15 Novembre 2024
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Banana Republic, e cominciammo a sorridere

Steve Goodman non ha vissuto granché, trentotto anni. Nulla che possa essere ricollegato agli eccessi della vita di un cantante: semplicemente, fin da bambino era affetto dalla leucemia. Della sua breve vita rimangono diversi brani, tra cui una canzone del 1976 che aveva molto colpito Luigi Grechi, Banana Republics. Grechi ne parlò al fratello minore, che quasi per gioco iniziò a tradurre il brano in italiano, e lo fece ascoltare ad un amico. Il fratello di Luigi Grechi si chiama Francesco De Gregori, e l’amico Lucio Dalla. Quella melodia esotica, che racconta la nostalgia di un paese lontano dove si va a svernare divenne il titolo di un tour, e di un disco, che hanno contribuito a scrivere la storia d’Italia. Banana Republic chiude quasi definitivamente gli anni Settanta della musica in Italia, e l’embargo verso i grandi eventi live scattato dopo i disordini di metà decennio, un anno prima che Milano diventasse Giamaica grazie a Bob Marley; e introduce con allegria discreta a quel che sarà il periodo successivo.

Nel 1979 Dalla e De Gregori sono all’apice della creatività: il primo scriverà in quel periodo i suoi brani migliori, il secondo è appena tornato al successo con l’album di Generale dopo l’esilio volontario seguito a una delle contestazioni cui si accennava sopra. Si conoscono da sempre, dai tempi della leggendaria RCA di Micocci, e hanno più volte collaborato. Durante un pranzo cui partecipa anche Ron De Gregori fa ascoltare a Dalla Ma come fanno i marinai, che l’artista bolognese modifica nelle vocalità aggiungendo anche il riff di clarinetto iniziale. La storia del tour, e del vendutissimo disco live che fu stampato in fretta e furia nel mese di agosto cancellando le ferie dei lavoratori della RCA, comincia da quel pranzo. Ron coordinò gli arrangiamenti e la composizione della band, nella quale spicca una parte di quelli che saranno gli Stadio, capitanati da Gaetano Curreri. Il pubblico affollò disciplinatamente e senza incidenti gli stadi che furono la location dei concerti, entusiasmandosi per le sontuose versioni dei successi dell’uno e dell’altro. La canottiera di Dalla e la paglietta di De Gregori, con l’Ovation d’ordinanza a tracolla, spiccarono in ispirate restituzioni di Piazza grande e Santa Lucia.

Ci sono degli eventi che hanno il poter di contribuire a indirizzare la storia in un modo o nell’altro. Il fenomeno Banana Republic contribuì a rigenerare un pop italiano imbucato in un decennio difficile, e rimane ancora oggi come il primo esempio di un tour di massa. I quarant’anni trascorsi nulla hanno tolto alla modernità dell’ascolto, e alla bellezza di molti arrangiamenti. Fuori da ogni pesantezza ideologica, quella serie di concerti fece capire che si poteva guardare al futuro con un minimo di allegria. Poi repubblica delle banane significherà anche altro, e sono comunque storie collegate, cose che rimarranno.