The dark side of Del Grande
Gabriele del Grande è andato in Turchia, e in Siria, da solo. Nessun giornale lo ha mai utilizzato, e ci mancherebbe altro. Basterebbe solo la sua partecipazione a “otto e mezzo” della Gruber (che almeno in giro c’è stata davvero) per disilludere ogni direttore di testata, anche il più progressista. Non è nemmeno un freelance, dato che non esiste in nessuna documentazione ufficiale la sua iscrizione a un qualche ordine dei giornalisti. E – ripetiamo – ci saremmo meravigliati del contrario.
Esiste un blog di Del Grande, chiamato “Fortress Europe”, che elenca pazientemente tutte le vittime in mare delle migrazioni dall’Africa e dal Medio Oriente. Lo può fare chiunque, i dati e i nomi si trovano su tutti i mass media.
Naturalmente, ogni Paese degno di questo nome si mobilita per un suo concittadino ingiustamente recluso all’estero. Tuttavia c’è un MA e una responsabilità personale per questi “centri sociali all’estero”. E, poi, nessuno vive con un blog. Come si manteneva allora Del Grande?
Il suo blog era finanziato dal solito George Soros che, dichiarandosi discepolo del filosofo della scienza Karl Popper (ma Popper sarebbe d’accordo?), vuole i flussi liberi di tutti per ogni dove. Poi, tanto, i Paesi vanno in fallimento e lui ci specula sopra. Soros ha fatto i soldi, molti anni fa, speculando sulla sterlina inglese e sulla lira italiana, e mettendo temporaneamente in ginocchio quelle valute e quei Paesi.
Mentre la sinistra avrebbe visto volentieri i due marò uccisi dalla “giustizia” indiana, dato che due militari della Marina, solo in quanto tali, sono “fascisti” e comunque la gauche si beve subito la favola, indiana appunto, della loro colpevolezza; per Del Grande, Regeni, le due esilaranti Simone, e qualche altro avventuriero del nulla o dell’ideologia corrente tutto va sempre bene.
La compagna di Del Grande si chiama Alexandra D’Onofrio, è per metà greca e per l’altra inglese, vive ad Atene e ha scritto (me la sono pure letta, purtroppo) una tesi all’Università di Manchester intitolata “Reaching for the horizon: exploring existential possibilities of migration and movement through participatory animation”. Una saccente minchiata che potete leggere anche voi al link http://manchester.academia.edu/AlexandraDOnofrio.
Lui, che non si sa bene come mantenga se stesso, la compagna e i figli, straparla di categorie come “la gioventù” o il “superamento delle frontiere”. Finito, almeno visibilmente, il contributo di Soros, che Del Grande dichiara essere cessato nel 2012, la domanda iniziale rimane inevasa: come vive Del Grande con la sua famiglia?
Esilarante poi la sua lettura della rivolta siriana, che dimostra come sia sempre più attuale il cap. 47 del “Tao Te Ching”: “Senza uscire dalla porta/puoi conoscere il mondo/senza guardare fuori dalla finestra/ puoi vedere il cielo/più viaggi lontano/meno conosci/quindi il saggio conosce senza viaggiare/comprende senza vedere/compie senza agire”.
Per il caso Regeni, noi abbiamo interrotto le nostre relazioni con l’Egitto, proprio mentre l’ENI trattava lo sfruttamento di un colossale giacimento al largo di Alessandria. Che sia proprio questa la chiave? E se la colpa non fosse del povero generale egiziano, ma del professore di Cambridge che lo ha mandato al Cairo, lo ha fornito di oltre 10.000 sterline per pagare gli informatori, per metterlo poi nelle maniche dei cosiddetti sindacati “indipendenti” egiziani, che anche l’ultimo analista sa essere legati a doppio filo con i Servizi del Cairo? E magari informare anche le autorità egiziane? Quali responsabilità ha l’Università di Cambridge in quella faccenda?
Ci voleva tutta questa sceneggiata per scoprire una questione parasindacale e politica che ogni studioso del Medio Oriente sa a memoria? Per non parlare delle due famose Greta & Vanessa, prima amiche della “rivolta” jihadista e poi utilizzate dai loro stessi amici islamisti per estorcere denaro all’Italia… Una politica estera fatta da dilettanti allo sbaraglio, giornalisti, pseudogiornalisti e “operatori umanitari”, che ogni Paese a noi avverso può muovere come marionette. Ecco la verità.