15 Novembre 2024
Sun

Michel Platini (con Jerome Jessel), Il Re a nudo, Baldini+Castoldi 2019, pp.192, 18 euro

Più che un libro, questo di Michel Platini, è una memoria, una testimonianza, un j’accuse al mondo del calcio. Non di quello giocato, ma del calcio della Fifa, della grande istituzione internazionale che nel corso dei decenni ha accumulato assenza di credibilità, e la nomea di dispensatrice di soldi al nero, sotto la guida di Sepp Blatter.

Con questa ulteriore autobiografia Platini non vuole raccontare la gioia per le vittorie calcistiche, non indica la speranza di mantenere la purezza primigenia del calcio giocato dai ragazzi (anche se lo accenna e lo cita ripetutamente), non dispensa aneddoti brillanti sui tanti deuteragonisti che ha incrociato nella sua carriera di calciatore e di allenatore (pur se racconta molti episodi del passato). La vera sostanza di questo libro è una lunga autodifesa dalle accuse gratuite, spregevoli e false che dirigenti e autorità della Fifa hanno montato negli anni contro di lui. Sotto questo punto di vista questo libro apre gli occhi al lettore incantato da un calcio che spesso sul campo non fa vedere le magagne e le astuzie messe in atto dagli alti papaveri delle maggiori istituzioni calcistiche mondiali.

Si capisce da questo libro quanto la politica e la geopolitica oggi sia dentro alle decisioni prese dalla Fifa e dalla Uefa, quanto i dirigenti facciano i loro sporchi interessi personali e come sia difficile stare dentro a questo mondo cercando semplicemente di essere se stessi, come Platini ha provato a fare. Scagionato dalla giustizia ordinaria svizzera, da tutte le accuse rivoltegli contro dalla giustizia sportiva della Fifa, Platini è un uomo libero al quale gli avvoltoi del business del calcio hanno tolto la possibilità di stare dentro allo sport che ha determinato la sua vita e al quale lui ha dato momenti di magia e una continuità di prestazioni che né Maradona né Pelè possono vantare.

“Michel Platini, come sintetizzarlo e celebrare i suoi titoli – scriveva il giornalista Angelo Caroli – di capocannoniere e i suoi Palloni d’Oro. Limitiamoci a osservare che aveva intuizioni di scienziato e creatività d’illusionista. Il suo cervello era un sonar: captava all’istante una soluzione la più immediata ed efficace. Gli schemi uscivano dai suoi piedi con il festoso tintinnio delle monete che vengono fuori da una slot-machine. Però non erano monete, piuttosto pietre rare. E una viva intelligenza era il suo angelo custode”.

Come ha potuto questo immenso sportivo (mai espulso in tutta la sua carriera), questo unico giocatore che ha vinto tutti i titoli (tranne la Coppa del Mondo) dedicarsi alla seconda vita di dirigente del calcio? La risposta è nel libro, dove si intuisce la sua voglia romantica di diffondere il calcio sempre più in tutto il Mondo e il desiderio di far emergere federazioni di Paesi in cui il calcio non ha tradizione ma è una passione popolare diffusa e radicata.

Auguri perché il calcio sia sempre più come lo vorrebbe Michel Platini e un po’ meno come lo ha gestito Blatter, o come lo gestisce Infantino.