3 Luglio 2025
Words

Traiettoria russa in Libia

Risulta evidente che la configurazione odierna della Libia è relativamente più omogenea rispetto al passato. Una bella mappa ce lo rivela: raffinerie e depositi di petrolio permettendo (più diffusi nell’est, in Cirenaica), la distribuzione attuale, netta, in due blocchi, sembra una semplificazione della Libia di cento anni fa. Almeno, a prima vista.
Quello che a uno storico di oggi parrebbe uno stato di ordine abbastanza tollerabile, guardando la cartina della Libia di Indipendent e paragonandola agli sviluppi che il Paese andava subendo nel secolo passato, si mostra come un ottimismo di tipo fallace, storicistico, per cui tutto si dispone per il meglio.
Ma non si può nemmeno dire l’opposto e cioè che la situazione odierna sia indecifrabile, illeggibile. Certo rispetto all´era ante-covid (per esempio qui Russia’s Strategy in Libya | Royal United Services Institute e qui Moscow Laying Groundwork for Deeper Military Involvement in Libya – Jamestown) la situazione si è dipanata una volta morto Prigozhin (Moscow’s Mercenary Ways | Carnegie Endowment for International Peace) e passato il comando della Wagner direttamente all´intelligence russa. In compenso altri scenari prossimi alla Libia sono entrati in situazione di squilibrio. Il Sudan che riversa migranti in Egitto da inizio 2023 è la scena di un conflitto proxy tra forze “ribelli” nel sudovest del Paese protette dalla Turchia e forze “conservatrici” nell’est-nordest sotto l’egida degli Emirati Arabi. Mentre la Russia non appoggia nessuna delle due parti con esclusiva e distribuisce i suoi favori a entrambe. (Russia Switches Sides in Sudan War – Jamestown).

Se lo scenario libico pare incomprensibile, si possono fare due cose. O ricercare a tappeto notizie online e metterle in serie con quel che si sapeva dell’argomento; oppure inserire la Libia in un contesto più grande e raggiungerla di qui, metaforicamente, per cerchi concentrici dentro l’area MENA che include sia Medio Oriente che Nord Africa. Quindi si parte di rigore da Israele-Iran. Israele usa la Siria come buffer zone scacciandone la Turchia; la Russia lascia la Siria e rimette piede in Libia. Nel frattempo, ma è notizia di pochi giorni fa, l’Azerbaijan è destabilizzato perché si trova, e non capitava spesso, contro sia la Russia (tensioni accumulate negli ultimi due anni) sia l’Iran (appoggio a Israele nell’attacco recente, https://www.rferl.org/a/iran-azerbaijan-israel-war-territory-airspace/33456456.html).
L’Azerbaijan, non fosse per il sostegno israeliano (https://interfax.com/newsroom/top-stories/112324/), vedrebbe la sua classe politica in notevole “periglio.”

La Russia ha dunque spostato armi e bagagli nella Libia orientale o Cirenaica ristabilendo il canale con Haftar. Il giornalismo francese ha documentato recenti spostamenti di un aereo Antonov con direzione Libia: Russie en Afrique: Al-Khadim, plaque tournante de l’armement russe pour le Sahel (2/2) e già a fine dicembre i dislocamenti della flotta russa dai porti siriani erano attenzionati da Radio Free Europe: Russia Moving Military Assets To Africa After Syria Setback.
Si sono tracciati i consueti scenari terra-terra, affidabili, da parte del RUSI inglese (Russia’s Options for Naval Basing in the Mediterranean After Syria’s Tartus | Royal United Services Institute) che ha anche messo a disposizione una scelta di notizie per quanto riguarda le basi aeree libiche operate dai russi (Russia Increasing Military Presence in Africa by Reviving Desert Airbase in the Libyan Sahara – Jamestown).

Sul Factbook della CIA leggiamo poi una nota aggiornata al 2024 che dice:
“le forze del GNU, Governo di Unita´ Nazionale a ovest e dell’LNA, Esercito Nazionale Libico, a est sono separate da una linea di controllo fortificata che va all’incirca dalla città costiera di Sirte a sud, arrivando presso Al Jufra e Brak; la Turchia ha fornito sostegno alle forze del GNU, inviando addestratori militari, munizioni, armi e droni aerei; Russia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto sono stati i principali sostenitori dell’LNA; sia l’LNA che le forze del GNU hanno incorporato combattenti stranieri nei loro ranghi.” (Libya – The World Factbook).

Le domande che si profilano e che attendono risposta sono quindi:

  • Perché´ l’Europa si ostina a considerare come nemici allo stesso tempo sia Erdogan che Putin, quando sostanzialmente e storicamente gli interessi russo e turco non collimano? La cordiale intesa russo-turca in Libia è evidentemente conclusa (A Dysfunctional Peace: How Libya’s Fault Lines Were Redrawn – War on the Rocks)
  • Quanto a lungo si protrarrà il sostegno francese alla Cirenaica? Quanto è realisticamente possibile?