15 Novembre 2024
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Afghanistan: il giorno della disfatta

Quello a seguire è l’elenco delle notizie dell’agenzia ANSA-AFP-REUTERS di ferragosto sulla situazione in Afghanistan, sulla caduta di Kabul in favore dei talebani, sulle tante sofferenze da mettere in conto per il popolo afghano e sulle questioni legate alla sciagurata idea di costruire la democrazia dove non la vogliono e alla successiva pazza idea di abbandonare, dopo 20 anni, una parte del popolo afghano più moderna e laica nelle mani dei fondamentalisti talebani.

 

I talebani sono entrati a Jalalabad, l’ultima grande città dell’Afghanistan, oltre alla capitale Kabul, non ancora nelle loro mani. Lo apprende l’Afp da un residente che ha confermato una rivendicazione sui social media fatta dai talebani.
Kabul resta l’unica l’ultima grande area urbana sotto il controllo del governo. “Ci siamo svegliati questa mattina con le bandiere bianche dei talebani in tutta la città. Sono entrati senza combattere”, ha detto la fonte.

 

I talebani sono entrati a Jalalabad, nell’Afghanistan orientale, domenica mattina, senza combattere, hanno confermato i residenti. Gli insorti hanno rivendicato l’azione: “Pochi istanti fa, i mujaheddin sono entrati a Jalalabad, la capitale della provincia di Nangarhar. Tutti i quartieri sono ora sotto il loro controllo”, ha detto Zabihullah Mujahid, uno dei loro portavoce. Oltre a Kabul,restano sotto il controllo del governo una manciata di città minori, sparse e lontano dalla capitale, e senza grande valore strategico. In soli dieci giorni i talebani hanno preso il controllo della maggior parte del Paese raggiungendo le porte di Kabul, ora completamente circondata.

 

“Quello che sta succedendo in Afghanistan ci ricorda che l’Europa non può più aspettare . La crisi in Afghanistan, ma non solo, rende ancora più evidente che il momento è adesso, che è ora di mettersi d’accordo sul nuovo patto europeo sulle migrazioni”. Lo sostiene in un’intervista a ‘La Stampa’, Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Ue. Per trovare un accordo tra i 27 Paesi secondo Schinas “Ci sono ancora dei nodi da sciogliere, anche se siamo vicini a una soluzione. Uno dei problemi è, ad esempio, che i Paesi meno coinvolti nel fenomeno migratorio pensano che la gestione dei flussi sia un “problema” di qualcun altro, che non li riguardi, mentre invece è una questione che riguarda tutti, e per cui serve un approccio di squadra, olistico e inclusivo”. E il vicepresidente  della Commissione Ue analizza quanto accaduto nei mesi scorsi “abbiamo visto la strumentalizzazione dei migranti e l’uso criminale dei profughi come arma ibrida in Lituania e in Polonia ad opera di Lukashenko, e in Grecia, a Ceuta e nel Mediterraneo con i trafficanti diretti a Lampedusa”.

Secondo Schinas “l’Europa non può tollerare queste aggressioni ibride, e userà qualsiasi strumento per renderlo estremamente chiaro, a partire da sanzioni e blocchi dei benefit economici. Nessuno può ricattare l’Unione, soprattutto non può farlo usando le persone. Per questo è necessario firmare ora il patto in sospeso da settembre”.

 

I talebani sono entrati a Kabul. Nella capitale afghana si sentono spari e sono in corso combattimenti. È quanto riportano gli abitanti della città.

 

“L’Emirato islamico ordina a tutte le sue forze di attendere alle porte di Kabul, di non tentare di entrare in città”. Lo scrive su Twitter Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani.
I residenti confermano però la presenza di  “combattenti talebani armati nel nostro quartiere” anche se al momento, secondo un abitante della zona est della capitale non ci sarebbero combattimenti.

 

I talebani hanno ordinato ai loro combattenti di evitare violenze a Kabul e consentire un passaggio sicuro a chiunque decida di andarsene. Lo riporta il sito della Reuters, citando un leader talebano a Doha.

 

Il portavoce dei talebani ha annunciato che anche Bamiyan è caduta: la città e la sua valle sono famose per i Buddha distrutti proprio dai talebani esattamente 20 anni fa, nel 2001. Lo riferiscono i media internazionali in un aggiornamento della drammatica situazione in Afghanistan.

 

I talebani si trovano al momento alla periferia di Kabul ma sostengono di non voler prendere la capitale “con la forza”. Lo riporta il Guardian citando il comunicato del portavoce.

 

La Russia non evacuerà la sua ambasciata a Kabul, nonostante l’imminente presa della città da parte dei talebani. Lo riferiscono fonti russe.

