15 Novembre 2024
Culture Club

Il futuro ha i giorni contati

Nel corso a distanza di Futur Global Acritical Learn Thinking io studierò la parte del servo del padrone: finalmente non sarò più l’umile addetto all’ufficio pacchi e scanner, che sfoglia ogni giorno l’elenco dei padroni del mondo e di volta in volta decide chi servire, ma potrò dare il mio solido contributo alle inchieste del controspionaggio complottista. Primo passo per individuare lefake news, che si nascondono sotto le stesse happy news, è di tracciare, con la somministrazione di questionari a risposta multipla, il profilo psicopatologico di chi non crede in niente e vorrebbe che neanche gli altri credessero in niente, senza accorgersi che così non crederebbero neanche a lui. Secondo passo,confezionare un pezzo d’informazione nella piacevole forma di un entertainmentche richieda un basso livello di attenzione e un subumano quoziente intellettivo, sì da abbassare eventuali costi cognitivi per lo spettatore. Quindi, terzo momento, screditare concetti come dubbio, sospetto, diffidenza, contraddizione, ed espressioni come “qualcosa non va”, “c’è qualcosa che torna”, “ci sono ancora aspetti poco chiari” ecc. Basta! Lo spettatore deve sentirsi in buone mani, inguantate e vellutate: rassicurato anche nella sua paura, che può rivelarsi un ottimo collante sociale. Infine, bisogna avvertire, con spot illimitati periodici, che le teorie senza fondamento minacciano la sicurezza della nostra democrazia, e chi crede in queste teorie è un pericolo sia per gli altri sia per sé, sia per la Great Chain of Being: il suo malpensare potrebbe propagarsi in men che non si dica. In tutto questo giocano a favore dei dettagli: per esempio, la coazione alla movida. Si tratta di costumi intollerabili, deprecabili, certo, ma è anche la prova schiacciante che nessuno intende ledere i diritti dei cittadini, soprattutto il loro diritto all’irresponsabilità. Dopotutto, meglio che i giovani intemperanti si dedichino agli spritz che alle false teorie.

Il corso durerà qualche mese, poi sarò promosso e potrò accedere all’ufficio implementazione Application & Ricycling Data dellaBig Brother Tyrell Corp., per cui dovrò indossare il completo black lock & down(nella versione tightper i ricevimenti), con dotazione occhiali schermati black gender adult male(ma esiste anche la versione female). Sì, lo so che è solo un sogno: purtroppo l’incubo sta per finire, anche se qualcuno dice che tornerà presto, più cattivo di prima. E io che farò? Stavo così bene. Dove sentirò più quest’aria pulita, questo silenzio, questa premura nei confronti della mia precaria salute, del mio senso di inferiorità? Mi mancherà molto aver paura per me stesso, sentirmi assediato e circondato dal male. Chi si prenderà cura di me? Vorrei poter sapere, a ogni fine giornata, che cosa ho fatto, dove sono stato, chi ho visto, cosa ho mangiato e bevuto, quanta aria ho respirato e la sua composizione, quanti passi ho fatto, quanti gradini ho salito e sceso, e persino che cosa avrei potuto fare e non ho fatto, quali desideri sessuali e asessuali inconfessati mi hanno turbato mentre ero in coda al supermercato. Vorrei sapere tutto su di me, anche quali idee mi sono balenate, e quali idee erano vere e quali false, se da buttare, o da utilizzare per i giorni successivi, o da prestare a qualche amico bisognoso o andato fuori di testa. Vorrei sapere i ricordi che ho dimenticato o quelli che credo essere miei e non lo sono. E poi, quali sogni mi conviene sognare, e se conviene ancora sognare. Non esiste ancora una appdel genere? Sarò troppo vecchio quando sarà messa in commercio a prezzi modici o scontati per le mie miserabile risorse? Ma più che una appmi ci vorrà un iper-softwareper riepilogare ogni mia giornata, e tirare le somme alla fine della vita. Allora, invece di chiedere perdono o pietà per qualcosa che non ho mai commesso, spero di poter dire finalmente, alla barba di chi non diede retta a quel filosofo che morì per un cocktail che doveva essere una schifezza: “Io, sì, conosco me stesso!”

Chi non crede nell’apocalissi crede nell’utopia? Forse sono due facce della stessa medaglia? Non riuscirò mai a trovare una risposta sensata a tale quesito: ogni libro che leggo in merito dopo un po’ mi fa cascare dal sonno. Anzi, non so neanche come riesca a pormi questa domanda adesso! Forse ho delle sinapsi fuori controllo. Un giorno lo chiederò a Giovanni, che è il mio miglior amico: anche se non è uno psicanalista, ha scritto tanti libri, ed è raro che gli sfugga qualcosa. Mi ha invitato ad andare da lui, prima che sia “troppo tardi”. Non ho capito cosa intendesse per “troppo tardi”… Non mi pare che stia male; boh, avrà letto di qualche complotto… Costi quel che costi, prima del 21 dicembre, lo andrò a trovare. Intanto mi godo questi timidi scampoli di primavera con la nostalgia che Zefiro torna e il bel tempo rimena, come dice quel giovane e già bravissimo poeta, amico di Giovanni. Di tanto in tanto mi viene la tentazione di affacciarmi dentro il televisore (alla finestra ormai nessuno mi ascolterebbe: qualche giorno fa potevo sentire anche l’eco di un cinguettio) e gridare: “Ehi gente! Non mi abbandonate, vi prego, ditemi cosa devo fare, ripetetemi il mantra! Farò quello che volete: continuerò a pulire la casa, a spolverare i mobili, a lucidare le maniglie, a passare vetril e anticalcare su ogni superficie, a pulirmi le mani con massicce dosi di alcol amuchina e sapone igienizzante, a sterilizzare ogni sacco della spesa, ogni foglia di verdura, ogni pozione di merluzzo surgelato, ogni bolletta del gas… Vi prego, non mi abbandonate!” Un poltergeistalla rovescia, insomma.

Forse, l’unico modo è per capire se apocalisse e utopia non sono che due facce della stessa medaglia, è la fuga? Sia pure, e io dove vado? Troppe incognite. Scappo e scappo, e alla fine crepo in un posto così isolato e nascosto che mi trovano dopo mesi o anni, ormai carogna, divorato dalle bestie! Che fine indecorosa. Preferisco essere ovunque io possa sapere di essere alla fine della giornata, in maniera che, il giorno che tocca a me, io muoia a portata di mano, e non crei problemi a operatori sanitari e pompe funebri. Nel momento in cui chiuderò comodamente gli occhi fra lenzuola immacolate, farò il bilancio della mia vita, sia quella vissuta, sia quella non vissuta, e concluderò, in base a una legge universale che non ho mai capito fino in fondo, che “Per ogni margine di vita c’è una non-vita uguale e opposta, eccetto il giorno in cui si muore, quando la non-vita avrà metà intensità, perché l’altra svanirà nella visione di un’altra impossibile vita”. E buonanotte.