Turchia: Ogan con Erdogan
Recep Tayyip Erdogan vede la vittoria sempre più vicina dopo aver incassato il sostegno di Sinan Ogan in vista del ballottaggio del 28 maggio. “Chiedo ai miei elettori di appoggiare Erdogan”, ha annunciato il politico ultranazionalista arrivato terzo al primo turno delle presidenziali del 14 maggio dopo avere ottenuto poco più del 5% dei consensi. Intercettando il voto di protesta, il risultato di Ogan si era dimostrato determinante per portare la competizione elettorale al secondo turno, impedendo ad Erdogan di trionfare già al primo, non riuscendo di poco a superare il 50% dei voti, e fermando il leader delle opposizioni Kemal Kilicdaroglu a poco meno del 45%.
Proveniente dall’estrema destra nazionalista e noto per posizioni durissime nei confronti dei migranti, Ogan è stato il candidato di un’alleanza di piccoli partiti di destra che oggi si è sciolta. Durante una conferenza stampa ad Ankara senza domande, Ogan ha affermato di essere arrivato alla decisione di sostenere il presidente in carica per dare stabilità alla Turchia, dopo che Erdogan ha ottenuto già la maggioranza in parlamento con una coalizione dove è presente l’Mhp, la formazione da cui Ogan proviene e dove, secondo analisti, vorrebbe tornare per prenderne la guida.
Il politico ieri ha assicurato di “non avere negoziato per alcuna posizione” nel futuro governo né con il capo di Stato uscente né tanto meno con la coalizione di opposizione. Nei giorni scorsi, Ogan aveva comunque incontrato Erdogan e nel suo discorso di oggi ha menzionato la necessità di “prendere tutte le misure per rimpatriare i migranti” entro un periodo prestabilito, sostenendo che il presidente turco è in sintonia con lui su questo.
La questione dei siriani che la Turchia ha ospitato dopo l’inizio del conflitto civile nel 2011, quasi 4 milioni di persone, ha dominato la campagna elettorale e nei giorni scorsi Erdogan aveva annunciato che Ankara avrebbe “incoraggiato” un milione di rifugiati a tornare. Anche Kilicdaroglu ha affrontato il tema, esprimendo una posizione analoga anche se più dura, promettendo il completo rimpatrio dei migranti in caso di vittoria.
La linea di Ogan si discosta comunque dall’alleanza di opposizione su un altro punto, ovvero il sostegno che
Kilicdaroglu ha ottenuto dal Partito della Sinistra Verde Ysp, di orientamento filo curdo. Nel suo discorso di oggi Ogan ha attaccato la formazione, alludendo a legami tra il terrorismo separatista armato del Pkk e il partito filo curdo mentre nei giorni scorsi anche Kilicdaroglu aveva insistito su una retorica più nazionalista, correndo il rischio di alienarsi l’elettorato curdo che lo ha in gran parte sostenuto al primo turno.
“Penso che domenica voterò per Erdogan ma non ne sono ancora certo”, dice all’ANSA Guven Ozturk, videomaker 31enne di Istanbul ed elettore di Ogan al primo turno. Pur non dichiarandosi soddisfatto del presidente turco in carica, secondo lui l’alleanza di opposizione è formata da partiti troppo diversi tra loro che presentano una proposta confusa.
“Non credo comunque che tutti quelli che hanno votato per Ogan voteranno automaticamente per Erdogan al ballottaggio”, taglia corto Ozturk.
[di Fillippo Cicciù – tratto da ANSA]