400 milioni di euro buttati via
Su Il Messaggero, articolo di Diodato Pirone: “Fuga dalle urne, ecco la mappa. Renzi alle Regioni: pulite i mari”, “Referendum trivelle: al voto solo 5 grillini su 10, uno su 3 del Pd”. È “il flop sulle trivelle: metà elettori M5S ha disertato le urne. Regioni al palo”, “Dall’esame di Swg, al voto il 30% dei dem, ma un terzo di questi per votare no. Affluenza alta nelle città dove il test era più politico”.
Stando ai dati Swg, solo il 46% degli elettori grillini si è recato al voto. Il direttore dell’istituto, Enzo Risso, spiega: “fra i votanti di Grillo hanno optato per l’urna soprattutto i giovani e coloro che provengono dall’area culturale di sinistra che tradizionalmente è più sensibile ai temi ambientali”.
L’affluenza degli elettori di Fi è stata del 33%; 30% nel Pd: 26% la Lega. Fra gli elettori dei partiti che si sono recati alle urne il ‘sì’ ha spopolato: 99% tra i pentastellati, 95% fra i leghisti, 93% fra i forzisti. Il ‘sì’ però precipita a quota 69% fra gli elettori democrat che hanno mostrato un comportamento piuttosto articolato, visto che il 31% ha preferito votare ‘no’, sintonizzandosi sul comportamento di esponenti come Prodi e Bersani. Il referendum è stato ignorato da chi ha più di 64 anni (ha votato solo il 26%), mentre ha convinto di più gli studenti (41%), i giovani sotto i 24 anni (35%) e la fascia di elettori che si colloca tra i 55 e i 64 anni (37%). Scarsa, secondo Il Messaggero, la presa del messaggio dei governatori: la consultazione politicamente non ha spostato nulla.
Il Corriere della Sera legge i dati Ipsos: “Alle urne metà dei Cinque Stelle. Tra gli elettori Pd meno di uno su 4”, “Al voto il 36% di chi sostiene la sinistra, il 30% per Forza Italia e Lega”.
Sul Corriere della Sera: “Ricorso sulle trivelle. Il premier: finita 70 a 30”, “Dopo l’insuccesso di domenica, i comitati chiedono di bloccare 5 concessioni entro le 12 miglia. Renzi critica i promotori: il popolo ha parlato. Se perdo a ottobre sulle riforme vado a casa”. Spiega l’articolo di Dino Martirano che il comitato No Trivelle ha annunciato che presto partirà un ricorso al ministero dello Sviluppo economico per chiedere il blocco di 5 concessioni estrattive entro le 12 miglia. Secondo Enzo Di Salvatore, estensore del quesito, “le concessioni sono scadute da anni. Le aziende petrolifere stanno continuando a estrarre senza autorizzazione”.
Il Corriere della Sera intervista la ministra delle Riforme istituzionali Maria Elena Boschi: “Dal referendum costi per tutti. Le Regioni ora pensino alla sanità”, “Emiliano ha perso e nella sua Puglia non ha avuto neanche il quorum” e “io mi preoccuperei per lui,, come presidente di Regione, visto che non ha il 50 per cento più uno nella sua terra. Comunque, questo non era un referendum sul governo, né un referendum politico”. E sul referendum sulle riforme istituzionali: “La consultazione di ottobre? Nel Pd non cacceremo nessuno, ma sarebbe singolare se non ci fosse impegno a vincere da parte di chi ha votato il ddl. Gli altri tutti contro: sarà bello vedere insieme Salvini, Grillo e Vendola”.
Su La Repubblica alle pagine 2 e 3 “L’analisi del non voto”, di Ilvo Diamanti. Sono i dati del sondaggio Demos, effettuato una settimana prima del voto: “Il lungo referendum su Renzi. Di M5S e Sel il 50% dei votanti”, “L’obiettivo prioritario della consultazione si è rivelato quello di mettere in difficoltà il premier: rispetto al risultato del 2011 è significativo che l’astensione sia cresciuta nelle ‘zone rosse'”, “Difficile collocare per intero i partecipanti al voto sotto l’anti-rensizmo: tra chi è andato alle urne il gradimento al governo non è lontano dalla media nazionale”, “E’ tuttavia sorprendente che il capo di un esecutivo possa vedere nell’astensione una risorsa. Una fonte di consenso politico e personale”.
Su La Repubblica l’analisi del voto di Stefano Folli: “Quindici milioni di voti senza padroni, una mina vagante per il Governo”, “Nessuno può considerarsi il depositario del risultato”, “Sia il fronte del Sì sia quello astensionista sono caratterizzati da un marcato trasversalismo”, “Né il premier né gli avversari possono mettere il cappello su astensionisti e ambientalisti”.
Su La Repubblica: “Trivelle, i promotori presentano ricorso. Renzi: ‘Io non ho perso'”, “E rilancia sul referendum di ottobre: ‘Se sarò battuto andrò a casa’. Oggi la mozione di sfiducia al Senato”.
Su La Repubblica il “retroscena” di Goffredo De Marchis: “Il premier avverte la sinistra: ‘La spallata ormai è fallita, niente trappole a giugno'”, “Emiliano attacca: ‘Io delegittimato? Guardi i voti dell’Emilia’”, “Affondo di Cuperlo: ‘Matteo ora lasci perdere i comitati del Sì'”.
Il quotidiano offre ai lettori anche un’intervista a Roberto Speranza: “‘L’alternativa al segretario? Io ci lavoro. Matteo ha sbagliato troppe volte'”, “‘La sfida al leader parte da un’idea di Paese diversa. Gli sconsiglio di intestarsi tutte le astensioni'”. Sul caso del tweet di Ernesto Carbone: “‘Un dirigente del Pd non dovrebbe mai mancare di rispetto a milioni di persone’. Quel tweet superava la misura’”.
Lo stesso Carbone, intervistato dal Corriere, dice: “Il mio ‘Ciaone’? Non mi scuso, su Twitter serve sintesi'”.