Facebook: le mani nel tuo portafogli
Facebook, nello sforzo di trovare nuove strade di crescita e redditività ha chiesto alle grandi banche americane di condividere le loro informazioni forse più delicate, cioè quelle finanziarie relative ai loro clienti. Si tratta di una richiesta di informazioni molto dettagliate: da operazioni con le carte di credito fino ai saldi dei conti correnti. L’obiettivo è trasformare il re dei social network, in futuro, in una piattaforma onnicomprensiva da commercio elettronico, non più solo da scambio di “amicizie”. In un gruppo cioè in grado di offrire servizi diversificati ai suoi utenti in concorrenza, per l’attenzione e per i portafogli, con altri leader a tutto campo di internet, tipo Amazon e Alphabet-Google.
La società Facebook ha precisato qualche giorno fa la natura del progetto: “L’idea è che messaggiare con una banca può essere una cosa migliore che aspettare al telefono” e “non stiamo usando queste informazioni se non per permettere questo tipo di esperienze e non per scopi pubblicitari o di altro tipo”. Di sicuro il gruppo di Mark Zuckerberg mostra oggi una nuova urgenza a reinventarsi, almeno in parte. Un’urgenza evidenziata dagli ultimi risultati trimestrali, rivelatisi deludenti e testimoni di una frenata negli “users” come nel giro d’affari che dipende finora anzitutto dalla pubblicità. È un rallentamento che, stando alle stesse previsioni aziendali, potrebbe trovare ulteriori conferme nei trimestri a venire. E che legittima dunque le nuove strategie, non fosse per una sfida irrisolta: la nuova mossa da sbarco aggressivo e diretto nella finanza e nei consumi potrebbe apparire controversa al cospetto delle dure polemiche sulla sua inadeguata protezione della privacy, sull’abuso di dati degli utenti da parte di terzi (lo scandalo Cambridge Analytica) e sugli scarsi controlli nella diffusione di informazioni false o manipolate. Alla recente battuta d’arresto nel business ha contribuito proprio questo scetticismo che, secondo indiscrezioni, sta complicando anche i negoziati con le banche.
Certo è che Fb – ha rivelato il Wall Street Journal – ha avvicinato almeno quattro grandi gruppi bancari americani per discutere assieme quali servizi potrebbe offrire. Le quattro sono nientemeno che JP Morgan, il principale istituto Usa per asset, assieme a Citigroup, uno dei più internazionali, e infine Wells Fargo e US Bancorp. Il progetto, al momento, prevede di sviluppare opzioni a vantaggio dei correntisti delle banche attraverso il suo Facebook Messenger, la piattaforma e app di messaggistica lanciata originalmente nel 2011 e che oggi vanta 1,3 miliardi di utenti mensili attivi e che intende sempre più presentarsi come punto di riferimento per attività di consumatori comprese le compravendite. La app potrebbe inizialmente mostrare ai clienti bancari il loro saldo, come far scattare allarmi sul rischio di truffe.
Agli occhi delle banche, se supereranno le riserve, un’alleanza con Facebook potrebbe servire a raggiungere una sempre più vasta audience che opera online e che ancora faticano a mobilitare con i loro attuali servizi di pagamenti mobili o di digital banking. Per Fb il vantaggio sarebbe una nuova ragione per attrarre utenti, sia in termini di numeri assoluti sia soprattutto di tempo speso sul social network. La società avrebbe però assicurato che non intende in alcun modo condividere con altri le informazioni alle quali avrebbe così accesso, oppure utilizzarle per inserzioni mirate.