22 Novembre 2024
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Markus Gabriel, Perché non esiste il mondo, Bompiani, Milano 2015, pagg. 252

A Cesare Cremonini

«Esistono molte cose: il nostro pianeta, i miei sogni, l’evoluzione, gli sciacquoni, la caduta dei capelli, speranze, particelle elementari e perfino unicorni sulla luna, tanto per ricordarne alcune» dice Markus Gabriel in questo suo Perché non esiste il mondo (Bompiani, Milano, 2015). Se il mondo non esiste allora «esiste tutto il resto». Gabriel, in questo suo brillante lavoro, pone come punto di partenza l’affermazione che «il mondo non esiste». Infatti egli a un certo punto dice: «Esiste tutto eccetto una cosa: il mondo». Esiste, a questo proposito anche, il Nuovo Realismo. Che per Gabriel è «Il nome per l’epoca che succede al postmoderno». Il nome di un’epoca, di un era storica, di uno dei grandi cambiamenti della storia. Il nome dei nostri giorni, in definitiva.

Il postmoderno (dovuto a Rorty, Lyotard, Baudrillard e Gianni Vattimo) affermava, a suo tempo (prima della caduta delle Torri Gemelle) che «Le cose esistono solo nel modo in cui appaiono». Ma, dice Gabriel: il postmoderno è «certamente solo un’altra variante della metafisica». Il Nuovo Realismo parte perciò da un presupposto: «Noi conosciamo il mondo come è in sé». Ovviamente possiamo anche ingannarci; ma se conosciamo il mondo come è nella maggior parte dei casi allora le cose stanno proprio così. Se, mentre sto scrivendo, mi finisce l’inchiostro della penna per due, tre, trecento volte allora vuol dire che, prima o poi, le penne finiscono. Le mamme imbiancano. E gli amori diventano film di Paolo Genovesi e di Paolo Virzì. Il Nuovo Realismo però non solo esiste: ma porta con sé un diverso atteggiamento riguardo al mondo. Il mondo non esiste ed esiste il Nuovo Realismo che afferma che il mondo non esiste. Dunque: in quello che resta del mondo (chiamiamolo X) esiste solo il Nuovo Realismo. Vediamo ora di capire questa X. Il Nuovo Realismo ammette dunque «Che i pensieri sui fatti esistono con ugual diritto dei fatti sui quali noi riflettiamo». Questa X equivale dunque alla somma: pensieri sui fatti più fatti. Quello che resta del mondo (una volta che il mondo non esiste) equivale a pensieri sui fatti più i fatti. Il mondo (che io, una volta, conoscevo) è sempre un «Mondo con spettatore»: un mondo (con spettatore) più un pensiero suo mondo. Quello che resta del mondo è un mondo (con spettatore) più un pensiero sui fatti più i fatti. Ovvero: un pensiero (dello spettatore) sui fatti più i fatti dà quello che resta del mondo (senza spettatore).
Ma intanto:che cosa intendiamo con mondo? «Si potrebbe pensare che il mondo sia l’ambito di tutto ciò che semplicemente esiste senza il nostro operare». Una specdie di scatola vitrea che ci racchiude. Ma se è vero che l’universo (a questo punto questa scatola vitrea è l’universo) esiste allora è anche vero che «Esso è qualcosa di marginale». Il contenitore di tutti i contenitori (che sarebbe l’intero) è qualcosa di periferico rispetto al mondo vero che niccianamente è diventato una favola. Il mondo è più ampio dell’universo. Infatti il mondo è dato dall’equazione: Universo più X.

Il mondo non è l’universo perché quello che resta del mondo (senza spettatore) non si risolve nella totalità dei fatti: c’è anche la natura, il cosmo, gli alberi, le piante, gli animali ecc. Il contenitore totale non è il mondo e non è l’universo: è una specie di pluriverso moltitudinario nel quale non c’è spazio per i fatti. Cioè nel quale Napoleone non fu sconfitto a Waterloo! Le penne prima o poi finiscono … Torniamo alla X. Questa X è «Stati, sogni, possibilità irrealizzate, opere d’arte e nella fattispecie anche i nostri pensieri sull’universo». Quello che resta del mondo (la X) una volta che il mondo non esiste è ciò su cui riflette il Nuovo Realismo. Questa X non è affatto il Grande Contenitore del Mondo (l’universo) meno i nostri pensieri su di esso. Il mondo non esiste perché non esiste il contenitore dei nostri pensieri: se esistesse tale contenitore anche il mio pensiero di abbattere una casa di mattoni non mia così per scherzo con una pala meccanica sarebbe contenuto nel contenitore di tutti i contenitori di tutti i pensieri. Ma questo pensiero è solo mio e non può essere contenuto in tale Universo di pensiero che poi è un contenitore di pensieri che pensano se stessi. Una specie di Primo Motore Immobile aristotelico che non è Dio ma che è, gentilianamente, Atto Puro: Pensiero di Pensiero. E i Pooh cantavano: «Non restare chiuso qui, pensiero!». Cioè esistono alla fine: un universo, dei dati di fatto, dei sentimenti ma quello che non esiste è: quello che resta del mondo uan volta che il mondo (cioè l’universo) non esiste. Allora possiamo scrivere anche un’altra equazione: Y= X+1, dove X è come al solito quello che resta del mondo (senza mondo) mentre Y è il mondo (che non esiste e che quindi non è uguale a zero ma è uguale alla totalità degli enti meno gli enti).

