(Nessun) tenero buondì
Tutti per uno contro la Motta. Gli indignados italiani, principalmente dei Don Chisciotte che combattono le proprie battaglie su Facebook, hanno riconosciuto nel marchio dolciario il loro nuovo mulino a vento.
Diversamente dalla Ferrero, che qualche mese fa ha fieramente difeso l’uso dell’olio di palma per produrre la crema di nocciole più famosa del mondo, la Nutella, Motta non è stato criticato per gli ingredienti utilizzati all’interno dei prodotti. A far infervorare gli animi, invece, è lo spot televisivo realizzato per pubblicizzare la brioche “Buondì”, cavallo di battaglia del marchio milanese.
L’apertura della pubblicità ha un taglio classico: villetta unifamiliare, mamma in golfino di cachemire e pantaloni bianchi che prepara il tavolo per la colazione come se stesse organizzando il pranzo di domenica in famiglia e figlia di 9-10 anni dai fluenti capelli. Passati una manciata di secondi, però, si cambia registro e tutto diventa surreale. La protagonista dello spot esordisce così: “Mamma, mamma, vorrei una colazione leggera ma decisamente invitante, che possa coniugare la mia voglia di leggerezza e golosità”. Una combinazione di termini insolita per una ragazzina di quell’età. Ma la pubblicità, realizzata da Saatchi & Saatch, si spinge oltre: pochi secondi dopo aver assicurato alla bambina che un prodotto simile non esista la madre viene colpita da un’asteroide.
Il lancio dello spot è stato seguito da molte critiche, soprattutto da parte dei difensori della “famiglia tradizionale” e delle pancine informate. D’altro canto lo abbiamo visto, anche se le donne lavorano sono spesso loro a crescere i figli e ad occuparsi della casa, come può il marchio denigrare la figura femminile così?
Il black humor non è per tutti ma sono sicura che i bambini sopravviveranno all’impatto pubblicitario e che non chiederanno ai genitori “seperfavorepossonofarsicadereunmeteoriteintesta” per emulare la campagna televisiva. Ci sono fior fiore di lungometraggi per bambini molto più crudeli dove la madre non è presente sin dall’inizio, basta citare qualche classico della Disney, che presenta sul grande schermo orfanelli sin dal 1934. Per non parlare delle pellicole dove si rappresenta la morte dei genitori: in Bambi la madre vieni uccisa da un cacciatore, nel Re Leone il padre viene travolto da una mandria di gnu impazziti, ne Il Gobbo di Notre Dame la madre del protagonista muore battendo la testa, e così via.
Critiche a parte, Motta ha colpito nel segno. L’asteroide ha permesso all’azienda di “sfondare” e di far parlare di sé. Il marchio ha risposto inoltre agli indignandos con un secondo spot che ribadisce il messaggio: è il momento di far entrare in scena il padre, cavaliere senza macchia e senza paura. L’uomo entra sorseggiando del succo d’arancia e, non meravigliandosi né del rumore né dei residui dell’asteroide presenti in giardino chiede candidamente alla figlia dove si trovi la madre. La bambina, tentando di spiegare l’accaduto, causa il secondo tragico avvenimento. Nel giardino appare infatti un secondo meteorite, che collide con il papà. La piccola, ora orfana, è pronta per diventare protagonista di un nuovo film Disney.
Che dire, chapeau.