 

Kabul non sarà attaccata e la transizione avverrà pacificamente. Lo ha assicurato il ministro dell’Interno afghano ad interim, Abdul Sattar Mirzakwal, in un video twittato da Tolonews. Il ministro ha anche assicurato che le forze di sicurezza garantiranno l’incolumità dei cittadini.

 

Sono iniziate questa mattina, secondo quanto si apprende, le operazioni per il rientro in Italia del personale dell’ambasciata a Kabul e dei connazionali presenti in Afghanistan. La partenza del volo è prevista per le 21.30 locali. Ieri l’appello della Farnesina tramite una mail mandata agli italiani presenti in Afghanistan a ritornare in Italia tramite il volo messo a disposizione dall’aeronautica militare.

 

Il movimento talebano garantisce la sicurezza dell’ambasciata russa a Kabul. Lo ha detto alla TASS Suhail Shaheen, un portavoce dell’ufficio politico talebano. “Abbiamo buone relazioni con la Russia e la nostra politica in generale è quella di garantire le condizioni di sicurezza per il funzionamento dell’ambasciata russa e di altre ambasciate”, ha detto in risposta a una domanda.

 

Negoziatori talebani si stanno dirigendo al palazzo presidenziale di Kabul per negoziare un trasferimento pacifico dei poteri. Lo riferisce una fonte afghana all’Associated Press. Il presidente afghano Ashraf Ghani, scrive la Bbc, sta tenendo in questo momento consultazioni d’emergenza con l’inviato Usa Zalmay Khalilzad e altri rappresentanti della Nato.

 

La situazione in Afghanistan resta fluida, il passaggio di poteri ai Talebani non è cosa certa. Lo fa sapere il ministero degli Esteri russo citato da Interfax. Nel mentre la commissione Difesa della Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha chiesto che l’Afghanistan passi sotto il controllo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

 

Ci sarà un “pacifico passaggio di poteri verso un governo di transizione”. Lo ha assicurato il Ministro dell’Interno afghano nei momenti convulsi.

 

Nell’imminenza della presa del potere da parte dei talebani, la gente sta scappando da Kabul anche in auto, causando lunghe code di traffico in uscita dalla città. Lo riporta la Bbc mostrando le immagini della fuga. I talebani sono alla periferia della capitale, ma hanno ordinato ai loro combattenti di astenersi dal perpetrare violenze e di consentire un passaggio sicuro a chiunque scelga di andarsene. Alcune persone, secondo quanto viene riferito, abbandonano i veicoli fermi in coda e proseguono a piedi verso l’aeroporto.

 

I talebani hanno rivendicato il controllo della base aerea e della prigione di Bagram, alla periferia di Kabul. Lo riporta la Bbc.
Il complesso, arrivato a contenere fino a 10 mila soldati, è stato una delle basi più importanti nell’offensiva contro i talebani e al-Qaeda per circa 20 anni fino al mese scorso, quando l’esercito americano è partito nel cuore della notte senza avvisare gli afgani.

 

L’ex ministro dell’Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania Ali Ahmad Jalali, guiderà il governo di transizione dopo che si saranno le dimissioni del presidente Ghani. Lo riportano fonti diplomatiche citate da diversi media internazionali.

 

