18 Novembre 2025
Words

Zohran alla conquista dell’America

“Il sole potrebbe essere tramontato sulla nostra città stasera, ma come disse una volta Eugene Debs, vedo l’alba di un giorno migliore per l’umanità”. Sono le prime parole di Mamdani al suo quartier generale a Brooklyn dopo la vittoria.
New York ha un nuovo sindaco, il primo musulmano. Zohran Mamdani ha 34 anni, è un democratico che si definisce “socialista”, con madre indiana e padre dell’Uganda, dove é nato. Ha sbaragliato l’ex governatore dem di NY Andrew Cuomo, che era appoggiato anche da Donald Trump e Elon Musk, e il candidato repubblicano Curtis Sliwa.
Invocato dalla folla col suo nome, Zohran, Zohran, ha detto: “Il futuro è nelle nostre mani”, e poi ha attaccato l’avversario Andrew Cuomo, ex-governatore per tre mandati e figlio di un governatore: “abbiamo rovesciato una dinastia politica. Auguro a Cuomo solo il meglio nella vita privata. Ma che questa sia l’ultima volta che pronuncio il suo nome mentre voltiamo pagina”.

Mamdani è il nuovo astro nascente del partito, sostenuto (anche se non formalmente) da Barack Obama ma non da tutto l’establishment dem. Ha vinto con un programma per rendere NY più easy, più a misura dell’uomo comune, con bus gratis, supermercati comunali, affitti calmierati e più tasse ai ricchi.
Come sarà possibile mantenere un servizio di mobilità pubblica su gomma gratuitamente lo vedremo presto, mentre pare piuttosto demagogica la costituzione di supermercati municipali e ci sarà da capire l’effettivo vantaggio di questo progetto di distribuzione alimentare alternativa (se sarà cioè una questione di qualità alimentare), in una città dove il junk food ha costi bassissimi. Interessante la questione del social housing, che peraltro a NY ha sempre avuto suoi canali e società di mutuo soccorso impegnate nel settore, per non dimenticare il grande investimento pubblico dell’ex sindaco Bill De Blasio per l’edilizia popolare.

Nel suo discorso dopo il successo elettorale come primo cittadino di New York, Zohran Mamdani ha promesso una “nuova era” di cambiamento politico, ha evocato più volte la parola speranza di obamiana memoria, ha celebrato la diversità della città e si è impegnato per la difesa di tutti, condannando l’antisemitismo ma anche chi lo strumentalizza. Infine ha ringraziato i genitori e la moglie, saliti sul palco accanto a lui. “Da quando abbiamo memoria – ha detto – i ricchi e i benestanti hanno sempre detto ai lavoratori di New York che il potere non appartiene alle loro mani, con dita ammaccate per aver sollevato scatole sul pavimento del magazzino, palmi callosi per aver urtato il manubrio delle bici delle consegne, nocche segnate da ustioni in cucina. Non sono queste le mani a cui è stato permesso di detenere il potere”, ha detto Mamdani. “Eppure – ha proseguito – negli ultimi 12 mesi, avete osato puntare a qualcosa di più grande. Stasera, contro ogni previsione, l’abbiamo colto. Il futuro è nelle nostre mani. In questo momento di oscurità politica, New York sarà la luce”.

Vedremo se la luce dell’avvenire brillerà sulle ali di questo giovane coraggioso e sfrontato (ha detto a Trump di alzare il volume della sua radio, per assaporare la sconfitta del tycoon). Certamente aver citato, nel primo discorso da eletto, la figura di Debs, fondatore del Partito Socialdemocratico Americano (poi confluito nel 1901 nel Partito Socialista d’America), fa un certo effetto, o almeno dovrebbe farne ai democratici americani, poiché Debs ai primi del Novecento piantò una spina nel fianco del bipartitismo americano. Chissà che Mamdani non usi il passaggio dal treno dem per riportare un po’ di internazionalismo operaista o di socialismo radicale in un Paese che si è contraddistinto nella sua storia come fortemente equidistante da fascismo e socialismo. Questo è quello che spera Bernie Sanders. A commento del suo pupillo ha dichiarato: “la vittoria di Zohran Mamdani a sindaco di New York costituisce uno dei più grandi sconvolgimenti politici della Storia moderna americana”.