Meno male non hanno vinto i Naziskin
Sì, lo so, hanno vinto i Maneskin. Complimenti e baci.
Tuttavia, per la prima volta ho saltato quasi integralmente una serata senza che ci fossero altri impegni: non si può andare a letto alle due ogni sera. Ventisei big sono troppi, venti forse sarebbero stati sufficienti.
Un mazzetto significativo di cose che mi sono piaciute, nessuna sconosciuta ma in questo contesto mainstream valorizzata: i Colapesci, Madame, la Rappresentante, Fulminacci, Coma_Cose. Queste e altre canzoni la gente la sentirà parecchio, e ciò è buona cosa perché c’è stato anche un tempo nel quale non capitava, e in un tempo come questo grasso che cola…
C’è stato più che altre volte un potere del televoto, capace di spingere Måneskin, Fedez e Michielin dove mai erano stati per quattro serate. Del resto a Sanremo la classifica è nata per non rispettare i valori in campo.
Non sarà facile fare un altro Festival nel 2022. Anche solo immaginarlo, ora, è impossibile. Siamo arrivati a una delle curve a gomito che di tanto in tanto questa manifestazione ha affrontato, per cambiare e rimanere se stessa. Organizzare questo è stato importante, checchè se ne possa dire.