TALEBANI A KABUL, VERSO GOVERNO DI TRANSIZIONE
L’offensiva militare dei Talebani in Afghanistan è entrata nella capitale Kabul, dove questa mattina i residenti hanno riferito di spari e combattimenti, nonostante l’Emirato islamico avesse ordinato a tutte le sue forze di non entrare. L’ordine è di “attendere alle porte della città, senza entrare”, ha scritto su Twitter Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani. Gli insorti si sono fermati alla periferia della città e sostengono di non voler prendere la capitale “con la forza”. E negoziatori talebani si sono diretti al palazzo presidenziale per giungere a un trasferimento pacifico dei poteri. Una transizione che il ministro dell’Interno afghano ad interim, Abdul Sattar Mirzakwal, ha confermato, assicurando che la capitale non sarà attaccata e che ci sarà un “pacifico passaggio di poteri verso un governo di transizione”. Secondo fonti diplomatiche citate dai media internazionali, sarà l’ex ministro dell’Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania Ali Ahmad Jalali, a guidare il governo di transizione dopo che si saranno le dimissioni del presidente Ashraf Ghani. I talebani hanno anche rivendicato il controllo della base aerea e della prigione di Bagram, alla periferia di Kabul. Un complesso arrivato a contenere fino a 10 mila soldati che è stato una delle basi più importanti nell’offensiva contro gli insorti e al-Qaeda per circa 20 anni. Fino al mese scorso, quando l’esercito americano è partito nel cuore della notte.
Intanto, sono iniziate questa mattina, secondo quanto si apprende, le operazioni per il rientro in Italia del personale dell’ambasciata a Kabul e dei connazionali presenti in Afghanistan. La partenza del volo è prevista per le 21.30 locali. Ieri l’appello della Farnesina tramite una mail mandata agli italiani presenti in Afghanistan a ritornare in Italia tramite il volo messo a disposizione dall’aeronautica militare. Mentre la Russia ha annunciato che non evacuerà la sua ambasciata a Kabul, nonostante l’imminente presa della città da parte dei talebani. E il portavoce politico degli insorti, Suhail Shaheen, ha assicurato che il movimento talebano garantisce la sicurezza della sede diplomatica di Mosca. “Abbiamo buone relazioni con la Russia e la nostra politica in generale è quella di garantire le condizioni di sicurezza per il funzionamento dell’ambasciata russa e di altre ambasciate”, ha affermato. Secondo il Cremlino, la situazione in Afghanistan resta fluida, il passaggio di poteri ai Talebani non è cosa certa. Nel mentre la commissione Difesa della Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha chiesto che l’Afghanistan passi sotto il controllo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Mosca sta lavorando con altri paesi alla realizzazione di una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha detto alle agenzie di stampa russe il funzionario del ministero degli Esteri, Zamir Kabulov. Intanto, da Papa Francesco arriva l’appello alla fine delle violenze. “Mi unisco all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”, ha detto il Pontefice all’Angelus.
I talebani hanno ordinato ai loro combattenti di evitare violenze a Kabul e consentire un passaggio sicuro a chiunque decida di andarsene. E nell’imminenza della presa del potere da parte dei talebani, la gente sta scappando da Kabul anche in auto, causando lunghe code di traffico in uscita dalla città. Alcune persone, secondo quanto viene riferito, abbandonano i veicoli fermi in coda e proseguono a piedi verso l’aeroporto. Intanto, il portavoce dei talebani ha annunciato che anche Bamiyan è caduta: la città e la sua valle sono famose per i Buddha distrutti proprio dai talebani esattamente 20 anni fa, nel 2001.

 

Nelle prossime 72 ore gli Stati Uniti svuoteranno completamente l’ambasciata a Kabul da tutto il personale, compresi gli alti funzionari. Lo hanno riferito due fonti informate alla Cnn. La maggior parte dei diplomatici statunitensi andrà all’aeroporto della capitale afghana e poi tornerà in America, mentre un piccolo numero di membri del personale, incluso l’ambasciatore, rimarrà per ora all’aeroporto della città, hanno affermato le fonti. Ciò significa che l’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul sarà chiusa, almeno per il momento, entro martedì.

 

Otto o nove rappresentanti delle delegazioni talebane sono attualmente all’interno del palazzo presidenziale afghano, secondo quanto riferito da una fonte alla Cnn. Tra loro c’è Anas Haqqani, fratello del vice leader talebano Sirajuddin Haqqani, ha aggiunto la fonte.

 

I talebani hanno reso noto di aver circondato Kabul. Lo riporta la Bbc, citando “una delle loro prime dichiarazioni pubbliche” dopo le notizie che gli insorti stavano entrando in città.

 

Un certo numero di alti funzionari afgani, tra cui alcuni consiglieri del presidente Ashraf Ghani, sono arrivati nella sala Vip dell’aeroporto di Kabul in attesa di un volo per lasciare la capitale. Lo ha riferito alla Cnn una fonte allo scalo internazionale Hamid Karzai della città. La loro destinazione è sconosciuta.
La Cnn riferisce che nelle prime ore di oggi, un volo Air India da Delhi è atterrato all’aeroporto di Kabul, secondo i dati di tracciamento del volo, mentre un aereo Emirates in arrivo da Dubai ha evitato l’atterraggio proseguendo il volo.

 

Il portavoce dei talebani ha affermato che rispetteranno i diritti delle donne e consentiranno loro l’accesso all’istruzione. Lo riporta Sky News, dopo che nei giorni scorsi sono state espresse preoccupazioni sul fatto che l’acquisizione del potere da parte degli insorti comporterà l’esclusione delle donne dal lavoro e dall’istruzione.
Nel passato, le donne hanno avuto pochi diritti sotto il dominio dei talebani. Ma il gruppo ha affermato di essere cambiato, e che consentirà alle donne di lavorare, andare a scuola, uscire di casa da sole e indossare l’hijab. I critici restano tuttavia poco convinti di questo cambiamento.

 

“Nei prossimi giorni vogliamo una transizione pacifica dei poteri”. Lo ha detto il portavoce dei
Talebani.

