Robert Guédiguian premiato a Fiesole e “La casa sul mare” (“La villa”, FRA 2018)
Una lunga e riuscita serata ieri 27 luglio a Fiesole, nella cornice del teatro romano. Si è iniziato nel tardo pomeriggio con la presentazione del libro La cinematografia di Robert Guédiguian, a cura di Caterina Liverani (ETS, Pisa), accompagnata da una intervista-tavola rotonda con il regista francese di origine armena e la consorte e protagonista dei suoi film Ariane Ascaride, marsigliese come il marito. Il senso e la forma del cinema, la politica e la rivoluzione, l’Estaque di Marsiglia (il luogo dove tutti i film di Guédiguian sono ambientati), sentimento e intelligenza nella settima arte, la nostalgia come elemento propulsivo verso il futuro, la musica nel cinema, l’influenza di Pasolini e di altri autori come Marco Ferreri (ricordiamocelo, questo nostro maestro trascurato) nell’arte di Guédiguian. Disponibilissimo e affabile, l’autore ha dato luogo anche ad alcuni siparietti gustosi con la Ascaride, che a sua volta ha raccontato di sé, con una notevole vena e acutezza. Ha poi preceduto la proiezione del suo ultimo film La casa sul mare il conferimento a Guédiguian del premio “ai maestri”, patrocinato dal Comune di Fiesole e egregiamente motivato – non le solite frasi fatte – dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano e la Fondazione Sistema Toscana, con la direzione artistica di Gabriele Rizza. E’ un peccato che di questo autore, da trent’anni sulla scena, poco sia passato o troppo brevemente, nelle sale italiane. Con una prospettiva culturale di estrema sinistra, Guédiguian si è distinto nel corso della sua carriera per uno stile secco, sceneggiature efficaci, girando per lo più opere di stile realista e/o commedie spesso dotate di humor nero. Sia concessa a tal proposito, ossia al proposito di Guédiguian e la cultura politica, soltanto una notazione collegata all’evento fiesolano: durante il dibattito certe allusioni o espliciti richiami elogiativi alla storia del comunismo incluso quello francese (fra i partiti comunisti europei, quello francese fu tra i più “trinariciuti” e proni rispetto a Mosca) avrebbero meritato quantomeno qualche correttivo e attenuazione; ma faceva caldo umido, e anche l’atmosfera umana era di simpatica cordialità, oltre che di qualche conformismo intellettuale: in questi casi nessuno interviene per innescare micce e rovinare feste.
La casa sul mare è la storia di tre fratelli che si ritrovano nella magione paterna dopo un grave ictus che ha reso muto e forse incapace di intendere loro padre. Nella circostanza, i tre fanno i conti con il proprio passato, che ha conosciuto in particolare un episodio tragico nel quale tutti in un modo o nell’altro sono coinvolti, e riannodano un rapporto di solidarietà che le diverse vicende individuali avevano sciolto. Un film umano e ben concepito, che ha la sua chiave di volta narrativa quando la famiglia scopre e dà protezione a tre piccoli orfani provenienti da qualche sponda del Mediterraneo. Solo qualche lentezza, qualche spunto meno credibile nell’intreccio e qualche tono retorico di troppo impedisce di considerarlo un bel film, senza riserve. Unico altro neo della serata: che dalla cavea del teatro fiesolano non fosse visibile l’eclissi di luna.
Per la filmografia di Robert Guédiguian si veda: https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Gu%C3%A9diguian