Un solo capitano…
Ecco il vero premier. Vaccini, Saviano, Monte dei Paschi e via andare. Passi la questione mediterranea, che pone dubbi seri (e in certi casi acclarati) sul traffico di migranti da parte di alcune ONG, ma qui ogni giorno è campagna elettorale. Ogni giorno Salvini dichiara qualcosa di eclatante o di compromettente.
Il vento in poppa può fare guai seri. Di Maio, da quando ha vinto le elezioni del 4 marzo non ha mai smesso di ridere: rischia la paresi facciale ormai, tanta è, da mesi, l’imbastitura mandibolare. A Salvini, invece, l’euforia non ha preso i muscoli masseteri, ma il cervello. La sua nota ideorrea (cioè la diarrea delle idee) composta da slogan ripetitivi e ossessivi ora si è impennata: una dichiarazione nuova al giorno. L’uomo è avvezzo al racconto. Basta seguire un suo comizio per rendersi conto della capacità comunicativa di semplificare all’osso e di manipolare, con infinite digressioni, i ricordi e le vicende personali, dipingendosi come uomo del popolo tra la gente.
Ma adesso siamo quasi esclusivamente nel regime pubblicitario: uno slogan al giorno. Presto forse anche qualche frase breve sui gelati estivi, sulla misura delle gonne, sull’abolizione delle cravatte, sulla messa al bando del prosciutto cotto, sull’utilizzo dei cerotti per bambini e il colore dei sipari dei teatri all’italiana (che non si dica che vengono prima i teatri di altre nazioni)…
Vorrei suggerire a Salvini una riflessione. Gli consiglio di guardare alle sue spalle, la storia recente del nostro Paese, la storia recente di Palazzo Chigi e dei governi passati. Sia Berlusconi, sia Renzi sono crollati non tanto per brucianti sconfitte elettorali, ma per arroganza e cieca inconsapevolezza egoica. Silvio da Arcore e Matteo da Rignano sono venuti meno, scaduti come lo yogurt, a causa loro, per un autodafè pazzesca, dovuta alla loro hybris.
Arrivati a un certo punto hanno pensato di essere superuomini, di non poter cadere mai più, di restare impuniti. E purtroppo questa ebbrezza di potere li ha condotti alla cenere.
È sempre stato così. Da Adamo ed Eva in poi, passando per Caino, Cassio e Bruto. Come non capirlo? Anche Salvini finirà i suoi giorni da superministro e quando accadrà sarà per sua stessa mano e non perché qualcuno lo ha cacciato di punto in bianco. Perché alla fine in Italia le rivoluzioni non le ha mai fatte nessuno e questo popolo di chiacchieratori da strapazzo che siamo noi, sopporta pure l’insopportabile.