Il contratto dei dilettanti
Ormai è cosa fatta. Ci siamo arrivati, finalmente. La montagna ha partorito il topolino di un documento programmatico tra Lega Nord e MoVimento 5 Stelle che è una raccolta di errori o di sogni, affermati spesso con la saccenza tipica degli incompetenti. Vediamone alcuni, uno per uno.
COMITATO DI CONCILIAZIONE
Per esempio il Comitato di Conciliazione c’è sempre stato, tra i divani del Transatlantico o nella Sala dei Passi Perduti (che è terminologia massonica, a informazione dei pentastellati antimuratorii), ma nessuno si sarebbe mai sognato di metterlo nero su bianco, questa è semplice follia. In altri casi, adombrati dall’attuale documento bilaterale, è del tutto incostituzionale. Ragazzi grillini, state sempre a rompere le balle con la Legge Fondamentale e poi mi cascate su queste banalità. Rileggetela. Ma vedetevi anche gli splendidi volumi elaborati, sulla riforma costituzionale, da Gianfranco Miglio e dal suo Gruppo di Milano. Bastava copiare! (questa è per gli amici leghisti).
CONFLITTO DI INTERESSE
Sul “conflitto di interesse”, una minchiata inventata per far fuori Berlusconi, ricordatevi che i voti si pesano e si contano. Da sempre. Il potere è sempre asimmetrico e verticale. Enrico Cuccia, il capo di Mediobanca, contava molto più del suo voto, solitamente conferito al partito del suo vecchio amico Ugo la Malfa, quello Repubblicano. E questo vale per tutti e da sempre. L’eguaglianza del valore del voto, ne parlava già Rousseau, non implica alcuna altra egalitè. Non è che, in democrazia, il peso di milioni di elettori pareggia quello delle élites. Non siamo come gli Ismailiti, che pesavano ogni anno il loro Aga Khan e gli regalavano il corrispondente in oro, pietre preziose e platino. Ecco perché era sempre molto grasso. Il potere è asimmetrico, per sua stessa natura. Se tutti contassero allo stesso modo nessuno conterebbe una mazza. Il fatto è che i partiti attuali non hanno rapporti, se non servili, con le èlites, che li tengono a stecchetto sia sulle tangenti che sulle informazioni.
Inoltre, le parti del documento bilaterale che riguardano i delitti e le pene mi sembrano copiate dei più velenosi testi della magistratura milanese che decretò, su ordine di altri, la sedicente fine della Prima Repubblica, ovvero la destabilizzazione permanente e a bassa intensità del nostro sistema politico e economico.
MAGISTRATURA
Il problema non sono le norme, che mi interessano poco. Ma il ruolo politico dei magistrati, presieduti da loro stessi e da uno spesso evanescente, o ricattabile, Presidente della Repubblica. Ci volle Cossiga per minacciare i magistrati di farli circondare a Palazzo dei Marescialli (a due passi dalla vecchia sede di Repubblica) dai Carabinieri carristi. E lo avrebbe fatto, conoscendo il personaggio. Quindi, altro che aumento della pressione penale. Magari si può rivedere il rictus penale per le pubbliche amministrazioni, ma ora basta. Casomai, si tratta di riformare proprio il ruolo del CSM, e ripensare oggi alle funzioni ispettive e di comando del Ministro di Grazia e Giustizia, almeno nelle maggiori questioni penali, rafforzandole.
La Costituzione ha premiato i magistrati, a suo tempo, perché erano una casta poco fascistizzata. Ora sono una casta che mette sotto scacco tutta la classe politica, finanziaria, amministrativa. Nessuno fa niente perché tutti hanno paura. Sarebbe il momento di dire basta.