 

Il portavoce dei talebani Suhail Shaheen ha riferito che gli insorti vogliono che nei prossimi giorni “le persone riprendano le loro normali attività”, e che “non c’è vendetta contro tutti coloro che lavorano con l’amministrazione di Kabul o con le forze straniere”. Lo riporta il Guardian, citando dichiarazioni del portavoce alla Bbc.
“Vogliamo che tutte le ambasciate continuino il loro lavoro, non ci saranno rischi per i diplomatici… tutti dovrebbero continuare il lavoro che stavano facendo in passato”, ha aggiunto. “Chiediamo a Ghani e ad altri leader di lavorare con noi”, ha affermato il portavoce.

 

Tra le foto che circolano sui social per descrivere la situazione a Kabul, c’è anche quella twittata dal direttore del canale d’informazione afghano Tolo News, Lotfullah Najafizada, che mostra un uomo che copre con della vernice alcuni poster che ritraggono donne su un muro a Kabul. In un inquietante segnale del fatto che la città si prepara al dominio talebano.
Negli ultimi giorni, le giovani donne della città hanno chiesto aiuto mentre i talebani avanzavano verso la capitale. Secondo quanto riferito dalla Bbc, dalle aree catturate dai talebani nei giorni scorsi hanno indicato che alle donne non è già permesso uscire di casa senza un compagno maschio e che ad alcune lavoratrici è stato detto che il loro impiego sarà ora svolto da uomini. Alle donne di queste zone è stato anche ordinato di indossare il burka.

 

Una delegazione del governo afghano si recherà oggi in Qatar per incontrare i rappresentanti dei talebani. Lo riporta Sky News, parlando di una notizia che va nella direzione delle speranze che non ci saranno spargimenti di sangue a Kabul mentre i talebani si trovano nella capitale.
I funzionari talebani hanno affermato di volere una transizione pacifica e sono attualmente in trattative con i leader afghani al palazzo presidenziale.

 

Team militare italiano al lavoro per l’evacuazione di tutti i collaboratori afghani dei ministeri di Difesa ed Esteri, “nel più breve tempo possibile, attraverso un ponte aereo assicurato con voli commerciali il 16 agosto e dal 17 proseguirà con aerei KC767 dell’Aeronautica Militare”. Lo fa sapere lo Stato Maggiore della Difesa, informando che il dispositivo militare del Comando operativo di vertice interforze “rimarrà operativo presso l’aeroporto di Kabul fino all’imbarco dell’ultimo collaboratore, fino a quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno” e lascerà l’Afghanistan con un  C130 dell’Aeronautica Militare.

 

Una delegazione di alto livello della leadership politica afghana è arrivata oggi a Islamabad per discutere degli ultimi sviluppi in Afghanistan.
Mansoor Ahmadabad, ambasciatore pakistano in Afghanistan, ha riferito che la delegazione è arrivata in visita di tre giorni per consultazioni “sulla via da seguire per la pace e la stabilità in Afghanistan”.
La delegazione comprende il presidente dell’Assemblea nazionale afgana Mir Rehman Rehmani, Salah-ud-din Rabbani, Mohammad Yunus Qanooni, Ustad Mohammad Karim Khalili, Ahmad Zia Massoud, Ahmad Wali Massoud, Abdul Latif Pedram e Khalid Noor.

 

Il ministro dell’Informazione pakistano Fawad Chaudhry ha reso noto che l’ambasciata pakistana a Kabul ha creato una cellula speciale per i media internazionali. E sono state ricevute “centinaia di richieste di visto da media internazionali” che sono state accettate.

Mansoor Ahmad Khan, ambasciatore pakistano in Afghanistan, ha affermato che l’ambasciata a Kabul sta aiutando i pakistani, i cittadini afgani e i cittadini di altre nazioni in questa fase .

 

 

Il ministro della Difesa afghano ha negato che ci sia una situazione di crisi a Kabul dichiarando che la città è “sicura”, e ha accusato i “nemici” di “diffondere propaganda”. Lo riporta Sky News.
“Onorevole e fedele popolo di Kabul, io come rappresentante delle forze di sicurezza e di difesa dell’Afghanistan, assicuro a tutti voi che Kabul è sicura, le vostre forze di sicurezza e di difesa sono impegnate nella loro promessa di difendere Kabul”, ha affermato il generale Bismillah Khan Mohammadi in un discorso televisivo.
“Come tutti sapete il presidente ieri ha avuto un incontro con i vertici del Paese, in quell’incontro ha dato tutta l’autorità (potere di agire) a quei leader, in modo che da domani possano recarsi a Doha e raggiungere un accordo sull’Afghanistan”.
“Fino a quando non ci sarà un accordo in Afghanistan, a Kabul, vi assicuro che Kabul è sicura, i vostri figli, le vostre forze di sicurezza, tutti sono pronti a difendere Kabul”, ha dichiarato il ministro, che ha accusato “alcuni nemici di Kabul” di “aver cercato di diffondere propaganda per far perdere la fiducia”, esortando i cittadini a “rimanere fiduciosi”.

