I fattori concomitanti hanno un effetto depressivo
I fattori concomitanti hanno un effetto depressivo. Ci calano le braccia. Se le cose stanno così siamo fritti e tra poco di molti di noi si parlerà al passato. Questa a dire il vero è una prospettiva che c’è sempre stata ma non ne parlavano a tamburo i telegiornali, non la illustravano le grafiche dei giornali, non era l’argomento principale delle nostre conversazioni. La pandemia non accenna a ritrarsi, non si arresta e non si arrende. Scivola tra le maglie restrittive, ci spinge in comportamenti innaturali, isola i vecchi e ne uccide quanti più ne può. Poi ci sono i governi, le prese di posizione, i conflitti e le ambizioni, il gioco della politica, e i limiti evidenti di ogni catena di comando. Gli unici di cui non si parla più, di cui si osserva poco, per cui è meglio fingere che non esistano sono i cinesi, sono in genere gli orientali. Ma i Paesi dove sembra che le cose vadano meglio sono quelli con una regia di comando fuori da ogni articolata discussione.
Il Comunismo contemporaneo della Repubblica Popolare Cinese non ha rivali, paga il prezzo e procede oltre. Non ci resta che pensare di fargli la guerra visto che non possiamo copiare. L’iperbole potrebbe servire se guardiamo bene e subito a quello che indica. Se nessuno crede a quel che dice, se nessuno sceglie pretendendo di giudicare, condizionare le scelte tanto invocate, se il capo del gomitolo ciondola perché chi li tocca i capi muore, il virus c’è, scorrazza e pensa che anche con il vaccino ci sarà molto da divertirsi. Funziona? A chi lo somministriamo? Cosa fanno gli altri nelle liste d’attesa? Guardano? Intanto che aspettano hanno di che nutrirsi? Cibo e buoni pensieri? Maniere misurate o intemperanze? L’emergenza si consuma come paglia sotto il fuoco, non ci si abitua, al massimo si cerca rifugio nel poco o nel tanto che ognuno conserva sperando che basti. Sono saltate le diverse linee Maginot di cui ci siamo vantati. Sembravamo competenti, sospettosi ma competenti. Immuni è carina ma non serve a un cazzo. Ah non si può dire cazzo ma si può chiedere con tanto di spot che venga scaricata l’app che non serve a un cazzo. Ieri Roberto è stato avvisato che diciotto giorni fa ha incontrato un contagiato, Roberto si è detto e ora? Niente è un gioco. Ormai è andata. Roberto paga, fa il tampone, la risposta dopo quarantotto ore è negativo! Bene. Grazie Immuni che per scaricarti ho comprato un cellulare nuovo perché con il mio vivevo ormai da troppi anni e aveva difficoltà insormontabili. Ma non ce la dobbiamo avere con Immuni, a crollare è il principio delle tre T. Ricordo la soddisfazione con cui ce la siamo raccontata la strategia: Tracciare, Testare, Trattare.
Ognuno produce dati, considera dati, compara dati, dispone di dati. Gli indicatori raccontano ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi e misurano la distanza che ancora ci separa da quel che non ci possiamo permettere di dire: Crack! Ai rifugi, alle armi. Stiamo regredendo ma ancora potremmo provare a dire una cosa per volta: provvedere alle linee di difesa, organizzare sul territorio i passaggi necessari esercitando ognuno la parte che gli conviene. Se è un problema di Governance, poniamoci il problema. Ed infine anche qualora dovessimo resisterà a lungo, lasciare sul campo la vita di molti, compresa la nostra, dovrà pur esserci una casa della ragione del poi. Se mettiamo la lancetta avanti, se provvediamo a strumenti efficaci perché efficienti, se risalendo alla luce adotteremo rimedi e cure, relazioni e gerarchie rispettate perché condivise, qualcuno allora potrà ricordare e raccontare di quanto l’abbiamo vista brutta e di come siamo riusciti a venirne fuori.