Maurizio Ferraris, Intorno agli unicorni – Supercazzole, ornitorinchi e ircocervi, Il Mulino, Bologna 2018, Euro 10,20
Le chimere di Omero, gli unicorni. E poi: ircocervi, ornitorinchi, come se fosse antani, sarchiaponi, le unghie di Deleuze, le squame dei pesci, l’età del cucco, i satiri. La montagna d’oro. Il tesoro alla fine dell’arcobaleno. Il cerchioquadrato. L’Ippogrifo di Astolfo. Atlante. La Sfinge. Il chilocorno. Fauni, silvani, naiadi. La danza della pioggia. Il lupo mannaro. Pegaso. Centauro. Bucefalo. Yeti. Il mostro di Loch Ness.
Tutta una serie di oggetti strani: per metà reali e per metà immaginari.
Che oggetti sono questi dal punto di vista dell’ontologia?
Ci sono oggetti fisici, oggetti ideali e oggetti sociali – per Maurizio Ferraris. Ma gli oggetti di cui si è detto sopra che tipo di oggetti sono? Hanno sicuramente un’aderenza con la realtà, ma poi se ne distaccano. Oppure hanno un’aderenza con l’immaginazione e poi tornano alla realtà. Dunque questi oggetti strani transitano tra la realtà e l’immaginazione. Tra il visibile e l’invisibile. Tra il reale e l’interpretazione.
Una cosa (qualsiasi cosa essa sia) che si trova a metà strada tra reale e immaginario che cosa è? Se vado al tabacchino e penso di avere in tasca sei euro e invece ne ho solo quattro allora si ha che, se volevo acquistare un pacchetto di Marlboro Rosse (che costa 5,50 euro), non lo posso acquistare. Il fatto che io abbia pensato di avere sei euro (parte immaginaria dell’oggetto strano) ha fatto sì che la realtà fosse diversa: non posso acquistare quelle sigarette. Dunque questi oggetti strani hanno una caratteristica intrinseca: sono metà immaginari e metà reali ma la loro ricaduta è reale. Cioè hanno effetti sulla realtà.
L’asino che vola infatti è indicato per dire che qualcuno è un credulone. E questo qualcuno se lo sente dire quando gli si dice «Vedi, c’è l’asino che vola!». Per cui egli cambia completamente il proprio modo di stare al mondo: si sente preso in giro. Questa ricaduta nella realtà fa sì che la parte immaginaria dell’oggetto strano sia da confrontarsi esclusivamente con la parte reale: Pegaso non può volare perché i cavalli non hanno ali. Rimane una parte immaginaria, certo, ma questa parte immaginaria è contenuta dalla realtà in un duplice senso: la realtà controlla l’elemento immaginario e, nello stesso tempo, l’effetto che l’oggetto strano ha sulla realtà è concreto e visibile.
Dunque che oggetti abbiamo di fronte? Per tre parti reali (la realtà che questi oggetti hanno sia pure in parte, il fatto che contengano l’elemento immaginario e che lo limitino e, infine, il fatto che hanno ricadute sulla realtà) e per una parte immaginari. Che oggetti abbiamo di fronte? Per tre parti reali e per una parte immaginari essi sono sogni. Nel sogno insiste infatti una parte di immaginazione inconscia ma anche tre parti di realtà: la propria condizione di dormiente, quello che si è fatto nel giorno nella cui sera si dorme e la propria esperienza personale che non viene mai meno e costituisce la propria personalità. Abbiamo oggetti ideali, oggetti sociali e oggetti fisici, ma anche oggetti strani detti anche sogni. Sogni strani. Cose così e cosà. Ghiribizzi. Fantasie dell’inconscio. Moventi dell’intelligenza che va alla ricerca di una nuova definizione di se stessa. Cose che si credono in un modo ma sono in un altro: sogni, sogni e sogni strani. Cose che non esistono ma che pure esistono perché qualcuno ne ha scritto o detto. Cose che succedono nella vita ma di cui nessuno sa trovare le cause. Lapsus. Momenti della vita che non si ripetono e che appaiono strani. Stranezze. Che non sono oggetti ideali (che esistono indipendentemente dai soggetti che li conoscono) e non sono affatto oggetti fisici o oggetti sociali. Sono inciampi!
Vediamo per un attimo come si inciampa. Si sta camminando e a un certo punto il piede va in fallo. Perché? Che cosa è successo? C’era una buca per strada (fatto reale) oppure chi stava camminando era preso da una sua fantasia e non aveva visto quella buca (fatto immaginario) oppure semplicemente perché doveva accadere in quel momento lì e in quel posto lì (fatto reale perché le coincidenze sono causate da fatti reali della vita). Coincidenze? Inciampi? Si inciampa per poco e per niente e ci sono coincidenze che lasciano di stucco. La condizione di chi inciampa è che non poteva non inciampare. Dunque questi oggetti strani? Ci sono determinate condizioni e qualche coincidenza che fanno sì che si verifichi un inciampo. L’asino che vola è tale perché qualcuno ci crede o perché qualcuno non ci crede e perché qualcuno lo nomina. Condizione, situazione e inciampo. Alla fine non resta altro che mettere assieme tutti i pezzi: oggetti ideali, oggetti sociali e oggetti fisici ma anche oggetti strani, tre parti di realtà e una di fantasia e poi situazione, condizione e inciampo.
Gli oggetti strani si configurano allora come una quarta classe di oggetti – assieme alle tre messe assieme da Ferraris. Una quarta classe nella quale compaiono oggetti misurati sulla realtà ma che trascendono la realtà. La supercazzola è come se fosse antani… Cioè un fiato di voce che non vuol dire niente ma che causa sconcerto. Il Sarchiapone non esiste eppure è creduto esistere. Come il babau. La paura del buio. Nightmare. Oggetti strani che percorrono la realtà ma che nello stesso tempo la superano. Oggetti a metà fra gli oggetti fisici e gli oggetti ideali.
E gli oggetti sociali? Gli oggetti sociali sono tali perché configurano una relazione. Matrimoni, promesse, professori universitari…. In questo senso questi oggetti strani che relazione configurano? La relazione tra qualcosa di fantasioso e qualcosa di reale. Come dire la relazione fra un rabbino e il fatto che il rabbino si metta a volare sulle montagne dell’Appennino. Ma questa relazione è una relazione sociale? In ogni caso si ha che questi oggetti strani possono essere anche considerati intersecanti gli oggetti sociali. Ma sono certamente più vicini agli oggetti ideali.
Infine c’è da dire una cosa: le classi di oggetti di cui si compone l’ontologia (scienza che studia quello che c’è) sono composte da quattro elementi. Questo vuol dire che la realtà è frammentata in maniera quadruplice: la realtà si compone di oggetti che sono di quattro tipi.
Che vuol dire che questa realtà sia composta da quattro tipi di oggetti?
Nulla: ce ne potrebbero essere pure altri…