Mondiale scacchi: tie-break Carlsen e Caruana
Mai accaduto prima: dodici patte su dodici partite. Ha scioccato e deluso quasi tutti, esperti e appassionati, la proposta allo sfidante Fabiano Caruana da parte del campione del mondo Magnus Carlsen di pattare l’ultima delle dodici partite “classiche”, quando la posizione era ancora tutta da giocare, e il campione aveva anche più tempo a disposizione, alla 31a mossa. Dopo un gioco prudente e profondo, nonostante l’apparente (e teorica) passività in apertura (una difesa Siciliana variante Sveshnikov, impostata da Carlsen come in varie altre partite del match, salvo un cambiamento alla ottava mossa: Ce7 anziché Cb8), Carlsen è andato in lieve vantaggio.
Dopo undici partite più o meno combattute, si doveva rivelare decisiva l’ultima e dodicesima, dopo la quale, in caso di parità, i due sarebbero infatti andato a un tiebreak “Rapid”. Ed è quello che è successo. Carlsen è dato favorito dai bookmakers ma a Carlsen starebbe bene perdere, dato il gioco rinunciatario di un po’ tutto la sfida.
Oggi il campione del mondo, con il nero, ha mosso velocemente ponendo l’avversario in qualche pressione psicologica (come è noto negli scacchi agonistici “classici” i giocatori hanno a disposizione un tempo limitato per fare un prestabilito numero di mosse, in genere 40, e chi non vi riesce perde la partita “per il tempo” qualunque sia la situazione sulla scacchiera) per quanto a questi livelli si abbiano nervi d’acciaio. Dalla ventesima mossa in poi il Nero ha sviluppato un certo attacco sul re avversario, approfittando del vantaggio della coppia degli alfieri, re abbastanza esposto dopo un arrocco lungo arrischiato. Ma proprio quando ci si aspettava un finale emozionante con un vincitore e uno sconfitto, l’emozione è venuta dalla proposta di Carlsen. Dunque 6:6 finale e ora tutto si deciderà mercoledi 28 novembre.
Ecco la posizione finale: dopo Ta8 il nero ha poco comprensibilmente proposto patta. A Caruana non deve esser parso vero. Al momento in cui i due si sono accordati il nero aveva qualche prospettiva in più. Un vantaggio comunque molto lieve. Nella foto Carlsen e la posizione finale.