Nanni Loy
a cura di Marcello Cella e Elena Pinori
Infanzia e recitazione
Scegliere i ragazzi e i bambini come attori di solito non è un problema, perché la recitazione per loro è un gioco. I bambini inventano continuamente. Tutti i giorni cominciano a giocare con ‘facciamo finta che’, ‘facciamo finta di’, fanno sempre finta, perché loro realizzano delle pantomime, un piccolo teatro, delle favole. Le favole sono la loro passione, ma non quelle nuove, loro amano che gli si racconti sempre la stessa, tutte le sere, esasperando i genitori. Il bambino riconosce la favola e si immedesima nei personaggi; gli piace proprio calarsi dentro questa dimensione che diventa sempre più solida a forza di ripeterla. Per i grandi, invece, recitare può essere motivo di vergogna. O meglio, nel nostro quotidiano di adulti, utilizziamo la recitazione per fare affari, per amore o per persuadere l’interlocutore, quindi con finalità diverse da quelle ludiche. I grandi non si lasciano andare alla fantasia, resistono, e quelli che recitano bene sono i professionisti, sono gli attori, i conduttori televisivi, abituati alla macchina da presa, al microfono. Invece i bambini, dopo uno sconcerto iniziale, recitano tutti, non hanno filtri e pudori come abbiamo noi.