22 Dicembre 2024
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Emiliano Gucci –Hudie Maxituàn, Fratello come sei, Mauro Pagliai Editore 2016, pag. 188, € 9,00

Chiedersi di chi sia questo secondo nome che si affianca a quello di Emiliano Gucci è una domanda legittima, e si cerca immediatamente di leggere la nazionalità dello sconosciuto, con un disagio sottile di mancata conoscenza. Poi si scopre che Hudie Maxituàn è il nome utilizzato dal collettivo TuttiSoFrà per una esperienza di scrittura creativa insieme a Gucci. Sono ragazzi e ragazze che hanno fratelli e sorelle con Sindrome di Down, che si incontrano presso l’associazione Trisomia 21 Onlus di Firenze.

E allora subentra la curiosità di entrare nel libro. E’ un romanzo in cui le vicende personali si alternano a pagine di una storia che nasce negli incontri di gruppo. Ognuno racconta le difficoltà del quotidiano, delle relazioni, i dubbi, il disagio. Ma allo stesso tempo emerge la forza del legame, il rispetto dell’altro- il fratello Down-, la gioia delle sue conquiste verso ogni forma di autonomia. Non è un percorso facile e scontato, soprattutto quando si è ancora piccoli e si attende l’arrivo di un fratellino che poi non è del tutto come ti saresti aspettato.

Nel gruppo ognuno fa le sue proposte, si confrontano, si fanno scelte e si procede nel racconto. Fulvio, un personaggio del romanzo, ora riflette e si dà risposte certe. La madre – forse due anni fa- gli ha chiesto se a Sauro, il fratello Down, lui vuole bene e Fulvio è rimasto zitto continuando a inforcare le penne dal piatto. Poi la madre ha aggiunto: Nonostante tutto e “lui di colpo ha risposto “No”, di colpo, ma non sapeva neanche a cosa stava rispondendo, se voleva dire “ no, non gli voglio bene” oppure sì, gli voglio bene, ma non “nonostante tutto”. Gli voglio bene e basta”.

Il gruppo diventa sempre più importante anche per chi ne aveva sottovalutato la funzione, diventa un appuntamento da non mancare, nelle certezza di stare accanto a persone che ti capiscono perché vivono le stesse esperienze, e non c’è bisogno di tante spiegazioni.

Interessante e delicata la storia che prende vita che ci porta su un’isola soleggiata e ventosa, dove un certo Edward si è rifugiato per fuggire ad un legame familiare, un impegno affettivo troppo difficile da sostenere. L’isola ed i suoi abitanti lo riappacificano col passato, soprattutto uno di essi, un ragazzo Down con grandi capacità manuali, che crea fiori stupendi- lui li chiama kastalie-  con gli scarti di pesce. Storia a lieto fine, raccontata con delicatezza, all’interno di un romanzo breve in cui si gioca con una struttura originale e intrigante.

L’esperienza di scrittura creativa si mostra vincente sotto aspetti molteplici e dà un interesse nuovo agli incontri. Scrivere chiede di scendere nel profondo, di mettersi in gioco, può spaventare ma fondamentalmente affascina: “scrivere può essere importante nel momento in sé. Il gesto di scrivere, il pensiero e il lavoro interiore che portano a farlo. Farlo. Non essere più le  stesse persone dopo averlo fatto. Trovarci qualcosa dentro, facendolo. Perderci dento qualcosa” .

E sul valore terapeutico dello scrivere si potrebbe aprire un’ampia riflessione.

Marisa Cecchetti

Marisa Cecchetti vive a Lucca. Insegnante di Lettere, ha collaborato a varie riviste e testate culturali. Tra le sue ultime pubblicazioni i racconti Maschile femminile plurale (Giovane Holden 2012), il romanzo Il fossato (Giovane Holden 2014), la silloge Come di solo andata (Il Foglio 2013). Ha tradotto poesie di Barolong Seboni pubblicate da LietoColle (2010): Nell’aria inquieta del Kalahari.