21 Novembre 2024
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Denise Ciampi, Tendenti al volo. Sei storie in cerca di grazia, Carmignani editrice 2015, pag. 122, € 12,00

Diversi il momento storico ed il contesto in cui prendono vita le sei storie di Denise Ciampi, diverso anche il registro linguistico, che si fa sempre più asciutto ed essenziale man mano che si avvicina ai tempi nostri. Ma trasversale a tutte le storie è la presenza di simboli, come il fitto uso della metafora ed il rimando alle fonti bibliografiche. E’ comunque un linguaggio, che pur sfumando spesso nella poesia, si avvale di elementi concreti, di descrizioni accurate e tangibili, come nella tradizione letteraria toscana.

Sono storie di donne che si allontanano dal comune sentire della massa, che hanno il coraggio di schierarsi contro, non per superbia, ma per consapevolezza profonda di un diritto che non dovrebbe essere conquistato, -quello della pari dignità tra uomo e donna- perché la nascita ce lo ha dato senza distinzione di sesso, prima che la convenienza e il potere e l’ignoranza, si impadronissero dei corpi femminili e li gestissero a interesse e piacimento.

Cosi Gostanza del racconto Gostanza e Dianora, – non altro che la strega di Libbiano nota nella letteratura e nella cinematografia, -affronta il processo, le calunnie, le torture, solo perché l’autorità e il potere, chiusi su una concezione inammissibile del bene e del male, non possono ammettere le sue capacità curative se non come conseguenza di un patto col diavolo e fanno di lei stessa una figura diabolica. La storia creata dalla Ciampi si intreccia con dialoghi degli stessi atti del processo. Delicata e intensa la figura di Dianora, la nipote che affianca e protegge la donna, che allo stesso tempo impara le arti, decisa e consapevole, ma circondata dai timori della vecchia, che conosce la crudeltà degli uomini.

Non è necessario tornare al XVI secolo per essere considerata una strega, perché se una vive appartata in un luogo isolato, raccoglie erbe curative, interviene ad aiutare donne in difficoltà, si cura con oli che lei stessa prepara e si lascia dietro un profumo dolce amaro di mandorla, deve essere senza dubbio dotata di poteri demoniaci, e quindi tenuta lontana e temuta. Non tanto, però, che non possa essere spezzato il cerchio là dove intervenga la ragione, ma soprattutto se c’è un irresistibile richiamo del sangue, come una appartenenza sconosciuta ed inspiegabile. Se con La strega delle mandorle siamo negli anni ’60 del secolo scorso, con Galerana siamo negli anni della contestazione giovanile di quello stesso decennio, quando si osa sfidare la rigida struttura borghese della società, si occupano scuole ed Università, si sfila in cortei. E le donne, le giovani, lottano perché siano riconosciuti loro quei diritti alla parità, che la storia e la cultura maschilista ha sempre loro negato. Ragazze osteggiate dalle famiglie, che osano fino in fondo, a loro rischio

Omaggio a Virginia Woolf è il racconto Sul fiume, dove l’Ouse e l’Arno si richiamano e sembrano duettare nel raccogliere la malinconia delle protagoniste. La figura della grande scrittrice rappresenta tutto il valore del volo. Racconto più secco, meno narrativo e più complesso, con bruschi passaggi e alternarsi di personaggi, senza dubbio consapevolmente voluti.

Maria ci immerge nella società liquida e crudele dei nostri giorni, dove il lavoro spersonalizza o abbrutisce, dove la società per cui lavori ti chiede di cancellare ogni forma di umanità, anche e soprattutto nei confronti dei più deboli. Maria non regge e sperimenta la discesa per sua scelta, fino alle condizioni più umilianti dell’essere. Ma la sua umanità vince, soprattutto grazie alla parola scritta- semplici pensieri sui foglietti distribuiti ai passanti, riflessioni lasciate sul selciato delle piazze. La parola è la sua salvezza, con essa si costruiscono legami e si aprono nuove e più umane possibilità di risorgere.

Frida Kahlo è la protagonista dell’ultimo racconto, Il sole, la luna e il volo della colomba. Non poteva essere scelta figura più significativa per rappresentare il volo, l’abbandono del conformismo, la fida alla società ed al perbenismo, il coraggio di essere se stessa nella vita privata e nella società, la forza di superare ogni ostacolo -anche e soprattutto fisico- per continuare a professare fino in fondo la passione, la forza, la bellezza dell’esistenza, nonostante tutto

 

Marisa Cecchetti

Marisa Cecchetti vive a Lucca. Insegnante di Lettere, ha collaborato a varie riviste e testate culturali. Tra le sue ultime pubblicazioni i racconti Maschile femminile plurale (Giovane Holden 2012), il romanzo Il fossato (Giovane Holden 2014), la silloge Come di solo andata (Il Foglio 2013). Ha tradotto poesie di Barolong Seboni pubblicate da LietoColle (2010): Nell’aria inquieta del Kalahari.