 

Due fonti hanno affermato che il presidente Ashraf Ghani ha lasciato l’Afghanistan oggi dopo che i talebani sono entrati a Kabul. Con lui, riferisce Tolonews, anche i suoi stretti collaboratori, tra cui il vicepresidente Amrullah Saleh. Ghani si sarebbe trasferito in Tagikistan, secondo media locali. L’ufficio di Ghani ha chiarito di non poter dire nulla per motivi di sicurezza.
All’inizio della giornata, il ministro della Difesa, Bismillah Mohammadi, ha affermato che Ghani ha affidato l’autorità di risolvere la crisi nel Paese ai leader politici. E che domani una delegazione si recherà a Doha per colloqui sulla situazione del Paese. La delegazione comprende leader politici chiave, tra cui Younus Qanooni, Ahmad Wali Massoud, Mohammad Mohaqiq.
Fonti vicine ai talebani hanno affermato che è stato concordato che Ghani si dimetterà dopo un accordo politico e consegnerà il potere a un governo di transizione. Gli afgani hanno affermato di cercare una soluzione politica e la fine delle violenze in corso nel paese.

 

Abdullah Abdullah, capo dell’Alto Consiglio per la riconciliazione nazionale in Afghanistan, ha pubblicato un video su Facebook in cui conferma che il presidente afghano Ashraf Ghani ha lasciato il Paese. Lo riporta il Guardian.
Abdullah ha chiesto alla gente di mantenere la calma e alle forze di sicurezza afghane di cooperare per garantire la sicurezza. Inoltre, ha chiesto ai talebani di concedere un po’ di tempo per i colloqui prima di entrare nella città di Kabul. Le forze talebane sono state viste all’interno della città, ma la maggior parte degli insorti rimane ammassata nella periferia della città.

 

I talebani hanno permesso ai loro combattenti di entrare nelle aree della capitale Kabul che sono state evacuate dalla polizia e dalle altre forze dell’ordine per “mantenere la legge e l’ordine. “La decisione è stata presa per evitare il rischio di furti e rapine in assenza di polizia e altro personale di sicurezza”, ha affermato il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid.

 

Sono state segnalate sparatorie in diverse parti di Kabul. Lo riportano testimoni oculari e il ministero degli interni afghano, secondo quanto riferisce il Guardian.
Un portavoce dei talebani ha appena confermato che i loro combattenti sono entrati in massa nella città in risposta a un “problema di legge e ordine”.

 

In precedenza, l’ordine per i talebani era di “attendere alle porte della città, senza entrare”. Gli insorti sono stati in ogni caso visti all’interno della capitale, ma la maggior parte di loro era rimasta nella periferia di Kabul, con l’idea di non voler prendere la capitale “con la forza”.
La decisione di fare ingresso nella città è stata presa per garantire la sicurezza della gente e per evitare il rischio di furti e rapine, secondo quanto riferito. Il portavoce talebano Zabihullah Mujahid ha detto che in alcune aree la polizia ha lasciato il posto e altro personale di sicurezza è fuggito. I talebani hanno chiesto ai loro combattenti di non entrare nelle case o interferire negli affari personali della popolazione. “Non abbiate paura dei talebani”, ha detto Zabihullah Mujahid ai residenti di Kabul.

 

Centinaia di afgani sono giunti al valico della Porta dell’Amicizia nella città di Chaman, al confine tra Afghanistan e Pakistan. Lo riporta Sky News, pubblicando immagini delle persone alla frontiera. Molti stanno trasportando solo una borsa con le loro cose dopo essere fuggiti dalle loro abitazioni.

 

Due funzionari talebani hanno detto alla Reuters che non ci sarà alcun governo di transizione in Afghanistan e che i ribelli si aspettano un passaggio completo del potere nelle loro mani. Lo si legge sul sito dell’agenzia britannica.
L’opzione di un governo di transizione era stata formulata dal ministro degli interni Abdul Sattar Mirzakawal.

 

I comandanti talebani hanno preso il controllo del palazzo presidenziale a Kabul. Lo scrive la Reuters su Twitter.

 

Il massimo diplomatico statunitense in Afghanistan, l’incaricato d’affari Ross Wilson, ha lasciato l’ambasciata a Kabul ed è stato trasferito all’aeroporto della capitale. Lo riporta la Bbc, citando un funzionario Usa, mentre la Cnn ha riferito che la maggior parte del personale dell’ambasciata degli Stati Uniti è stata trasferita allo scalo della città.
La Cnn ha riferito in precedenza che un piccolo numero di membri del personale della sede diplomatica, incluso Wilson, rimarrà per ora all’aeroporto di Kabul.

