Intelligence, cultura, fake
Uno degli ultimi ritrovati francesi, o per meglio dire “rimasticati” perché per primi lo hanno affinato i servizi americani, è l’intelligence culturale. Era un campo da percorrere additato nei suoi ultimi tempi anche dal prof. Giaconi, generoso editorialista di alleo (https://www.radioradicale.it/scheda/545659/intelligence-tra-pubblico-e-privato).
Vediamo un caso eclatante generato sul web dai francesi, la piattaforma Thinkerview. Fatta con formato massiccio, di interviste in media di due ore per ciascun invitato, è comunque di diverse lunghezze avanti a epifenomeni italiani consimili, genere Byoblu.
Negli ultimi 3 anni hanno partecipato a Thinkerview:
– l’ex direttore della sicurezza esterna Alain Juilliet;
– ex agenti come Alain Chouiet e Berillio 614 – che dovevano promuovere i loro libri, saggi e non romanzi;
– ‘onorevoli collaboratori’ dell’intelligence economica come Maxime Renahy.
Oltre a queste amabili conversazioni, del resto i francesi sono eredi di quei letterati borgesiani che erano i druidi, non sono mancate le interviste all’ex direttore della sicurezza interna Bernard Squarcini e all’ex amministratore delegato Alstom Pierucci.
Si tratta in fondo di intossicazione. Perché è in che senso? Perché forniscono false informazioni confidenziali. Esemplifico:
– Juilliet indica gli Accordi di Abramo tra Israele, Emirati Arabi e Bahrain come non previsti dalla DGSE;
– Chouiet e Berillio fanno intelligence culturale scontrandosi platealmente e senza garbo con gli interessi italiani;
– Renahy racconta di aver lavorato sull’isola di Jersey soltanto con un’infarinatura circa l’uso di chiavette USB da parte di un informatico;
– Squarcini è vistosamente filo-russo (2020), anche più di Juilliet che invece culturalmente ricorda per analogie le lettere Franco-russe del tempo che fu;
– Pierucci vendeva turbine per centrali nucleari anche alla Russia e si era opposto alla cessione del gruppo a una controllata USA. Fu abbastanza celermente incarcerato negli USA.
Oltre a questi esempi il canale offre una pregevole intervista del 2020 a Harbulot a tema Covid, Cina e crisi finanziaria. Estrapolo un passaggio che suona ancora più sconfortante estratto dal contesto dialogato: “La Cina ha mentito perché non poteva fare altro, è un regime comunista solo contro tutti. Per negoziare con loro devi essere iniquo, devi entrare nelle loro contraddizioni. La Russia non fa disinformazione – semmai penetra il sistema cognitivo occidentale. È la Cina a fare disinformazione, la sua contraddizione che non deve fare esplodere è contenere il popolo, gestire l’opposizione della Cina di Canton e di quella di Pechino”.
Merita ricordare poi un’altra intervista a Cristophe Stalla-Bourdillon del campus Artem, Nancy (2020). Vi si parla della logica di seduzione senza affezione della Cina – dove la forza viene in un secondo momento. La Cina, ci viene spiegato, vede la Francia come il puro immobilismo. Il tema è allora propaganda e contro-propaganda, raccontate in due ore e mezza. I primi 45 minuti sono dedicati integralmente a una tirata celebrativa della Cina. Alla fine l’oratore si definisce di centro spostato a destra, cattolico, aggiungendo che suo padre era comunista.
Facendo qualche passo indietro notiamo che è statk proprio il canale Thinkerview a caricare nel 2018 la lezione in grande all’école de guerre dei vari Olivier Delamarche (finanza), Pierre Sabatier (ingegneria e agricoltura) e del già menzionato Allain Julliet che questa volta interviene a parte, dopo un’ora e dieci di amabile conversazione civile dei due su Trump, le leggi americane per la tassazione sui prodotti cinesi e altri argomenti oggi fatui e remoti come l’attività da ministro di Salvini. Juilliet parla per 40 minuti di fila, come in altri interventi (per esempio alla Dauphine Strategie Defense, l’università di Parigi – interessante che in quel contesto affermi che 1 notizia su 5 che leggiamo ogni giorno è falsa). Sul palco è da solo: a porgli le domande dalla platea, inaspettatamente, il conduttore delle interviste Thinkwerview, ripreso di spalle. Prima domanda: “siete tornato da Washington, cosa avete fatto con gli americani per le fake news e la propaganda russa?”
Si lascia al cosmonauta del web il piacere di vedere questo canale e gli si porge una domanda: perché inserendo su Google l’unico nome associato a Thinkerview, Betrand Pilet, vi offrono un documento pdf del Ruskidom, il centro di Cultura russo a Belgrado, dove tra l’elenco di 87 partecipanti compare questa eminenza tra altri russi e qualche sparuto francese, proprio come CEO della Thinkerview? http://ruskidom.rs/Files/PDF/list.pdf