La follia austriaca
Su La Stampa, a pagina 2, il reportage di Niccolò Zancan dal Brennero dà conto della conferenza stampa del comandante della polizia tirolese Helmut Tomach, che ha spiegato: “Dipenderà dall’Italia. Noi pianteremo i pali della recinzione in ogni caso”, “diciamo che il nostro è un piano preventivo: dipende dalle risposte che avremo”. Manderanno -scrive Zancan- 250 agenti a presidiare il confine del Brennero, “mentre i militari saranno impiegati nelle seconde file, pronti eventualmente a intervenire”, ha spiegato Tomach. Tutte le vie saranno presidiate: quella ferroviaria, la statale e l’autostrada. La vecchia dogana, ora occupata da un outlet, verrà riconvertita alla sua funzione originaria. In corrispondenza del confine, compariranno dei container per l’identificazione dei migranti. In tutta la zona ci sarà l’obbligo di viaggiare a 30 chilometri all’ora. E dipende dall’Italia se l’Austria attuerà altre due misure: la prima è la costruzione completa della barriera lunga 370 metri e alta quattro. Verrà completata se l’Italia non dovesse concedere agli austriaci la possibilità di controllare i treni già a Fortezza, all’imbocco della Val Pusteria, a 35 chilometri dal confine. Altrimenti oltre alla barriera istituiranno anche una fermata obbligatoria a Steinach: per controllare ogni singolo vagone. L’Austria vuole anche una “zona cuscinetto” a Bolzano: insomma -spiega Zancan- vuole fare i controlli in Italia, in anticipo sulla frontiera, evidentemente non fidandosi. E questa è la linea più volte annunciata da Norbert Hofer, il candidato dell’estrema destra che ha vinto il primo turno delle presidenziali. Che aveva detto: “Dobbiamo fermare l’ondata dei migranti. Dobbiamo mettere in sicurezza i confini nazionali”. Ma quale ondata? chiede Zancan. Dal primo gennaio del 2016 a oggi sono passati in tutto per il Brennero 5084 migranti, ovvero meno di 44 al giorno, in media. Tuttavia, come dice il portavoce della polizia Manfred Dummer, “l’invasione potrebbe esserci in estate, e noi vogliamo essere pronti”.
Su La Stampa un articolo di Alessandro Alviani spiega anche che ieri la Camera dei deputati austriaca ha approvato una riforma che riguarda il diritto d’asilo e che contempla un giro di vite anti-rifugiati: in caso di arrivo in massa di migranti, il governo, d’accordo con la commissione Affari generali della Camera, potrà dichiarare lo stato d’emergenza. Significa concretamente che la chance di ottenere asilo sarà minima: le richieste d’asilo potranno essere infatti rifiutate direttamente alle frontiere e i migranti respinti subito nei Paesi confinanti dai quali sono arrivati. Il testo introduce poi il cosiddetto “asilo a tempo”: per tutte le domande presentate dopo lo scorso 15 novembre il diritto d’asilo potrà essere riconosciuto solo per tre anni. Una volta l’anno le autorità verificheranno le condizioni di sicurezza nei Paesi di origine: se dovessero essere migliorate, il migrante perderà lo status di rifugiato: se immutate, lo status verrà prorogato a tempo indeterminato. Verranno resi più difficili, inoltre, i ricongiungimenti familiari: solo dopo tre anni, solo se rispettano determinati requisiti economici.
Su La Stampa il “retroscena” di Amedeo La Mattina: “Ora Renzi si aspetta sanzioni dall’Europa contro Vienna. ‘Nessuna ritorsione unilaterale'”, “Contatti con Juncker per sollecitare una linea dura della Commissione. ‘E’ in gioco il futuro dell’Unione'”. Il ministro degli Esteri Gentiloni è convinto che non verrà innalzata alcuna barriera perché il codice sulle frontiere di Schengen prevede il ripristino temporaneo del controllo alle frontiere interne solo in circostanze eccezionali, legate a carenze gravi e persistenti nel controllo alle frontiere esterne. E queste carenze, secondo il governo italiano, “non sussistono”.
Sul Corriere della Sera, pagina 2, articolo di Andrea Galli: “Vienna alza una rete al Brennero e chiede di fare controlli già in Italia”, “Renzi: è contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro'”.
Sul Corriere della Sera un “retroscena” di Fiorenza Sarzanini: “Ma l’Austria ‘esporta’ più migranti di quanti ne arrivano nel nostro Paese”. Si legge che c’è un dato che il governo italiano sta facendo pesare nei colloqui con i rappresentanti Ue e riguarda gli arrivi nel nostro Paese attraverso il valico del Brennero, ma anche i passaggi dal Tarvisio: e dimostra che in realtà il problema sono i flussi in entrata, più che quelli in uscita. Perché nel 2015 sono state 3.143 le persone che hanno varcato il confine, mentre nei primi quattro mesi del 2016, vale a dire da quando è iniziata la campagna di Vienna, sono 2.051. E dunque siamo già oltre il 65 per cento rispetto al totale degli ingressi di un anno fa. Nella maggior parte si tratta di pachistani e afghani, vale a dire nazionalità che non hanno il diritto automatico a vedersi riconosciuto lo status di rifugiati. Oggi pomeriggio il ministro Alfano incontrerà il neoministro dell’Interno austriaco Wolfgang Sobotka.
Su La Repubblica, a pagina 10: “Vienna: ‘Pronti i soldati, controlli anche in Italia’. Roma: ‘Inaccettabili'”, “Brennero: barriere a maggio. Renzi: ‘E’ contro le regole della Ue’. Il Viminale: ‘Profughi seguono rotta inversa’”. Ne scrivono Paolo Berizzi e Leonardo Bizzaro. E a pagina 11 il reportage di Paolo Berizzi dal Brennero: “Tra svincoli e container fino al parcheggio che si trasformerà in ‘Kontrollpunkt'”, “Aree di identificazione e molte cautele: ‘Non è un muro, niente filo spinato’. Eppure già si contano i danni per il commercio”.