Emiliano Gucci –Hudie Maxituàn, Fratello come sei, Mauro Pagliai Editore 2016, pag. 188, € 9,00
Chiedersi di chi sia questo secondo nome che si affianca a quello di Emiliano Gucci è una domanda legittima, e si cerca immediatamente di leggere la nazionalità dello sconosciuto, con un disagio sottile di mancata conoscenza. Poi si scopre che Hudie Maxituàn è il nome utilizzato dal collettivo TuttiSoFrà per una esperienza di scrittura creativa insieme a Gucci. Sono ragazzi e ragazze che hanno fratelli e sorelle con Sindrome di Down, che si incontrano presso l’associazione Trisomia 21 Onlus di Firenze.
E allora subentra la curiosità di entrare nel libro. E’ un romanzo in cui le vicende personali si alternano a pagine di una storia che nasce negli incontri di gruppo. Ognuno racconta le difficoltà del quotidiano, delle relazioni, i dubbi, il disagio. Ma allo stesso tempo emerge la forza del legame, il rispetto dell’altro- il fratello Down-, la gioia delle sue conquiste verso ogni forma di autonomia. Non è un percorso facile e scontato, soprattutto quando si è ancora piccoli e si attende l’arrivo di un fratellino che poi non è del tutto come ti saresti aspettato.
Nel gruppo ognuno fa le sue proposte, si confrontano, si fanno scelte e si procede nel racconto. Fulvio, un personaggio del romanzo, ora riflette e si dà risposte certe. La madre – forse due anni fa- gli ha chiesto se a Sauro, il fratello Down, lui vuole bene e Fulvio è rimasto zitto continuando a inforcare le penne dal piatto. Poi la madre ha aggiunto: Nonostante tutto e “lui di colpo ha risposto “No”, di colpo, ma non sapeva neanche a cosa stava rispondendo, se voleva dire “ no, non gli voglio bene” oppure sì, gli voglio bene, ma non “nonostante tutto”. Gli voglio bene e basta”.
Il gruppo diventa sempre più importante anche per chi ne aveva sottovalutato la funzione, diventa un appuntamento da non mancare, nelle certezza di stare accanto a persone che ti capiscono perché vivono le stesse esperienze, e non c’è bisogno di tante spiegazioni.
Interessante e delicata la storia che prende vita che ci porta su un’isola soleggiata e ventosa, dove un certo Edward si è rifugiato per fuggire ad un legame familiare, un impegno affettivo troppo difficile da sostenere. L’isola ed i suoi abitanti lo riappacificano col passato, soprattutto uno di essi, un ragazzo Down con grandi capacità manuali, che crea fiori stupendi- lui li chiama kastalie- con gli scarti di pesce. Storia a lieto fine, raccontata con delicatezza, all’interno di un romanzo breve in cui si gioca con una struttura originale e intrigante.
L’esperienza di scrittura creativa si mostra vincente sotto aspetti molteplici e dà un interesse nuovo agli incontri. Scrivere chiede di scendere nel profondo, di mettersi in gioco, può spaventare ma fondamentalmente affascina: “scrivere può essere importante nel momento in sé. Il gesto di scrivere, il pensiero e il lavoro interiore che portano a farlo. Farlo. Non essere più le stesse persone dopo averlo fatto. Trovarci qualcosa dentro, facendolo. Perderci dento qualcosa” .
E sul valore terapeutico dello scrivere si potrebbe aprire un’ampia riflessione.