15 Novembre 2024
Words

Michael Walzer su Biden e Afghanistan

Per molti anni “ho sostenuto che la missione avrebbe dovuto essere concentrata sull’antiterrorismo, non sulla controguerriglia o la costruzione di una nazione», ha detto il presidente Joe Biden spiegando il ritiro dall’Afghanistan. Il filosofo politico Michael Walzer, professore emerito all’Università di Princeton e autore di Guerre giuste e ingiuste (Laterza) definì l’Afghanistan una «guerra giusta» in risposta agli attacchi dell’11 settembre. Ma la “guerra giusta” in Afghanistan “è stata seguita da un’occupazione ignorante e inefficace”. Lo dice lo stesso Walzer, in una intervista al  Corriere della Sera.

“Quand’eravamo pronti ad investire risorse e abbiamo invitato la Nato, avevamo già fallito – spiega -. Abbiamo creato un governo che non rispecchiava la cultura afghana, corrotto e per il quale i soldati non erano pronti a morire”. Si sarebbe “potuto cercare di creare un governo federale, dato che le divisioni tribali sembrano così profonde: forse un governo centrale era destinato a fallire sin dall’inizio. Abbiamo fatto molti errori”. La decisione di lasciare “è giusta, ma eseguita male. Non capisco il team di Biden, pensavo che fossero persone competenti ma la pianificazione dell’evacuazione doveva iniziare non appena fu presa la decisione di andarsene: abbiamo un dovere morale verso le persone che hanno collaborato con noi, ma abbiamo abbandonato così tanti di loro. È orrendo”.

Quella in Afghanistan “era una guerra difensiva contro il regime che appoggiava Al Qaeda che ci aveva attaccato. Ma se rovesci un governo hai una responsabilità di ricostruzione politica” In Afghanistan “abbiamo continuato ciò che i russi avevano iniziato: istruzione per uomini e donne, una classe professionale. I talebani dovranno adattarsi ad un Paese diverso da quello che governarono vent’ anni fa”.