19 Dicembre 2024
Words

Siberia, più che un avvertimento

L’Artico sta bruciando. Grandi fasce del tradizionalmente freddo Artico vengono consumate da un incredibile numero di incendi dalla Russia e la Siberia alla Groenlandia e all’Alaska. Incendi artici: la combinazione di queste due parole è micidiale, i satelliti intorno al pianeta non avevano mai visto prima questo livello di attività. L’Artico si sta riscaldando al doppio della velocità rispetto al resto del pianeta, portando all’essiccazione della vegetazione, che alimenta enormi incendi. Nel 2019, gli incendi artici hanno rilasciato 121 megatoni di anidride carbonica nell’atmosfera, ossia oltre la quantità emessa dal Belgio ogni anno. Questo batte il precedente record artico di 110 megatoni di CO₂, stabilito nel 2004. E siamo solo all’inizio di agosto. Il motivo dietro emissioni così alte è la straordinarietà di questi incendi che non sono ordinari e per certo non sono affatto naturali. Molti stanno bruciando attraverso la torba, che forma la base di tutti gli ecosistemi, le torbiere. È composta da materia organica che si decompone lentamente e che gradualmente si accumula in uno strato a volte spesso diversi metri. Con il giusto tempo e la giusta pressione, alla fine si solidifica nell’indiscusso campione delle emissioni: il carbone. Le torbiere sono la più grande riserva naturale di carbone della Terra da cui germoglia il resto degli ecosistemi.
La parete vegetativa è sottile, il che significa che maggiori quantità di luce raggiungono il suolo, alimentando la crescita di soffici e umidi muschi di sphagnum. In un sistema sano, questi muschi, detti anche super muschi, impediscono alla torbiera di bruciare. Infatti, una torbiera fiorente può agire come tagliafuoco, impedendo la diffusione degli incendi vicini. Ma con l’intervento dell’uomo, come prosciugare le torbiere per l’agricoltura o riscaldare l’Artico con le emissioni, le cose cambiano. Quando la torba è umida, è composta fino al 95% da acqua, ma quando si asciuga, si trasforma in una delle sostanze più infiammabili in natura. Se questi tipi di torbiere dovessero prendere fuoco, si possono bruciare ben oltre 1000 anni di accumulo di carbonio in un singolo incendio! Quando la torba più secca brucia, lo fa in un modo stranissimo. Lo scorso anno in California, i forti venti autunnali hanno alimentato le fiamme del Camp Fire, che ha consumato erba e sterpaglie secche e alberi, prima di cancellare una città di 30.000 abitanti “nel giro di pochi minuti”. Ma quando a prendere fuoco è la torba, per esempio dopo un fulmine che colpisce la superficie, essa arde come una sigaretta accesa, bruciando sempre più in profondità nel suolo e spostandosi lateralmente nell’ecosistema, creando enormi buchi nel suolo.
Questo incendio tridimensionale continua a volte per mesi, rosicchiando verso il basso e di lato attraverso il materiale ricco di carbonio. È la combinazione di questi due fenomeni che porta enormi emissioni di carbonio, enormi danni all’ecosistema, enormi danni al suolo e agli apparati radicali. Questa persistenza è particolarmente pericolosa se un fuoco di torba incontra una foresta non sana. Qui, il suolo trasporta più ossigeno, aiutando gli alberi a raggiungere altezze maggiori. Quando questi alberi diventano più grandi, l’ombra essenzialmente è la criptonite dei super muschi. Smettono di crescere e smettono di conservare carbonio. Quindi, non solo si ha più “carburante” negli alberi, ma si perde quel muschio resistente in superficie. Questa è la ricetta per un incendio fuori controllo. E se i muschi non conservano carbonio, non ci aiutano nel caos che abbiamo generato. Quello a cui stiamo assistendo è un’altra complicazione del grande problema dei cambiamenti climatici: quando la torba brucia, emette molta anidride carbonica e quando le torbiere non sono sane, non ne catturano affatto. La portata con cui questo sta influenzando i cambiamenti climatici (volutamente indotti) è talmente esponenziale da coinvolgere ogni continente del mondo. Nessuno è al sicuro e a prescindere dagli eventi estremamente caotici che seguiranno, per certo si sta per infrangere quella “bolla ovattata” dentro cui molti si sono disinteressati al resto del mondo e rinchiusi nei loro recinti assecondando le distrazioni di matrix con il proprio egoismo.