79 siti Unesco sott’acqua
Sempre più c’è emergenza idrica in due versi: scarseggia l’acqua dolce, quella potabile, da bere, in tante parti del Mondo; è in crescita il livello del mare che entro il 2100 potrebbe distruggere molte coste del Pianeta e con esse tante città e monumenti famosi.
Venezia, Ferrara e il delta del Po, Ravenna, e ancora le Cinque Terre, piazza del Duomo a Pisa, il centro storico di Napoli, le città barocche della Val di Noto: sono alcune delle località italiane patrimonio dell’Unesco che entro la fine del secolo potrebbero essere cancellate dall’erosione delle coste o dalle inondazioni dovute dell’innalzamento del livello del mare. Lo indica la simulazione pubblicata su Nature Communications dai ricercatori coordinati da Lena Reimann, dell’università tedesca di Kiel.
La simulazione mostra che sono almeno 79, nel Mediterraneo, le meraviglie dell’Unesco minacciate e che, di queste, 37 rischiano di essere colpite da un’inondazione nei prossimi 100 anni, mentre 42 sono minacciate dall’erosione costiera.
La ricerca indica inoltre che entro il 2100 in tutto il bacino del Mediterraneo il rischio di inondazioni potrebbe aumentare del 50% e il rischio di erosione del 13%.
Di conseguenza tutti i tesori dell’Unesco tranne due (Medina in Tunisia e Xanthos-Letoon in Turchia) rischieranno di essere colpiti da uno di questi eventi. In base a queste previsioni, avvertono gli autori, bisognerebbe adottare con urgenza sistemi per proteggere i luoghi patrimonio dell’Umanità. Tra le possibili soluzioni, barriere artificiali, che non abbiano però un impatto sull’aspetto estetico del sito, oppure barriere naturali.
Sono certamente primi suggerimenti di rimedi che andranno studiati e testati virtualmente. Importante sarà che il rimedio non sia peggiore del danno, come è stato per esempio nella laguna veneziana con il faraonico e stupido progetto Mose.