dalla morte della madre, e fu proprio per questo motivo che decise di abbandonare tutto e di trasferirsi in un luogo allora davvero remoto, Grizzana Morandi, tra le dolci colline e il verde dell’Emilia. E bisogna dirlo, io che ci sono stata in una calda domenica di marzo con il primo sole, ho potuto assaporare quel clima che secondo me al conte piaceva tanto. Doveva essere uno strano personaggio, eclettico, curioso, capace di abbinare nell’architettura, arte e nella sua medicina metodi e culture occidentali, orientali, insegnamenti filosofici antichi e rimedi naturali. Si entra nel giardino del conte circondati dalla statua di Giove, segno di potere, di forza, di stabilità, Dio greco, circondato poi da puttini e dalla terribile statua dell’arpia, considerata dai più iconografia stessa della medicina tradizionale, da scacciare perchè incapace di arrecare reali benefici, eppure in questo mondo ricco di rimandi classici, ecco aprirsi le porte di una rocca nella quale i riferimenti al mondo arabo sono una costante, dagli archi moreschi, alle decorazioni a motivi geometrici, partendo dal primo cortile con la grande fontana nel centro, per arrivare al cortile secondario, ricostruzione in miniatura dell’ Alhambra di Granada.