La UE non va in Turchia
Sono disponibili online le dichiarazioni a proposito di Turchia pronunciate da Borrell nel corso del suo mandato (2019-2024) agli Esteri. Vediamone alcune:
“La Turchia punta a far riconoscere Ankara come un importante attore regionale che non può essere escluso né dalla condivisione dei proventi delle risorse di gas né da una soluzione politica in Libia, rispecchiando la sua passata influenza nel Mediterraneo che i suoi leader cercano di ripristinare”. Estate 2020
“La Turchia è un vicino importante per l’Unione europea – non cambieremo la geografia, rimarrà tale – ed è un partner fondamentale in molti settori, come per esempio la migrazione. Sarà difficile pensare di poter risolvere i flussi migratori senza l’aiuto della Turchia, sia nel Mediterraneo orientale che ora con la crisi libica anche nel Mediterraneo centrale.” Settembre 2020
“La Turchia sta giocando un ruolo importante in quasi tutti i conflitti. La vediamo in Libia e in Somalia. Vedo persino la Turchia impegnata nella questione del Venezuela. Quindi, perché´ no, essa può svolgere un ruolo nel processo di pace in Medio Oriente sostenendo con forza la causa dei palestinesi. E noi siamo pronti a impegnarci con la Turchia e con tutti gli attori rilevanti dell’area.” Novembre 2023
In questi passaggi Borrell riconosceva a chiare lettere la rilevanza della Turchia, che però non ha avuto riscontro tout azimuts, in tutti i campi. Prendiamo per esempio la pietra dello scandalo, il documento pesante della UE a detrimento della Turchia, che risale a 4 anni fa. Lo si legge qui:IMMC.JOIN%282021%298%20final%2F2.ENG.xhtml.1_EN_ACT_part1_v5.docx
Nel suo mandato Borrell ha obliterato che non si puo´ avere la Turchia, per considerazioni geografiche prima ancora che geopolitiche, come nemico contemporaneamente alla Russia. Questo anche a prescindere dagli interessi che la successore di Borrell, Kallas, oltre a curare il “suo” fianco nordorientale NATO piuttosto che quello meridionale presidiato dalla Turchia, potrà dimostrare per Istanbul.
Notiamo che l’Europa non è riuscita a garantire alla Turchia un ruolo diverso da un presidio per i migranti del vicino Medio Oriente, in particolare siriani. E la connessa politica di espansione dell’UE rivolta ai Balcani rischia di indebolire ulteriormente il già fragile, se non destabilizzato, fianco orientale europeo. Allargamento ai Balcani che si farà magari avendo cura di prendere il litio serbo con triangolazioni e intermediari, prima che eventualmente la Serbia acceda alla UE e faccia scoppiare altri scandaletti. Lo sa bene Costa che si dimise da Primo ministro portoghese dopo che venne fuori l’incanalamento di fondi per il litio. Oggi Costa, promoveatur ut amoveatur, è il successore del Presidente del Consiglio UE.
Nel Mediterraneo la retorica di Borrell sul coinvolgimento della Turchia come partner “stabilizzante” è sempre stata quindi in contraddizione con la dipendenza da Ankara come gatekeeper in materia di migrazione, e questo rapporto non biunivoco ha limitato l’influenza – o la capacità di contrappeso, leverage – europea, costringendola a tollerare le scelte politiche turche sempre più assertive a livello macroegionale: Siria (non solo al Nord), Turchia (Bengasi), Corno d’Africa.
Nel Mediterraneo la retorica di Borrell sul coinvolgimento della Turchia come partner “stabilizzante” è sempre stata quindi in contraddizione con la dipendenza da Ankara come gatekeeper in materia di migrazione, e questo rapporto non biunivoco ha limitato l’influenza – o la capacità di contrappeso, leverage – europea, costringendola a tollerare le scelte politiche turche sempre più assertive a livello macroegionale: Siria (non solo al Nord), Turchia (Bengasi), Corno d’Africa.
Questo in sé non sarebbe del tutto da catalogare come imperizia strategica della UE, perché altre scelte sono possibili. La geopolitica religiosa del Vaticano si stava muovendo in direzione filoturca con le simpatie di Papa Francesco per Gaza e la commemorazione del Concilio di Nicea che, era in fatis, doveva portarlo questo maggio a celebrare simbolicamente nell’attuale Nicea, a İznik. E ci andrà quindi Leone XIV: Papa Leone XIV, il primo viaggio sarà in Turchia?
A fronte dei “papelli” della politica estera diretta a bracciate da Borrell come in un film neorealista, quanto più lungimirante, al limite simbolica, ma effettivamente a passi lunghi e saldi, è la geopolitica del Vaticano: Turchia, il vescovo Palinuro: “I cristiani al lavoro per abbattere il pregiudizio” – Vatican News
Si è quindi verificata la seconda ipotesi che avevo prospettato Dove va il papato? – Andrea Bianchi | Leo Rugens – Sconfinamenti per l´elezione papale: non antirusso toto corde, ma proiettato al sud globale anche in funzione di equilibrio tra sponda meridionale e settentrionale del Mar Nero, fiancheggiando il dialogo turco in dialogo col patriarca Bartolomeo.
Papa Leone XIV che è agostiniano e matematico, quasi shakesperiano per sapere enciclopedico, sa bene che il Mar Nero si chiama così perché gli Ottomani (a cui si richiama oggi la Turchia) identificavano il settentrione con il colore delle tenebre, mentre il Mediterraneo era il mare bianco del Sud. Dubito che con questi chiari di luna a Bruxelles siano tutti informati della cosa.
- Turkey: Statement by the Spokesperson on media reporting on IPA cuts | EEAS (europa.eu)
- Turkey: Speech on behalf of High Representative/Vice-President Josep Borrell at the EP debate | EEAS (europa.eu)
- Central Asia: Remarks by High Representative/Vice-President Josep Borrell to the press | EEAS (piu´ per area uraloaltaica o panturanica)
- HRVP Borrell: a positive dynamic for the EU enlargement process | EEAS (europa.eu)
- Belgrade-Pristina Dialogue: Remarks by High Representative Josep Borrell ahead of the High-Level meeting with Prime Minister Kurti and President Vučić | EEAS (europa.eu)
- From Dayton to Brussels: speech on the European future of Bosnia Herzegovina | EEAS (europa.eu)
- Western Balkans: Press remarks by High Representative/Vice-President Josep Borrell before the meeting of NATO Foreign Ministers | EEAS (europa.eu)
- Enlargement: Statement by High Representative Josep Borrell on the 20th anniversary of the biggest wave of EU accession ever | EEAS (europa.eu)