15 Novembre 2024
Words

Marx e Covid-19, letterina agli “intellettuali”

Karl Marx non è stato soltanto un filosofo; è stato anche un lucido analista della società. Ovviamente della società a lui contemporanea. Ma le sue analisi hanno resistito, nel corso del tempo, perché il tessuto sociale (rispetto al 1800) ha manifestato gli stessi elementi di valutazione. Non voglio dire certamente che il marxismo sia, in toto, applicabile alla società attuale. E non voglio dire che le cose non sono cambiate rispetto al 1800. Certo che sono cambiate. Voglio semplicemente dire che quella «coesione» sociale che manifestava il tessuto politico del secolo delle grandi industrie e delle grandi Nazioni potrebbe essere intesa, oggi, come quel che manca, o che difetta, nelle nostre società Occidentali a causa del contagio, che stiamo vivendo, da parte del Covid-19.

Karl Marx affermava che il «tessuto sociale» è tenuto assieme da due «forze»: struttura sovrastruttura. In definitiva: economia e cultura. Antonio Gramsci aggiungeva a questo che la sfera sovrastrutturale ha «eguale peso» rispetto alla sfera strutturale. La «coesione» sociale, in questo seno, è data dal delicato equilibrio tra parti sociali contrapposte ma non contraddittorie. In sostanza: politica ed economia devono viaggiare di pari passo!

Se il Covid-19, e il suo drammatico contagio, ha messo in scena qualcosa è che la «coesione» sociale è stata messa a dura prova. E questo ci porta a concludere che, saltando l’asse economia-politica, potrebbe saltare anche la «sicurezza» dello Stato. Ribellioni, rivolte, proteste…

Ma questo è vero? La «coesione» sociale salta in aria quando l’economia prevarica la legge e quando lo Stato prevarica la sfera dei bisogni. O, viceversa: quando l’economia è prevaricata dalla cultura o quando la cultura ha la peggio sull’economia. È accaduto questo con il Covid-19? Io credo di no! In realtà non siamo in uno stato di polizia e nemmeno in uno stato d’assedio: stiamo in uno «stato d’emergenza»: per cui economia e politica possono continuare a fare il loro dovere!

Questo non è lo «stato d’eccezione» schmittiano nel quale era «sospesa» la legge ordinaria e «regnava» la «decisione» del «Sovrano». Non ci sono «Sovrani» che decidono: c’è tanta gente che vorrebbe uscire di casa e c’è tanta gente che sta continuando a lavorare… Economia e politica sono al sicuro!

[elaborazione immagine di Marzia Stevenson Maestri ©]

Gianfranco Cordì

Gianfranco Cordì (Locri, 1970), ha scritto dodici libri. E' dottore di ricerca in filosofia politica e giornalista pubblicista. Dirige la collana di testi filosofici "Erremme" per la casa Editrice Disoblio Edizioni. Dirige le tavole rotonde di filosofia del Centro Internazionale Scrittori della Calabria.