Come si ricicla il denaro sporco
Siete in crisi di liquidità, la vostra banca non vi dà più soldi a credito? Se avete abbastanza pelo sullo stomaco, potete iniziare la vostra nuova attività di riciclatori di denaro sporco. Naturalmente sto scherzando, ma il volume di questo business criminale è straordinariamente elevato. Solo nel 2014 la quantità di soldi riciclati in Italia è stata di ben 2,8 miliardi di Euro. Nel mondo, la “lavanderia” finanziaria vale almeno quanto la massa del mercato delle droghe, che è oggi di 1,4 volte la dimensione delle transazioni internazionali riguardanti il petrolio. E a questa cifra colossale c’è da aggiungere il denaro sporco che proviene da altre attività: la frode, la corruzione politica, il contrabbando.
Allora, quali sono le tecniche più usate per il money laundering? La più antica è lo smurfing. Consiste nel disporre di una squadra di collaboratori che cambia piccole cifre di denaro, in tempi e in istituti bancari diversi. Non è rilevante il taglio delle banconote, come invece crede l’ingenua UE e il più ingenuo ancora governo italiano, che mettono all’indice i portatori di fogli da 500 Euro o coloro che fanno operazioni oltre poche migliaia di Euro. Solo i professori di economia credono a queste sciocchezze. Lo smurfing si adatta subito e si mimetizza facilmente in mezzo a queste fesserie burocratiche.
Un successivo modo di riciclare denaro sporco è l’utilizzo delle case da gioco. L’organizzazione criminale compra una grossa quantità di fiches, ne gioca una piccolissima parte e chiede ai casinò di rilasciare un attestato che certifica come il denaro cambiato sia frutto di regolari vincite al gioco. Con un po’ di corruzione, si può fare.
Più spesso, sono le organizzazioni criminali che acquistano direttamente i casinò e si certificano da sole le “vincite”. Quasi tutti i casinò italiani sono nelle mani di strutture criminali.
Un ulteriore sistema è quello dell’acquisto del biglietto vincente in una agenzia di scommesse sportive. L’ignaro proprietario viene allettato da un piccolo bonus oltre la cifra della vincita legale e cede il biglietto fortunato all’organizzazione criminale che, poi, riscuote la vincita. Sempre nell’ambito delle agenzie di scommesse sportive, i criminali in fase di riciclaggio del loro denaro possono acquistare tutte le opzioni in gioco, tra quelle ci sarà sicuramente il biglietto vincente che permette infine un congruo lavaggio di denaro.
Da non dimenticare nemmeno il rimborso fiscale. La ditta di proprietà dell’organizzazione criminale dichiara al fisco una cifra largamente superiore al dovuto, poi richiede il rimborso all’Erario che arriva bello pulito.
Una tecnica ancora più evoluta di money laundering presuppone che un membro dell’organizzazione illegale depositi nella banca di un paradiso finanziario dei soldi sporchi. La documentazione dell’avvenuto deposito genera la possibilità di chiedere un prestito a un istituto bancario in Italia che, prontamente, lo concede. Se la banca italiana chiede il rientro, può avvalersi della liquidità depositata all’estero; mentre i soldi che ha concesso al membro della struttura criminale sono investiti, quaggiù, in immobili, aziende, titoli del tutto legali.
Ancora un’altra tecnica di riciclaggio: l’acquisto di buoni regalo emessi dalle aziende. Se si tratta di aziende globali, i voucher così ottenuti potranno essere spesi ovunque. Né bisogna dimenticare la vendita fittizia di immobili. Funziona così: un’organizzazione criminale compra un immobile a un valore molto inferiore alla somma da riciclare. Poi, essa rivende l’immobile a un acquirente compiacente al prezzo pari al totale della somma da riciclare, ben maggiore quindi del prezzo iniziale dell’abitazione. Il complice che compra paga con un bonifico bancario mentre riceve dall’organizzazione la differenza, in denaro liquido, tra il prezzo di mercato e quello che lui ha fittiziamente corrisposto all’organizzazione.
Da non dimenticare nemmeno, per il money laundering, la fondazione di società di copertura, che operano soprattutto nell’antiquariato e nel mercato dell’arte, soprattutto per la cosiddetta “arte contemporanea”. Sia gli oggetti antichi che le sciocchezze artistiche di oggi vengono accumulati, distribuiti in piccoli lotti e venduti al migliore offerente. E le società di copertura valgono per i succitati casinò, per le agenzie sportive, per i negozi di cambio valute e per i ristoranti. Tutto ciò che genera un flusso costante di valuta per piccole transazioni, che non danno nell’occhio. Non conta qui il guadagno, conta il flusso di cassa.
Inoltre, dobbiamo render conto del metodo di riciclaggio detto “delle due società”. Entrambe di proprietà dell’organizzazione criminale, l’una chiede fittiziamente beni o servizi all’altra, che emette fattura per operazioni inesistenti. Così la società A può certificare la provenienza del denaro “lavato”.
Un sottoinsieme della tecnica delle due società è quella delle acquisizioni e delle ristrutturazioni. Si compra un’attività decotta o in difficoltà, si compiono ristrutturazioni interne, pagate spesso in contanti, poi si rivende, con un valore nettamente aumentato che viene pagato, legalmente, con un bonifico bancario.
Anche le società sportive sono oggetto primario del lavaggio di denaro sporco. Il valore dei giocatori di calcio o di altri sport di massa serve per trasferire liquidità che ritorna alle organizzazioni criminali. Da non dimenticare nemmeno i sistemi paralleli di scambio, come l’hawala islamico, attività sotterranee che non consentono, almeno per ora, il controllo da parte degli stati e dei loro apparati fiscali e di polizia. Ma, naturalmente, vi sono altri sistemi minori per il riciclaggio, che dipendono soprattutto dal rapporto tra l’organizzazione criminale e l’ambiente in cui opera.