Il ribaltone di Sanremo
Ovvero, la vittoria di Mahmood spiegata a chi c’era e a chi non c’era. Tesi: sul palco dell’Ariston si è consumato in questa edizione del Festivàl un piccolo ribaltine. Dimostrazione. Il ragazzo del Gratosoglio, Mahmood, arriva a Sanremo con buona fama, discreto seguito ma scarsa considerazione. C’è un bookmaker che lo dà a 51.
Sin dalla prima sera, è chiaro che i giornalisti lo prendono sotto la loro protezione. La canzone è buona, ma non eccelsa. Sarà allora per quel suo aspetto esotico, che contrasta con l’essere come è del tutto italiano? Questo non lo sapremo mai.
Alla prima esibizione è in testa per la sala stampa, diciannovesimo per la demoscopica e ventunesimo al televoto. Nonostante questo, per il regolamento è ottavo. A questo punto il podio è Ultimo-Volo-Cristicchi con la Bertè quarta.
Poi le serate si scindono. Nella sua, che è la terza, Mahmood è secondo per i giornalisti, ottavo (su dodici) per la demoscopica e settimo al televoto. Nella generale è ancora ottavo. Il podio è Volo-Ultimo-Cristicchi con Arisa quarta.
Ecco la serata dei duetti, e con essa la giuria di qualità. Avessimo avuto tutti questi dati la cosa sarebbe stata chiara. Mahmood è Guè Pequeno sono primi per la giuria d’onore, e quarti per la sala stampa. Sono terzi di serata, e in generale grazie alla giuria d’onore risalgono fino al quinto posto. Il podio è Volo-Ultimo-Cristicchi con la Bertè quarta.
Serata finale. Qui si consuma la gabola. La giuria d’onore premia Mahmood, che è secondo per la sala stampa. La corsa è sulla Bertè, in vantaggio al televoto, dov’è terza contro il settimo posto del ragazzo del Gratosoglio. Che fa la giuria di qualità? Mette la Bertè sesta, e per la miseria di un punto percentuale Mahmood va al ballottaggio dove poi ha facilmente la meglio grazie alle giurie qualificate. Cos’è stato preferito alla Bertè? Arisa, terza dopo Mahmood e Silvestri. Motta, e Ghemon.
Questi sono i fatti, ognuno si faccia l’idea che preferisce.
Il vero problema di questo Sanremo, alla fine, è stato non aver speso nemmeno una parola per Giampiero Artegiani, scomparso proprio alla vigilia. Una triste dimenticanza, in una manifestazione che per una volta è riuscita a dare un completo affresco della musica leggera italiana di oggi.