Il mondo non è identico all’ambito di cui si occupano le scienze. Le calze a rete, i matrimoni, gli agenti delle assicurazioni appartengono al mondo ma il mondo non esiste. Dunque esistono almeno alcuni dati di fatto che appartengono al mondo ma che sfuggono al mondo. Il mondo sguscia fuori dal mondo. Il mondo stride, sibila, stride altro mondo. I dati di fatto sono dati dalla totalità dell’Universo senza il mondo (inteso come mondo privo dei dati di fatto dovuti ai Pensieri di Pensieri. Il mondo è dunque l’ambito di tutti gli ambiti: esso dovrebbe comprendere la vita, l’Universo e tutto quello che resta. Ma il mondo continua a non esistere.
Non solo il mondo non esiste ma non è neanche possibile che esista. Però all’infuori di esso esiste tutto. Se in una strana equazione ci metto due termini qualsiasi (che so esistere e che esistono) e ci sottraggo il mondo allora ho la certezza che questi due termini esistono.

Veniamo ora a «Facebook». Per Gabriel è falso che tutto sia in relazione con tutto. Se una farfalla batte le ali (nessuno sa perché) a Rio de Janeiro non è vero che scoppia un tornado nel Texas. Così non è vero che esiste la Rete ma è vero che esiste «Facebook». Non esiste una formula che contenga o che possa contenere tutto il mondo. La relazione delle relazioni delle relazioni non è una relazione: è un assoluto. Infatti al di là di «Facebook» io trovo sequenze di zeri e di uno, bit e scambi di corrente alternata. Ma questa è la termodinamica e quindi la scienza.

Torniamo infine al Nuovo Realismo. Che cosa significa esistere? Perché il mondo non esiste? Perché Belen Rodriguez non mi ama e non mi amerà mai? Maurizio Ferraris è pronto a rispondere a queste domande. E anche Markus Gabriel! Esiste qualcosa solo se questo qualcosa si dà nel mondo. Ma il mondo stesso no si dà nel mondo. E l’universo non si dà nell’universo: insomma non è possibile che si dia qualcosa che raccolga in sé la totalità dei rispettivi qualcosa di cui esso si dà. Sarebbe come se si stesse dando (manifestando) un temporale che racchiude la totalità di tutti i temporali avvenuti in una determinata regione nella quale è avvenuto quell’unico temporale. Io non posso afferrare con il pensiero l’intero. Il mondo nella sua totalità non può essere fatto oggetto di nessun pensiero.

Ciononostante io posso pensare gli enti che popolano il mondo (un tavolo, una sedia, una accendino ecc.9 ma non posso pensare la totalità delle sigarette in un’unica sigaretta. A meno che la mia vita (come effettivamente sta succedendo) non vada in fumo e io con Lei.

Esistono le cose in un ambito diverso rispetto al quale dovrebbero esistere. Insomma esistono le cose in un dato ambito ma non in tutti gli ambiti. Matteo Renzi è stato Presidente del Consiglio ma non è stato torero: dunque Egli esiste nell’ambito dei Presidenti del Consiglio ma non in quello dei toreri. Solo il mondo non esiste. Io non me lo posso immaginare. Il mondo mi invita al pensiero sul mondo ma il pensiero del mondo è l’universo meno quello che resta (del mondo). Con o senza spettatore la legna, come dice Severino, diventa cenere e la mia pena e il mio dolore non accennano a diminuire se c’è Markus Gabriel che mi parla e che mi chiede da bere.
Questo è il Nuovo Realismo. Il pensiero (in generale) è pensiero sul mondo meno quello che resta (del mondo). Alla fine per Markus Gabriel si ha l’incontro. Tutte le formule che abbiamo detto si racchiudono in un unico incontro: che non è tra il soggetto umano e il mondo (che non esiste) ma è tra Donald Trump e me – infatti Trump è esattamente quella X: quello che resta del mondo!

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.