Lo sputo nazista
Accade a Roma, dove accade di tutto, ma così è veramente troppo. Una professoressa dice: “Pensava fossi ebrea, mi ha sputato”. Nella capitale italiana, dove gli autobus di linea bruciano per autocombustione, dove girano per le strade cittadine cinghiali, topi e recentemente anche un toro, il razzismo, la demenza umana prosegue il suo corso.
Tre sputi in faccia e sulla borsa con la scritta in yiddish. Questo perchè pensavano che lei, una professoressa di storia medioevale ed ebraica all’Università di Pisa, fosse ebrea. A denunciare i fatti avvenuti a Roma è stata la stessa docente, Alessandra Veronese, in un post su Facebook.
Tutto, in base a quanto riferito dalla prof, è accaduto giovedì scorso intorno alle 13 a Roma: ad agire contro la docente un uomo che aveva tatuato su un avambraccio una svastica, in base a quanto riferito da alcuni testimoni. Veronese sarebbe stata scambiata per ebrea perchè aveva con sé una borsa di tela con una scritta in ebraico di un corso di yiddish fatto a Tel Aviv. Lo sconosciuto, riferisce, le ha sputato tre volte, sul volto, sulla borsa e sul trolley che aveva con sè.
Veronese ha poi raccontato quanto accaduto su Fb perché “volevo che si sapesse, volevo raccontarlo ai miei amici: mi è sembrato un gesto così grave, enorme”, spiegando anche di non aver capito subito il perchè di quell’aggressione, altrimenti “gli avrei assegnato un bel calcione. Invece ero confusa: i testimoni mi hanno detto che aveva la svastica, che era un fascista conosciuto nella zona, non nuovo ad aggressioni di quel tipo. Figurasi io neanche pensavo che avevo quella borsina. Ho presentato la denuncia alla Digos. Sono troppi i casi di intolleranza”.