19 Dicembre 2024
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L’incaricato di coalizione

L’ipotesi più probabile sembra che sia un incarico a Matteo Salvini. Tuttavia il Presidente Mattarella, per risolvere l’impasse nella quale lo Stato Italiano si è venuto a trovare dopo il voto del 4 marzo, non si è ancora espresso. Ma, stando all’autorevole quotidiano Repubblica, questa sembra l’ipotesi più accreditata (o almeno un leghista, tipo Giorgetti, tollerato a destra e a manca).

Che vuol dire dare un incarico a Matteo Salvini (o altro leghista)?

Il Partito (se di partito si può parlare, visto che il M5S non si definisce partito ma movimento) che ha vinto le elezioni è, per l’appunto, il M5S. Salvini è solo il rappresentante della coalizione (4 gambe) che ha vinto come coalizione. Dunque quello a Salvini è un incarico alla coalizione non al movimento. Non ai partiti ma alla somma algebrica dei partiti. Che vuol dire? Che i partiti hanno fallito. Questo vuol dire. Che i movimenti, i gruppi, i clan, le tribù, le associazioni, i circoli, i gruppetti di tifosi: che tutto questo associarsi e riunirsi ha fallito. Infatti Mattarella sta per dare un incarico al rappresentante di una coalizione, non di un patito. Se i partiti hanno fallito, allora non è la politica ad avere perso – la politica è sempre quella cosa che decide – no; ad avere perso è solo il senso di appartenenza a un’istituzione che ha rappresentato un cardine della geometria politica moderna: il partito.

Dalla Rivoluzione francese in poi la scena si è divisa sempre in almeno due schieramenti (gli amici e i nemici) a parte gli estremismi che ci sono sempre stati. Vengono meno i partiti ma non viene meno la politica: la politica delle coalizioni. Ma le coalizioni non sono altro che raggruppamenti più estesi. Come dire, unioni di più partiti o movimenti sotto un programma comune. A questo punto Mattarella ha detto già tutto: preferisce incaricare qualcosa che abbia più consistenza di un singolo partito piuttosto che la somma algebrica del totale dei movimenti e dei partiti in lizza. Insomma nessuna equazione. Meglio l’unione piuttosto che l’accrocchio. Meglio credere nella forza del ragionamento e della mediazione piuttosto che nel segmentarsi e nel localizzarsi di singoli partitismi, localismi, egoismi e frazionamenti. Auguri Presidente incaricato. Chiunque tu sia.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.