15 Novembre 2024
Different

Referendum: una modesta proposta

Diciamo che di natura, per principio, preferisco il Si. Il No mi sta sui coglioni. Ma questo è un sentimento, un modo di essere e non ci azzecca niente con la chiamata referendaria.
In merito direi che siamo stretti tra l’uscio e il muro. Che quello che ci viene chiesto è la conseguenza di quello che siamo stati: stolti.
Vedete, a forza di dire cose tanto per dire, di volersi credere migliori per sottrazione, di dichiararsi diversi, semplici e parsimoniosi, diti indici puntati, ora si giunge a darsi di gomito sulla legge del taglione.

Quel che è peggio sono i ribaltoni, le capovolte. Nel 2016, era dicembre, buttammo a gambe all’aria la riforma costituzionale prodotta dal Parlamento di allora, approvata dalle due Camere e rinviata al giudizio degli elettori. Renzi – si disse – ne ha fatto un caso personale, quale occasione migliore, picchiare la moglie e gabbare lo santo. Da Bianca in TV brindarono e da quei pulpiti prese corpo il referendum del 20 Settembre 2020. Già anno bisestile, già anno del Covid19, già anno che peggio non poteva essere ma che ancora non è finito. Speriamo, vedremo.

E a questo quesito ora dovremo votare Si. Meglio meno anche se poi non è il risparmio la cosa che preme. È dar seguito alla pretesa vendetta. Si possono ammucchiare qualche decina di milioni, meno di quel che serve per attrezzare le aule che sempre a settembre vorremo riaprissero. Allora forza votiamo No, come fecero i compagnucci e i camerati, i mordi e fuggi, i cacadubbi, solo quattro anni fa.
Ovunque si cerchi ispirazione si trovano argomenti rappresentati da firme di cui non riesco a perdonare la pedanteria, il gioco sporco, le bugie. Ma in fondo anch’io chi sono? Il mio giudizio è un orfano di guerra: lo piango e non trovo nemmeno dove l’ho sepolto. Fate voi ma non mi venite a dire le vostre ragioni, una cosa sola forse so: non sono le mie.
Io resto qui, pigiato, tra l’uscio e il muro e aspetto…di sentire una voce, di vedere una luce..