22 Novembre 2024
Words

Un referendum di troppo

“Ha sbagliato i conti”, secondo Stefano Folli (su La Repubblica, nell’editoriale in prima pagina intitolato “Fallita la spallata, no alla resa dei conti”) chi ha voluto usare “il quesito ambientalista, astruso e ambiguo come pochi altri, per trasformarlo in una clava con cui colpire il presidente del Consiglio”. Tuttavia, il fatto che 13 milioni di elettori non abbiano raccolto l’invito all’astensione di Renzi “può considerare l’esito” negativo, “ma non pessimo”. E sarebbe un grave errore ritenere che il fallimento del quesito “sia un trionfo di Renzi e dei suoi collaboratori. E’ più semplicemente una sconfitta dei nemici del premier che hanno scelto l’occasione sbagliata per tentare un’offensiva peraltro poco convinta. C’è da augurarsi che a Palazzo Chigi nessuno pensi di annettersi le astensioni, nel senso di adombrare che il 68 per cento di non-votanti equivale ad altrettanti consensi per la politica del presidente del Consiglio”: altri “passaggi critici” lo attendono, dal voto amministrativo al referendum di ottobre sulle riforme costituzionali.
Sempre su La Repubblica, a pagina 3 il “retroscena” di Goffredo De Marchis: “Ora il premier prepara la battaglia d’autunno, ‘Quella è la sfida finale'”, “Il presidente del Consiglio è preoccupato dall’orientamento dei giovani elettori che sono stati attratti dalle ragioni dei referendari e anche dalla indicazioni della Chiesa”, “L’affondo del premier: ‘Ma il governatore pugliese ha ancora la fiducia dei suoi elettori?'”. E il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervistato a pagina 7, dice: “Un popolo si è ribellato, da oggi il premier farà i conti con me'”. A pagina 6, sul Pd: “La minoranza dem ammette la sconfitta, ‘Rivincita al congresso'”, “‘Quella di Renzi è una vittoria di Pirro. I 14 milioni di votanti una ‘base’ per lanciare Speranza”.

Il Corriere della Sera, pagina 2: “Referendum, il quorum non c’è. E scoppia la lite dentro il Pd”, “Il dem Carbone sotto attacco per un tweet: l’importante è partecipare, ciaone. Gotor: imbarazzante”. A pagina 3 le parole di Renzi: “‘Ha perso chi voleva fare la conta interna’”, “Il premier commenta a Palazzo Chigi il risultato e attacca il governatore Emiliano (senza citarlo): ‘La demagogia non paga. Sconfitto che ha voluto cavalcare le urne per esigenze personali'”. In basso il “retroscena” di Maria Teresa Meli: “Renzi guarda a ottobre e prevede un’affluenza superiore al 50 per cento”. In un riquadro si ricorda che la Basilicata è stata l’unica regione dove è stato raggiunto il quorum. Ancora sul Corriere della Sera intervista a Michele Emiliano: “Matteo ci rispetti. Alle Europee i dem hanno preso meno”. Spiega: “Ci sono stati 14 milioni e mezzo di voti. E’ il secondo referendum più partecipato negli ultimi 15 anni, dopo quello sull’acqua. E’ più di quanto ha preso il Pd alle Europee”. In prima sul Corriere della Sera il commento di Antonio Polito, in cui si sottolinea come questo referendum sia “il primo verdetto di un tour elettorale”: ma “il tentativo di trasformare il voto nel debutto di una Alleanza contro Renzi, di tutte le opposizioni, interne ed esterne, non ha funzionato”. Il presidente del Consiglio dovrà però considerare attentamente alcune delle indicazioni del voto di ieri: “si può infatti supporre che nell’affluenza di ieri si annidi un nocciolo duro, numericamente tutt’altro che disprezzabile, di opposizione al governo. E se stavolta Renzi ha potuto agevolmente scavalcarlo facendo leva sulla ‘maggioranza silenziosa’ di chi non è andato a votare, a ottobre, quando non sarà richiesto il quorum, dovrà invece mobilitare quella maggioranza e farla parlare, portarla alle urne, se vorrà vincere”.

La Stampa, pagina 3, parole del presidente del Consiglio, nel commento a caldo sull’esito del voto: “‘La demagogia non paga, questa sconfitta elettorale ha nomi e cognomi'”, “Il premier s’intesta la vittoria contro Emiliano e M5S”. Il quotidiano intervista poi il politologo Roberto D’Alimonte: “Risultato scontato, va abbassato il quorum per salvare l’istituto” e il fondatore del Censis Giuseppe De Rita (“Consultazione-suicidio. Basta attribuirle un valore politico”). A pagina 4 intervista al governatore della Puglia Emiliano: “I 14 milioni di elettori sono più dei voti presi dal Pd alle Europee”. Alla pagina seguente, intervista al vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: “‘Non è la sconfitta dei cittadini ma di Grillo, Salvini e Brunetta’”, “I cittadini hanno espresso una forte sensibilità ambientalista, che noi dobbiamo raccogliere”, “Ha perso chi sperava che questo voto fosse una prova generale in vista del referendum costituzionale”. “Ora lo aspetta la prova più difficile”, scrive su La Stampa Marcello Sorgi: per Renzi “di qui a giugno (elezioni comunali,ndr.) e soprattutto di qui a ottobre (referendum riforme istituzionali, ndr.) la strada sarà ancora in salita, con due incognite -migranti e situazione economica- che potrebbero di nuovo pesare sulle convinzioni degli elettori, più delle promesse di tagli alle tasse o aiuti materiali che il premier continua a sfornare senza sosta”.