A Stoccolma serve più Europa
Non è possibile continuare così. Non sto parlando degli attentati terroristici che ormai ricorsivamente feriscono le città europee; parlo dell’Europa. Non si può continuare ad avere un continente diviso politicamente. Quella che è un’Unione economico-monetaria e, in parte, legislativa, deve diventare in fretta anche un’Unione politica certa.
Continuano gli attentati. Ora uno a Stoccolma, come quello di Nizza perpetrato con un camion lanciato a bomba dentro un centro commerciale della capitale svedese. Sì, è possibile monitorare meglio gli ingressi dei migranti, ma il problema non sono i nuovi arrivi dei profughi, dato che in massima parte gli attentatori sono risultati essere cittadini europei, pur provenienti (come seconda o prima generazione) da paesi africani o mediorientali.
Sappiamo cosa è accaduto in Siria, con il bombardamento punitivo degli Usa contro l’esercito di Assad; sappiamo che Trump guarda all’Europa come un alleato un po’ straccione e sempre meno importante strategicamente.
Allora l’Europa dovrebbe mantenere l’unità dell’euro, anche con i Paesi dell’ex blocco sovietico, ma correre per fare un’Unione più forte e stabile tra i Paesi fondanti, tra i Paesi storici, quelli più fortemente implicati nel processo di unificazione. E poi stringere un accordo geopolitico con un referente “naturale”, cioè la Russia. Ci sono interessi energetici comuni, e quindi interessi economici. Servirebbe un maggiore realismo da parte del vecchio continente, e rimodulare l’alleanza “strategica” (?) con i cugini Usa.
Non sarà certo questa la forza di contrasto al terrorismo, ma almeno cominceremmo a capire davvero, in misura concreta, quali siano gli interessi comuni e le opportunità di difesa e crescita tra simili.