19 Dicembre 2024
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Geopolitica del corona virus

Cos’è il coronavirus tipo 3? Forse una bio-arma, uscita da un laboratorio di livello internazionale BSL-4, che è il massimo livello di biocontenimento. Che pure si trova nella regione di Wuhan, a circa 30 chilometri dall’epicentro dell’epidemia. Un sospetto, questo, che scaturisce da alcune fonti, ma ne parleremo in seguito.

Ci sono però quattro possibili scenari per l’utilizzazione del coronavirus 3 per azioni di guerra: o una semplice arma biologica, cosa ormai non più attuale, oppure ancora come strumento di bioterrorismo, il che è molto insolito da parte dei cinesi, che dalla SARS in poi ci stanno molto attenti, oppure ancora una operazione ROTA (Release Other Than Attack) oppure, ancora, e infine, come una operazione di guerra ibrida o di contro-guerra economica. Masochistica, però. Un’arma biologica, secondo la classificazione militare corrente, è o un virus, o un batterio, oppure ancora una Rickettsia, ovvero un parassita intracellulare che tradizionalmente viene trasmesso dai pidocchi o dalle pulci, poi ci sono i veleni ricavati dai funghi, che sono moltissimi, infine sono utilizzate le tossine.

La norma internazionale che proibisce gran parte di queste operazioni risale al 10 aprile 1972, si tratta della Biological Weapons Convention. Per quel che riguarda comunque il virus nCoV2019, quello di cui stiamo trattando, l’indice di contagiosità (RO) è oggi pari o superiore a 2,5. Ogni infetto è quindi in grado di propagare la malattia a 2,5 esseri umani, ma se l’RO è inferiore a 1 la malattia è evidentemente in fase di remissione.

Un paragone: il virus del morbillo ha un RO pari a 12-18, mentre altre malattie virali comuni oscillano da un R0 15 a un tasso di morbilità RO del 24%.

Sul dato genetico dell’infezione, risulta che, dai dati forniti da università cinesi, il virus nCOV2019-3 ha lo stesso recettore, l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina ACE2 con il virus della SARS COv. Il maschio asiatico ha però un vasto numero di cellule che elaborano molto ACE2 nel polmone, diversamente da altre popolazioni.

Sul piano politico e strategico, tutti i Paesi, a maggior ragione la Cina, che ha un’ottima tradizione di biowar, sanno classificare i macrodati epidemiologici delle varie infezioni. Nel caso del coronavirus 3, non ci sono comunque elementi che ci facciano pensare a una operazione avversa o a un errore interno. Il virus in questione non ci mostra casi di persone infette unicamente per aver respirato il virus aerosolizzato, il mercato del pesce di cui si parla come focolaio primario risulta semi-aperto e i primi 13 casi di infezione risultano separati, temporalmente e operativamente, tra di loro.

L’8 dicembre un paziente è stato ospedalizzato in Cina, con sintomi gravi da coronavirus 3, ma non risultano altre ospedalizzazioni, in quel momento, in tutta la Cina. Attualmente, le proiezioni statistiche ci dicono di uno sviluppo dell’infezione da 1 a 3 anni, ma con cicli e picchi oggi imprevedibili, sempre in Cina. La mappatura biologica del virus, comunque, è stata prontamente condivisa dalle autorità cinesi con gli enti mondiali di controllo delle pandemie, e il vaccino, con ogni probabilità, arriverà tra aprile e giugno prossimo venturo.

Nel frattempo, le vecchie tecniche pensate dal padre di Marcel Proust andranno benissimo: il cordone sanitario, poi la vecchia e cara quarantena, che dalla Repubblica di Venezia arriva oggi direttamente al popolo che l’occidente ha scoperto grazie a un veneziano, Marco Polo.

La mancata produttività da infezione, per la Cina sarà di circa 1,2 punti di PIL. Un’ottima scusa, realistica, per richiedere la cessazione temporanea delle sanzioni Usa ma, soprattutto, una occasione imperdibile per porre nell’estero vicino tante catene globali del valore che, malgrado la Cina vi partecipi solo in parte (auto, informatica, utensileria) sono determinate dal mercato interno e dalla finanza cinese. Vietnam, Corea del Sud, forse Giappone, Malesia, Filippine, e altro. La esteroflessione dell’apparato produttivo di alcuni settori della produzione cinese è oggi dietro l’angolo.

Nessuna formazione militare cinese però è stata colpita dalla infezione, né direttamente nella sua catena di rifornimenti. Ma non è da escludere che il coronavirus 3 possa essere stato rilasciato, anche irrazionalmente, in occasione del capodanno lunare cinese o dei già avvenuti Giochi Militari Mondiali. Ecco, con ogni probabilità la infezione da coronavirus sarà bloccata da una azione congiunta degli operatori cinesi e internazionali, mentre è molto probabile che il coronavirus 3 sarà fermato brutalmente solo quando uscirà dai confini della Cina.