SanremOne: i Budda in fila indiana
Dal punto di vista della direzione artistica c’è il Sanremo del conduttore, il Sanremo baudista e il Sanremo del musicista. Siamo passati negli ultimi anni dal Festival alla Fazio, a quello alla Carlo Conti, a quello alla Baglioni, illustrativi dei tre tipi sopra detti. Torniamo quest’anno con Amadeus alla categoria “del conduttore”, che lascia la musica un tantino in disparte. Ci eravamo abituati male, dovremo cambiare punto di osservazione. Avrebbe dovuto farlo nel 2000 il Festival, Amadeus, e sarebbe stato forse meglio per lui presentarlo allora, quando il conduttore non era anche direttore artistico. Così non fu, e ci arriva adesso dopo altri vent’anni di fortunata carriera, che ne hanno però modificato l’impostazione.
Nel parterre dei partecipanti si intravede la volontà di un rinnovamento: niente grandi veterani, a parte Zarrillo, Masini e la wild card Pavone, ma nomi da classifica di iTunes come Lamborghini, Elodie, Nigiotti, Pinguini Tattici Nucleari. Di fatto, metà dei campioni sono esordienti. Nessuno sarà eliminato, e tutti avranno la loro chance fino alla finale. Difficile individuare un favorito vero: se si guarda ai bookmaker bisognerebbe dire Anastasio, ma non si può dimenticare quello che successo lo scorso anno con Ultimo e Mahmood. Con un brano del cantante di Gratosoglio correrà Elodie, e potrebbe essere una buona candidata insieme ad Achille Lauro, Giordana Angi e forse a Gabbani, che a Sanremo estrae sempre il meglio. Rancore, che l scorso anno correva di spalla a Silvestri, potrebbe essere il Mahmood del 2020.
Per ora, più che di musica, si è parlato di questioni collaterali, dalle gaffe di Amadeus alla questione Junior Cally (sbagliato selezionarlo, strumentale iniziare polemiche dieci giorni dopo l’annuncio dei cantanti in gara).
Il vero momento top, forse, sarà la seconda sera, quando sul palco andrà in scena la reunion dei Ricchi e Poveri. Non tanto e non solo per il ritorno, trentanove anni dopo, di Marina Occhiena ma anche e soprattutto perché nel 2013 avrebbero dovuto ricevere un premio alla carriera che sfumò per la tragica scomparsa del figlio di Franco Gatti: anche lui, cinque anni dopo, tonerà a cantare con gli altri, e sarà un attimo da standing ovation.