22 Dicembre 2024
Culture Club

Rivoluzione, rivolta, ribellione, protesta

  1. LA RIVOLUZIONE. L’ordine politico-sociale una volta che è stato istituito in un certo modo può essere rovesciato. Il rivolgimento netto e violento di questo stato delle cose è la rivoluzione. Essa tende a mutare radicalmente i rapporti economico-sociali, i governi e le istituzioni. Questo rovescio e questo rivolgimento non è mai un atto tranquillo e sereno. Si tratta, in questo caso, di un vero e proprio colpo di mano: dell’instaurazione di qualcosa al posto di qualcos’altro. Della piena realizzazione di un cambio di regime e di prospettiva.
  2. LA RIVOLTA. L’improvvisa ribellione accompagnata da sommossa e sollevazione è la rivolta. Tocca avere ben chiaro in mente il concetto di ribellione. Ma una volta fatto salvo questo si ha che la rivolta ha a che vedere con la contrapposizione a un regime (a uno stato delle cose) costituito una volta per tutte. Esporre le proprie ragioni, argomentare; sollevarsi per farsi sentire…
  3. LA RIBELLIONE. L’insurrezione contro un’autorità costituita è la ribellione. In questo caso si ha a che fare con un moto (uno stato d’animo) di protesta che nasce contro un regime ritenuto opprimente oppure lesivo delle libertà. La ribellione conduce alla rivolta e, nello stesso tempo, causa l’insurrezione.
  4. LA PROTESTA. L’esposizione o la manifestazione decisa della propria opposizione o disapprovazione è la protesta. Nel caso in oggetto si ha qualcuno (o qualcosa) contro cui prendersela e che viene ritenuto non confacente a certi schemi concettuali che si hanno in mente. Non corrispondente alle idee di libertà e di eguaglianza…

    CONCLUSIONE. Un ordine politico sociale può essere appoggiato oppure disapprovato. Nel caso dell’appoggio si ha a che fare con i sostenitori di quel regime e di quello stato delle cose. Essi non creano problemi e fanno parte integrante dello stesso ordine politico-sociale che sostengono. Nel caso dell’opposizione a uno stato delle cose si hanno quattro forme di sollevazione: la rivoluzione, la rivolta, la ribellione e la protesta. La rivolta implica la rivoluzione e la protesta implica la ribellione. Nel contesto planetario (a prescindere dalle varie realtà locali) quale forma si attaglierebbe meglio? Chi non è d’accordo può scegliere la strada della rivoluzione, della rivolta, della ribellione o della protesta ma comunque si solleva. Dice la sua; non sta fermo a farsi passare tutto sopra la propria testa. Non accetta tutto quello che il sistema gli offre. Chi non accetta questo, in un sistema globale, ha a che fare con un potere che è biopotere e che ormai investa la sfera della vita stessa. Contro il biopotere la strada non pare la protesta e neppure la ribellione. Chi sta infatti a sentire in questi due casi? Rimangono la rivoluzione e la rivolta? Ma la rivolta riguarda casi particolari e specifici. I problemi invece sono, come detto globali… Non rimane che la rivoluzione.

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.