 

Stati generali delle donne, Alleanza delle donne, gruppi e associazioni femminili visto il precipitare della situazione in Afghanistan, preoccupate in particolare  per le condizioni di vita delle donne, delle ragazze e delle bambine chiedono “alle Nazioni Unite, alla Commissione europea, alla sua presidenza, alle ministre del G20, alla ministra Bonetti di mettere in atto subito un’azione di protezione, di sostegno, di supporto”.
“Le azioni violente già in atto da parte dei Talebani – aggiungono – sono rivolte soprattutto alle donne. La situazione è terribile e deve subito essere affrontata. La storia sta tornando indietro. Kabul è occupata e i talebani stanno setacciando  i quartieri per prendere donne e ragazze”.

 

“L’aeroporto di Kabul sotto tiro”: l’allerta è stata diramata dall’ambasciata Usa in Afghanistan, che riferisce di spari nello scalo della capitale. Lo rende noto la Bbc.
I funzionari americani hanno ordinato ai connazionali della zona di mettersi al riparo, poiché “la situazione della sicurezza a Kabul sta cambiando rapidamente”.

 

La bandiera a stelle e strisce presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul è stata rimossa dall’edificio, in un gesto dal valore simbolico che segna la fine dell’evacuazione della sede diplomatica nella capitale afghana. Lo riferisce la Cnn citando una fonte informata. La bandiera è stata trasportata all’aeroporto di Kabul dove sono stati trasferiti il massimo diplomatico Usa nel Paese, l’incaricato d’affari Ross Wilson, insieme alla maggior parte del personale dell’ambasciata.
Il ritiro del personale dell’ambasciata americana dall’Afghanistan sta avvenendo oggi in modo rapido e il processo dovrebbe concludersi entro questa sera. In ogni caso, un piccolo numero di diplomatici rimarrà per ora all’aeroporto di Kabul.

 

La Nato sta lavorando per mantenere aperto in sicurezza l’aeroporto di Kabul e consentire le evacuazioni degli stranieri. Lo ha reso noto il segretario generale Jens Stoltenberg. “Ho parlato con il primo ministro britannico Boris Johnson e i ministri degli esteri dei nostri alleati Canada, Danimarca e Paesi Bassi della situazione in Afghanistan. La Nato sta aiutando a mantenere aperto l’aeroporto di Kabul per facilitare e coordinare le evacuazioni”, ha scritto su Twitter.

 

Un rappresentante talebano ha reso noto che presto verrà dichiarata la nascita dell’Emirato islamico dell’Afghanistan dal palazzo presidenziale di Kabul. Lo riporta l’agenzia britannica Pa su Twitter.

 

È caos all’aeroporto di Kabul, dove, secondo la Bbc che cita testimoni, la gente corre sulla piste pur di riuscire a salire sugli aerei e lasciare il paese.
L’ambasciata Usa aveva lanciato l’allarme sulla sicurezza dell’aeroporto e la Nato assicurato il suo aiuto per gestire le evacuazioni.

 

Caritas Italiana è impegnata in Afghanistan fin dagli anni Novanta ma ora “l’instabilità della situazione comporterà la sospensione di tutte le attività, mentre crescono i timori per la possibilità di mantenere una presenza anche per il futuro, oltreché per la sicurezza dei pochi Afghani di confessione cristiana”. Lo dice la stess organizzazione sottolineando che “in queste ore una massa crescente di profughi sta fuggendo dalle zone di guerra, aumentando la pressione in direzione dei paesi circostanti. In Pakistan la Caritas da lunedì avvierà una valutazione della situazione nella regione di Quetta, ai confini con l’Afghanistan”. “Anche i paesi occidentali si troveranno a fronteggiare una pressione sempre maggiore di persone in fuga da questo paese, dove forse troppo frettolosamente l’occidente ha pensato di poter esportare delle ricette sociali”, commenta l’ente della Conferenza Episcopale Italiana.
Nei primi anni Duemila, Caritas Italiana ha sostenuto un ampio programma di aiuto di urgenza, riabilitazione e sviluppo, la costruzione di quattro scuole nella valle del Ghor, il ritorno di 483 famiglie di rifugiati nella valle del Panshir con la costruzione di 100 alloggi tradizionali per le famiglie più povere e assistenza alle persone disabili. Tra giugno 2004 e dicembre 2007, due operatori di Caritas Italiana si sono alternati nel Paese con l’obiettivo di coordinare e facilitare le attività in loco. Attualmente l’ambito di attenzione principale è costituito dai minori più vulnerabili.

 

I voli commerciali dall’aeroporto di Kabul sono stati sospesi, mentre restano operativi gli aerei militari, impegnati nelle procedure di evacuazione degli stranieri. Lo ha reso noto un funzionario della Nato, secondo quanto riporta la Bbc.

