Addio a Bauman
La morte di Zigmunt Bauman ci priva del sociologo più eminente del panorama contemporaneo. I suoi interessi andavano dalla filosofia all’antropologia alla sociologia (declinata in tutte le sue manifestazioni) all’etica alla politica. Bauman è stato, forse, il sociologo più eminente degli ultimi trent’anni perché ha saputo analizzare la società (che abbiamo davanti) in tutte le sue sfaccettature. Senza sconti. Senza avere la paura di poter perdere qualcosa. Mettendo sotto il suo microscopio (di osservatore) tutti i nostri difetti, tutte le nostre mancanze, tutti i nostri desideri, tutte le nostre paure, tutte le nostre colpe. Bauman è stato il più grande analista contemporaneo e la sua diagnosi relativa alla «liquidità» (come caratteristica più rilevante che contraddistingue le nostre società) è stata illuminante. Per tutti. Non si poteva (e non si può) fare a meno di passare per la «liquidità» se si volevano (e se si vogliono) analizzare le società in cui viviamo nella loro completezza. Bauman ci ha insegnato l’oggi. Ci ha spiegato bene quale è il posto in cui viviamo. Con la caduta del Muro di Berlino il mondo è diventato «liquido». È diventato morbido, friabile; pronto ad assumere la forma del contenitore (sia esso politico, sociale, economico ecc.) che lo contiene piuttosto che pronto a possedere (di suo) una forma sua propria.
Bauman ci ha insegnato che cosa sono gli immigrati, che cosa sono le bidonville di Città del Capo, gli slums di Calcutta, le banlieu di Parigi, che cosa sono gli «scarti» della globalizzazione: stranieri, rifugiati politici, persone in cerca di una prima occupazione ecc. Con Bauman se ne va il più acuto osservatore del mondo in cui viviamo. È come se ci mancasse qualcuno che ci vede comportarci in un certo modo e ci spiega perché lo facciamo. Perché abbiamo scelto quel modo di comportamento e non altri. Che cosa sono i nostri vicini di casa, gli amici, le persone che contattiamo su Facebook. Addio professor Bauman: hai analizzato e formulato una diagnosi su di noi e noi (tutti ammalati) te ne siamo grati! Ci hai reso la vita più semplice da capire e hai reso questo Pianeta un po’ migliore perché hai saputo capire dove stava andando la strada che tutti noi stavamo intraprendendo. Perché hai saputo capire (semplicemente) tutti quanti noi, per dove stavamo andando