18 Novembre 2024
Culture Club

Addio a Marco Santagata

Era malato da tempo, ma l’infezione del Covid ha fatto precipitare il suo quadro clinico già compromesso. Stamani all’ospedale di Pisa si è spento Marco Santagata, 73 anni, scrittore ed ex docente dell’università della città, critico letterario e dantista di grande valore oltre che uno dei massimi esperti della lirica italiana, da Petrarca a Leopardi. E’ stato il rettore dell’università di Pisa, Paolo Mancarella, ad annunciare la sua morte. “Con Marco – ha scritto Mancarella in un messaggio – ci lascia un grande intellettuale e un amico generoso. Di lui oltre al grande sapere, ci mancheranno l’infinita curiosità, il desiderio di conoscere e la sottile ironia. È stato uno dei grandi maestri del nostro ateneo e il vuoto che lascia difficilmente sarà colmabile. Anche per questo, in segno di riconoscimento, avevo pensato a lui come professore emerito”. Poi la famiglia, con il figlio Andrea, ha confermato la notizia con un post sui social con cui ha ringraziato “lo staff medico e ospedaliero che lo ha seguito e i tanti amici che hanno manifestato in questi giorni la loro vicinanza”. Cordoglio dal ministro Dario Franceschini: “Con la scomparsa di Marco Santagata, membro del Comitato per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri nel 2021, la cultura italiana perde uno studioso e dantista di grande valore, un narratore appassionato e un acuto critico letterario”. Hanno reso omaggio alla figura del grande dantista di Santagata anche i governatori della Toscana e dell’Emilia Romagna, sua terra d’origine (era nato a Zocca, in provincia di Modena), Eugenio Giani e Stefano Bonaccini: “Era uno fra i più autorevoli biografi di Dante al mondo”, ha detto il primo e il secondo ha aggiunto: “Ha saputo utilizzare la sua profonda conoscenza per produrre saggi e pubblicazioni scientifiche e creare romanzi che portavano la poesia nella vita contemporanea e quotidiana di tutti noi”.
Santagata è stato un dantista eccezionale e un critico letterario molto apprezzato, ma anche scrittore di successo: vinse il premio Campiello nel 2003 con ‘Il maestro dei santi pallidi’ e il premio Stresa nel 2006 con ‘L’amore in sé’. La Fondazione Campiello e il comitato di gestione del premio hanno celebrato “l’intellettuale di altissimo livello, tra i massimi studiosi di Dante, personaggio eclettico, tanto da aver
conquistato i lettori anche con le sue opere di narrativa”.
“Pisa – ha affermato il sindaco Michele Conti esprimendo a nome dell’amministrazione il cordoglio alla famiglia – è abituata per solido e antico legame con l’Università ad avere in città studiosi di fama mondiale e oggi ci lascia uno dei più illustri. Le sue attività di studioso, riconosciuto e stimato a livello internazionale, intorno alle figure e alla poetica di Dante, Petrarca, Boccaccio ma anche di Leopardi sono state motivo di orgoglio per l’ateneo e per l’intera città. Mi auguro che potremo trovare il modo di ricordare il valore dei suoi studi organizzando a Pisa un appuntamento in occasione delle celebrazioni ufficiali per il 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri”.

[tratto da ANSA – di Gabriele Masiero]