 

L’ex presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, ha pubblicato un video su Facebook per dire ai suoi seguaci che rimarrà a Kabul. In piedi con le sue tre figlie, Karzai ha detto ai suoi “cari cittadini di Kabul” che lui e la sua famiglia sono con loro, riporta la Bbc.
“Speriamo che i problemi del nostro Paese e della nostra capitale siano risolti in modo positivo e pacifico”, afferma Karzai, che ha reso noto di voler formare un consiglio di coordinamento con altri alti funzionari afgani, per gestire un pacifico trasferimento di potere, dopo l’uscita dal Paese del presidente Ashaf Ghani.
“Chiedo alle forze di sicurezza del Movimento islamico talebano, ovunque si trovino, di garantire la sicurezza della vita e delle proprietà delle persone”, ha detto Karzai, diventato leader del Paese nel 2001 quando iniziò la campagna militare americana per cacciare i talebani.

 

KABUL IN MANO AI TALEBANI
Kabul è nelle mani dei talebani che hanno annunciato la rinascita dell’Emirato Islamico. Dopo una giornata convulsa, caratterizzata dalla resa di fatto della capitale all’inarrestabile avanzata degli insorti, l’Afghanistan è ormai drammaticamente tornato nella morsa degli insorti. Dopo l’entrata di una testa di ponte nella città, apparentemente per avviare una trattativa e arrivare ad un governo transitorio, i fondamentalisti hanno improvvisamente sterzato verso la piena presa del potere. Con l’entrata in massa dei combattenti rimasti in attesa del via libera alle porte della città. Mentre il presidente Ashraf Ghani fuggiva in Tagikistan.
I talebani hanno assicurato di essere entrati in città per garantire la sicurezza, ma Kabul è immediatamente finita nel caos con le strade completamente bloccate per la popolazione in fuga, sparatorie segnalate in città e l’aeroporto “sotto tiro”. L’ipotesi circolata in mattinata di un governo di transizione con a capo l’ex ministro dell’Interno Ali Ahmad Jalali è immediatamente evaporata con l’occupazione del palazzo presidenziale.
Mentre diplomatici e civili stranieri prendevano d’assalto l’aeroporto della capitale, dove alcuni Paesi come gli Stati Uniti hanno assicurato che manterranno una rappresentanza diplomatica. L’Italia ha evacuato l’ambasciata ed è partito il piano di evacuazione di diplomatici e cittadini, inoltre ha annunciato un ponte aereo per l’evacuazione di tutti i collaboratori afghani dei ministeri di Difesa ed Esteri.
Riunioni di emergenza per analizzare la situazione sono state attivate in molti paesi occidentali, mentre la Nato ha sottolineato che la soluzione politica in Afghanistan è “più urgente che mai”. Ma gli Usa, travolti dalle polemiche e accusati di aver scatenato l’escalation talebana, hanno continuato a difendere la loro politica di ritiro delle truppe. Lo ha fatto il segretario di Stato Antony Blinken che ha respinto ogni paragone con Saigon ed ha assicurato che gli obiettivi della guerra in Afghanistan sono stati raggiunti.
Ma il timore è un salto indietro di 20 anni. “Osserviamo completamente scioccati mentre i talebani prendono il controllo dell’Afghanistan. Sono profondamente preoccupata per le donne, le minoranze e i difensori dei diritti umani”, ha scritto l’attivista e premio Nobel per la pace pakistana, Malala Yousafzai. I talebani hanno assicurato di essere cambiati, e che stavolta rispetteranno i diritti delle donne e consentiranno loro l’accesso all’istruzione. Ma sono in pochi a crederci. E lo dimostra la fuga in massa da Kabul. Migliaia di persone si sono messe in strada, a piedi o in auto, alla ricerca di una via di fuga. Centinaia di afgani hanno raggiunto la Porta dell’Amicizia nella città di Chaman, al confine tra Afghanistan e Pakistan, molti portando solo una borsa con le loro cose dopo essere scappati dalle loro case. Totale il caos all’aeroporto, con la gente sulle piste pur di riuscire a salire sugli aerei e lasciare il paese. E allerta per la sicurezza nello scalo, lanciata dall’Ambasciata Usa, mentre la Nato assicurato il suo aiuto per gestire le evacuazioni. Di fronte all’emergenza, i voli commerciali sono stati sospesi, mentre restano operativi gli aerei militari, impegnati nelle procedure di evacuazione degli stranieri.
Non è ancora definito quale sarà il futuro del Paese. Ma da tutto il mondo è arrivato l’appello alla pace e alla ricerca di una soluzione negoziata. A partire da Papa Francesco, che si è unito “all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”.

