23 Novembre 2024
Movie

Woody Allen ha stancato? Brevi note a margine di “A Rainy Day in New York”

A margine del suo ultimo “prodotto”, Un giorno di pioggia a New York (A Rainy Day in New York, USA 2019) che non è stato uno straordinario successo di produzione e ha avuto anche strascichi processuali legati alla sua uscita, e anche sentendo opinioni e umori in giro, vien fatto di pensare che Allen abbia stancato. E’ un uomo molto anziano (nato nel 1935) che quasi per scaramanzia – c’è da giurarci – mette in pista un film l’anno. I temi intimisti si riannodano  l’uno con l’altro fino alla ripetitività, l’ambiente metropolitano, americano e europeo, è fondale costante, Allen non recita più e questa era una sua efficacissima prerogativa (che in Italia unita al doppiaggio di Oreste Lionello dava sapore al tutto). Eppure: l’universalità delle storie, più o meno realistiche, la bravura dei collaboratori, tecnici, attori, fotografi, i soundtracks sempre piacevoli continuano a costruire pietanze di successo. Anche quest’ultimo lavoro non smentisce la abilità del cineasta newyorkese.

Il giovane e disinvolto studente Gatsby (Timothée Chalamet, già apprezzato interprete in Hostiles, 2017; Lady Bird, 2017; del mediocre ma molto amato Chiamami col tuo nome pure del 2017) ha un talento per il gioco e non di rado vince grosse somme che gli consentono di togliersi sfizi di vario genere. Accompagna la sua ragazza Ashleigh (Elle Fanning) a Manhattan a un incontro con un regista dal quale deve ottenere un’intervista esclusiva per un…. giornale del college, e i due si sistemano in una lussuosa suite. Questo regista gigioneggia, e Ashleigh, tra l’oca giuliva e l’ingenua, senza andarci a letto lo segue all’anteprima di un nuovo film e molla di fatto Gatsby. Gatsby, rimasto senza compagnia, incontra casualmente e conversa con la sorella minore di una sua ex, mentre Ashleigh continua con la sua serie di impegni fasulli. In città piove a dirotto. I due stentano a raccordarsi. Ashleigh, finita per un giorno e per una serie di coincidenze in ambienti di cinema,  conosce anche un famoso attore: i paparazzi li immortalano e Gatsby li vede in tv, rimanendoci male. C’è poi di mezzo una festa dei genitori di quest’ultimo, alla quale il giovane non riesce a non partecipare come avrebbe voluto. Con i denari che maneggia grazie all’azzardo, si fa accompagnare da una escort che finge di essere Ashleigh. Gastby e la vera Ashleigh poi si rivedono, si parlano, girano in carrozza ancora sotto la pioggia battente ma realizzano che la loro storia non ha futuro.  Nel film recita anche Jude Law, the Pope di Sorrentino.

Siamo davanti a una ennesima commedia romantica, non particolarmente creativa ma neppure priva di grazia, non annoia, contiene anche qualche piccolo colpo di scena e qualche battuta esilarante, gli attori sono molto bravi. E’ dunque qualcosa di più di una pellicola che “si lascia vedere”. E, come bilancio, scorrendo la filmografia degli ultimi venti anni, fra commedie e storie drammatiche giova constatare come Allen abbia scritto e diretto alcuni lavori di alta qualità, che non hanno molto da invidiare alle opere degli anni 70 e 80: Accordi e disaccordi, 1999; Match Point, 2005; Vicky Cristina Barcellona, 2008; Basta che funzioni, 2009; Blue Jasmine, 2013; e il più bello e struggente di tutti questi: La ruota delle meraviglie (Wonder Wheel), 2017.

 

 

Giovanni A. Cecconi

Professore di storia romana e di altri insegnamenti di antichistica all'università di Firenze. Da sempre appassionato di cinema, è da molti anni attivo come blogger su alleo.it per recensioni, riflessioni, schede informative, e ricordi di attori e registi. È stato collaboratore di Agenzia Radicale online e di Blog Taormina. Ama il calcio, si occupa di politica e gioca a scacchi, praticati (un tempo lontano) a livello agonistico, col titolo di Maestro FIDE.