IMMIGRAZIONE
L’Italia per quel che riguarda l’immigrazione incontrollata ha accettato, con governanti cretini e ignoranti, di scambiare un po’ di libertà sul deficit pubblico con i cinque miliardi, più i tanti costi indiretti, della spesa per mantenere i migranti. Per non parlare del nuovo nesso tra malavita e politica che si è creato con il business migratorio. Identificare i migranti illegali è ormai impossibile, come rimettere il dentifricio nel tubetto spremuto. Cosa fare? Quello che ha già fatto Minniti: accordi leonini con i Paesi di passaggio o di origine dei migranti, blocco delle reti web e dei reclutatori che li guidano, risorse economiche per il Ciad e il Niger, da dove siamo stati prima presi per il culo, con i nostri soldati, poi infine allontanati da francesi e americani. Il ruolo militare e strategico dell’Italia, questo è il vero nodo della sedicente Seconda Repubblica.
NO EURO
Per l’uscita dall’euro, ora ritornano i dilettanti. Tralasciamo le questioni legali, che in questo caso si risolvono evangelicamente con la spada. Alcuni economisti nobelizzati ritengono che l’Euro sia una invenzione deflattiva che, come sempre accade, scarica su posti di lavoro e capitali la rigidità dei cambi. È vero. Ma se tornassimo alla Lira, Nuova Lira o altro dovremmo comunque agganciarci ad altre valute o saremmo perduti. Il dollaro non è disponibile, perché gli Usa se ne stanno andando dalla Europa e dalla NATO e ritengono, giustamente dal loro punto di vista, l’Euro o una moneta “falsa” o un pericoloso concorrente del dollaro.
Allora? Se si esce dall’Euro, occorre pensare ad una nuova alleanza con altri Paesi. La Cina? Ma lo yuan è legato al dollaro. E Pechino ha oggi il 19% dei titoli del debito pubblico statunitense, stringendo i testicoli, quando gli serve, dell’economia di Washington. La Russia nemmeno a pensarci, il rublo ha logiche proprie. La sterlina? Diventeremmo un paese del Commonwealth, trattato da Londra come una colonia, ma con tanti complimenti ipocriti. La questione è sapere utilizzare l’Euro non eliminarlo dalla penisola.
CANCELLAZIONE DEL DEBITO PUBBLICO
Chiedere alla BCE di Mario Draghi la cancellazione di una parte del debito, come se fossimo il Sudan, è un suicidio. Si può certamente, però, ma con accordi bilaterali, cancellarsi i debiti gli uni con gli altri. Oppure si mettono sul mercato i beni pubblici immobiliari, con un fondo sovrano ad hoc, o magari si cancellano, appunto, alcuni debiti, ma sapendo che questo costa. Ricordiamo che 25 miliardi di immobili italiani sono in mano ai fondi esteri. E si tratta di fondi finanziari del Qatar, sauditi e americani. Tutta gente nervosa.
Per ora, il debito pubblico UE non sembra in fase di default, ma la calunnia è un venticello. E senza aumento della produttività non c’è cancellazione che tenga.
RAPPORTI RUSSI E AMERICANI
Sulle sanzioni contro la Russia la Lega e i 5Stelle hanno ragione. Ma si sappia che Silvio B. è stato fregato non per le minorenni, peraltro prosperose, ma per i suoi complessi rapporti con Vladimir Putin.
Gli Usa e la NATO sono in rotta di collisione contro l’Est. Chi tocca Mosca muore, magari non solo metaforicamente. E, se c’è una sponda utile per un governo che contrasti Bruxelles, ma in modo meno dilettantesco, quella riva è solo al di là dell’Atlantico.
CASSA DEPOSITI E PRESTITI
La Cassa Depositi e Prestiti non è la nuova IRI. È una banca che opera con i capitali del risparmio postale e della Pubblica Amministrazione. Non può diventare la holding dello Stato imprenditore. Insieme alla CDP, peraltro, diventerebbero azioniste le tantissime banche che, per il 18,4%, partecipano alle quote azionarie CDP. E se saltano? Si tratta di una infinità di banche piccole e locali, peraltro. Va finanziata, la Cassa, o dai soci o dallo Stato e, allora, si ritorna da capo.
Ora aspettiamo il premier. Delle parti finanziarie e pensionistiche non essendoci numeri che sostengano le parole scritte sul documento è inutile parlarne, perché non potremmo approfondire.
Comunque vi prego, basta con i professori sudafricani e i dilettanti allo sbaraglio.