23 Novembre 2024
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1991: Gorbaciov e la fine dell’URSS

Se fosse stata riformata in tempo, l’Unione Sovietica sarebbe potuta sopravvivere come Unione di Stati sovrani, ma ormai era troppo tardi. E’ la riflessione consegnata alla Tass dall’ultimo presidente dell’Urss Mikhail Gorbaciov nel trentesimo anniversario della dissoluzione dell’impero sovietico.
Gorbaciov si dimise da presidente dell’Urss il 25 dicembre del 1991. La bandiera rossa sopra il Cremlino fu ammainata e sostituita con il tricolore russo. L’Unione Sovietica cessò di esistere lo stesso giorno, anche se formalmente si dissolse il 26 dicembre per ordine del Soviet Supremo. “Furono giorni bui per l’Unione Sovietica, per la Russia e anche per me. Ma non avevo il diritto di agire diversamente”, ricorda ora Gorbaciov, che spiega anche perché non usò mai la forza per tentare di tenere insieme l’impero: “In primo luogo perché avrei smesso di essere me stesso. E poi una decisione del genere avrebbe innescato una guerra civile gravissima e dalle conseguenze imprevedibili. Ero certo che questo scenario dovesse essere evitato a tutti i costi”.

“È certo comunque – continua Gorbaciov – che il Paese sarebbe potuto sopravvivere anche dopo il tentativo di colpo di stato dell’agosto 1991 come Unione di Stati sovrani. Ma fin dall’inizio abbiamo sottovalutato la portata e la profondità dei problemi nelle relazioni interetniche e nei rapporti tra il centro e le repubbliche. Ci è voluto troppo tempo per capire che l’Unione aveva bisogno di rinnovamento”.
Gorbaciov spiega che in quei giorni confusi l’obiettivo delle autorità sovietiche era “preservare l’Unione e creare una vera federazione con reale sovranità per le repubbliche, che avrebbero delegato parte dei loro poteri al centro. Sicurezza, difesa, rete dei trasporti, moneta e diritti umani dovevano rimanere nelle mani delle autorità centrali in base alla bozza del trattato della nuova Unione. Sono certo che fosse un’opzione praticabile e che la maggior parte delle repubbliche l’avrebbe sostenuta, ma il tentato golpe travolse questa possibilità”.
“Anche dopo il colpo di stato comunque, quando le repubbliche proclamarono la loro indipendenza e i poteri del Cremlino furono gravemente indeboliti, ero convinto che l’Unione potesse essere preservata. Per questo proposi l’Unione di Stati sovrani”, dice Gorbaciov, ribadendo che un soggetto del genere sarebbe diventato una confederazione con le repubbliche costituenti che avrebbero goduto di poteri ancora più ampi. “Per prima cosa, sarebbero diventati membri delle Nazioni Unite, mentre l’Unione avrebbe mantenuto il seggio nel Consiglio di sicurezza. Le forze armate e le armi nucleari sarebbero rimaste sotto un unico comando. Sono certo che sarebbe stato molto meglio di quello che è seguito al crollo dell’Unione Sovietica”.

[tratto da ANSA]