Liberi ed uguali, ma con qualche difficoltà
Com’è difficile –immagino- essere Liberi ed Uguali (LEU) in Toscana, (ma non soltanto in Toscana). Lo è specialmente per coloro che vogliono assumere la responsabilità di conciliare la duplice condizione –annosa sfida- di essere allo stesso tempo forza di “lotta e di governo”, credibile sintesi di passato e futuro, considerando che, in questo caso, il Presidente di quella Regione è l’autorevole dirigente di LEU, Enrico Rossi, già autorevole dirigente del Partito Democratico e prima ancora del PCI nelle sue diverse “evoluzioni”.
Se il tentativo di arrivare quella sintesi è comprensibile –per certi versi addirittura commendevole-, tuttavia occorre non esagerare, sfidando le elementari leggi della dialettica, financo della logica.
Pochi giorni fa Filippo Fossati, candidato al parlamento italiano nell’alta Toscana per “Liberi ed Uguali”, ha rilasciato una lunga intervista nella quale, tra l’altro, ha affermato come il suo partito sia contrario alle grandi opere, privilegiando le piccole manutenzioni del territorio e del patrimonio pubblico (sintetizzo, ma la sostanza mi pare questa). Non lasciandosi scappare l’occasione (piuttosto ghiotta), il giornalista allora ha chiesto al candidato che cosa pensasse di due grandi opere programmate dalla Regione Toscana come l’inceneritore per rifiuti a servizio dell’area metropolitana fiorentina e l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. La risposta di Fossati –a mio modesto parere- è stata un piccolo, forse inevitabile, capolavoro di cerchiobottismo, quasi dorotea, sperando che nessuno si offenda (di questi tempi meglio mettere le mani avanti).
Sull’inceneritore infatti Fossati ha risposto che è d’accordo con il Presidente della Regione, Rossi, che ha deciso di verificare se l’impianto serva o meno. Ovviamente prevedo che quella verifica andrà oltre il 4 marzo, ma, soprattutto, evidenzio che l’affermazione del candidato parlamentare significa che, per LEU, non è rilevante se un’opera è grande, ma se serve, cioè una posizione diversa dall’affermazione apodittica di inizio intervista. Vendendo poi all’ampliamento dell’aeroporto fiorentino, Fossati chiarisce che la posizione di LEU non è ancora chiara, come del resto, su quella scelta, non lo è un po’ in tutte le forze politiche, dove si confrontano punti di vista diversi. Quindi resta il fatto (almeno così pare da quanto dichiarato e stampato su carta di giornale) che la contrarietà di Liberi ed Uguali alle grandi opere, almeno in Toscana, dovendo conciliare “lotta e governo”, non è poi così strutturale. Consapevole però delle evidenti contraddizioni ovvero della debolezza per lo meno dialettica di quanto sostenuto, Fossati ha voluto precisare che le opere pubbliche dovranno essere realizzate, avendo cura di tutelare l’ambiente. Come se ci fosse qualcuno che fa grandi opere pubbliche, dichiarando che le fa per distruggere l’ambiente. Neanche Trump.
Sia chiaro che non voglio infierire su Filippo Fossati che è un politico perbene ed apprezzabile. Ma la sua intervista ed il contesto politico in cui si inserisce (la Toscana del Presidente Rossi) sono una interessante metafora di come il problema di “Liberi ed Uguali”, per ottenere consenso alle prossime elezioni, sia come rendere credibile il progetto di costruire una nuova sinistra con dentro, però, tanta (troppa?) sinistra del passato; cioè una sinistra che è stata al governo, che ha liberalizzato, che ha sposato il blairismo e anche il clintonismo, che voleva fare l’Ulivo mondiale, che ha salutato con entusiasmo le forze progressive della globalizzazione, che ha sostenuto il rigore di bilancio del Governo Monti, che, in ultimo, ha anche approvato buona parte delle “riforme” del Governo Renzi. Faccio queste considerazioni “sine ira et studio”, guardando ai fatti e, peraltro, avendo condiviso alcune di quelle scelte. Ma per quel giovane partito credo davvero ci sia una difficoltà a farsi efficace sintesi fra vecchio e nuovo. Una breve storia con dentro forse troppe storie.