 

Il presidente afghano Ashraf Ghani ha dichiarato di essere fuggito dal suo Paese per evitare “un bagno di sangue”.

 

“I talebani hanno vinto… e ora sono responsabili dell’onore, della proprietà e della tutela dei loro connazionali”. Lo ha affermato il presidente afghano Ashraf Ghani in una dichiarazione pubblicata su Facebook.
Ghani che non ha riferito dove si è recato dopo aver lasciato l’Afghanistan, ha detto di credere che “innumerevoli patrioti sarebbero stati martirizzati e la città di Kabul sarebbe stata distrutta” se fosse rimasto nel Paese.

 

Il primo ministro pakistano Imran Khan e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno esaminato la “situazione in rapida evoluzione” in Afghanistan durante una conversazione telefonica. Lo ha riferito il governo pakistano.
Khan ha detto al presidente turco che il Pakistan sta fornendo un aiuto all’evacuazione del personale diplomatico e del personale delle organizzazioni internazionali e di altri a Kabul, come richiesto. Ed il suo Paese continuerà ad impegnarsi per una soluzione politica inclusiva in Afghanistan.

 

La bandiera bianca dei Talebani sventola sul pennone del palazzo presidenziale di Kabul. L’immagine viene diffusa sui social. La bandiera, con una scritta nera che indica la testimonianza di fede dei musulmani, era stata utilizzata dai talebani quando presero il potere negli anni ’90, proclamando per la prima volta la nascita dell’Emirato islamico dell’Afghanistan.

 

Decine di combattenti talebani che hanno preso il controllo del palazzo presidenziale e hanno dichiarato vittoria sul governo afghano, da quanto si vede nelle immagini trasmesse in televisione. “Il nostro paese è stato liberato e i mujaheddin hanno vinto in Afghanistan”, ha detto un miliziano ad Al Jazeera dal palazzo. I combattenti hanno mostrato ai giornalisti le loro armi in un tour dell’edificio, che è stato preso dopo che il presidente Ashraf Ghani è fuggito dal Paese.

 

Diverse centinaia di dipendenti dell’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul sono stati evacuati dall’Afghanistan. Lo ha riferito un funzionario della difesa degli Stati Uniti.
Secondo il funzionario Usa, l’aeroporto internazionale di Kabul è ancora aperto ai voli commerciali, mentre gli sforzi di evacuazione accelerano. In precedenza, un funzionario Nato citato dalla Bbc aveva riferito la sospensione dei voli commerciali dall’aeroporto di Kabul, mentre restavano operativi gli aerei militari impegnati nelle procedure di evacuazione degli stranieri.

 

Il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani, che ha lasciato il Paese dopo che i talebani entrati nella capitale Kabul, si trova in Uzbekistan. Lo ha riferito il canale Al Jazeera, citato dal Guardian.
Il leader avrebbe raggiunto la capitale uzbeka Tashkent – a circa 700 miglia a nord di Kabul – con sua moglie, il suo capo di gabinetto e il suo consigliere per la sicurezza nazionale.

 

Al Jazeera, che sta diffondendo le immagini, ha spiegato che il palazzo presidenziale di Kabul è stato “consegnato” ai talebani. “Garantire Kabul è una responsabilità enorme. È diversa dalla città che abbiamo lasciato 20 anni fa”, ha riferito Al Jazeera, citando il funzionario talebano a palazzo. Il corrispondente di Al Jazeera al palazzo ha riferito che tre funzionari del governo afghano erano presenti per la “consegna” del palazzo ai talebani. Un funzionario della sicurezza talebana ha poi affermato che “non è stato versato sangue durante la consegna”.

 

Da Doha un portavoce dell’ufficio politico dei talebani ha detto ad Al Jazeera che la guerra in Afghanistan “è finita”, aggiungendo che sarà chiaro “presto” che tipo di governo ci sarà. Ed aggiungendo che il gruppo è pronto a dialogare con “personalità afgane”, a cui verrà garantita la necessaria protezione. Il portavoce ha ribadito che la sicurezza sarà garantita ai cittadini e alle missioni diplomatiche.

 

Gli Stati Uniti invieranno altre 1.000 soldati per aiutare con le evacuazioni del personale americano a Kabul, ha detto un funzionario ai media statunitensi. 3.000 soldati sono stati inviati all’inizio di questa settimana, per un totale di 6.000 presenti sul terreno.

 

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha lanciato un appello ai Talebani e a tutte le altre parti afghane perché “esercitino la massima moderazione”. Aggiungendo che i diritti delle donne “devono essere protetti”. “Il segretario generale è particolarmente preoccupato per il futuro delle donne e delle ragazze, i cui diritti conquistati a fatica devono essere protetti”, ha affermato anche l’Onu in una nota.