La morte di Agnès Varda, l’autrice di “Cléo dalle 5 alle 7” (1962)
Associata spesso, diremmo a torto, alla Nouvelle Vague di cui sarebbe stata l’unica figura femminile (non se ne vedono particolari connessioni), Agnès Varda è stata artista eclettica e cineasta originale e sensibile, attiva fino all’ultimo. E’ morta a 90 anni per l’esito di un tumore. Fu documentarista politica negli anni Sessanta e primi Settanta, quando simpatizzò anche con il movimento femminista, e autrice di fiction, cortometraggi, fotografa. Ricevette l’onorificenza di un Oscar alla carriera nel 2018.
Di origine belga, fu compagna di vita per trent’anni del regista Jacques Démy. Conobbe a Parigi Jim Morrison di cui divenne amica nel drammatico periodo che ne precedette la morte. Dei suoi dodici lungometraggi, va ricordato l’esordio nel 1954, montato da Resnais e con Ph. Noiret, La pointe courte, storia di una giovane coppia in vacanza in un villaggio marino che dà il nome al film; i più importanti sono Cléo dalle 5 alle 7 e Senza tetto né legge, Leone d’Oro a Venezia nel 1985. Il primo, memorabile, sofisticato e emotivamente suggestivo è il racconto (in cui tempo cinematografico e tempo reale coincidono) dell’attesa di un referto medico da parte di una giovane cantante, che potrebbe portarle la notizia di un cancro; si parla dei suoi incontri e delle sue sensazioni, della sua paura fino al momento in cui l’incontro con uno sconosciuto soldato le darà il coraggio di ritirare i risultati dell’esame; il secondo, una storia sociale tutto sommato piuttosto prevedibile, anche se ben recitata dalla giovanissima Sandrine Bonnaire, che raggiunse grazie a questa interpretazione la fama internazionale.