Colao, portaci alla fase 2
Ho appreso da Disma Marino che il tempo storico dell’avvento del marxismo si suddivide in fasi. C’è la prima fase che è quella della lotta di classe e della conquista del Potere. Poi c’è la “fase di transizione” (nella quale i comunisti tenteranno di ideare delle istituzioni) e poi c’è la terza fase che è quella del comunismo.
Ma naturalmente queste tre «fasi» si possono far riverberare anche nel tempo storico attuale: c’è una prima fase (rispetto a un’idea: l’idea di Stato liberale, ad esempio), poi c’è una seconda fase e una terza. E lo stesso con l’economia e la globalizzazione. E lo stesso anche qui in città (a Reggio Calabria) ad esempio con la “Primavera di Reggio”, la seconda fase di alcuni intellettuali perduti e la terza fase che è quella della “Estate di Reggio” con l’avvocato Giuseppe Falcomatà.
Anche nella vita ordinaria ci sono le fasi: infatti in una prima «fase» io vado al mare, poi mi fa male la testa e poi in una terza fase guardo la tv.
Allora veniamo al famigerato Covid-19.
In questa “Seconda fase” si è deciso di affidare tutto in mano al manager Vittorio Colao, uomo di provata esperienza e storico responsabile di Vodafone-Omnitel. Giorni fa Franco Locatelli ha detto: «massima cautela nella ripresa della vita e delle attività produttive»!
La ripartenza – prevista per il 3 maggio – prevede, contrastando Umberto Galimberti (che aveva parlato di un progetto e non di un programma) una programmazione globale e decisa e stabilita. L’ipotesi al vaglio del top manager è quella di suddividere il Paese in macroaree sulla base della diffusione del virus e di modulare l’allentamento delle restrizioni in base alla curva epidemiologica dei territori. Per quanto riguarda quello che ci sta più a cuore: le industrie: la ripartenza dell’Italia (se non mangi non credo che hai paura del Covid-19!), la task-force guidata da Colao opta per una soluzione di compromesso: riaccendere le attività produttive in base a un elemento (di rischio) calcolato: si prevede un monitoraggio ogni 15 giorni per una verifica. La verifica del contenimento. In caso che il contenimento sia negativo: si procederà a chiusura (non definitiva).
Poi la palla passa la Governo. L’esecutivo guidato da Giuseppe Conte sta valutando, in questi giorni, se “liberare” o meno il mondo della moda e del tessile. Le prossime collezioni (Estate-Inverno) rischiano di saltare! Ma questa evenienza è da mettere in relazione con l’emergenza dei cantieri delle costruzioni. Tessile e Mercato immobiliare sono i due punti che dovranno essere risolti da Roberto Gualtieri. Ma per prendere questa decisione (che è strategica per quanto riguarda il Made in Italy) si deve attendere il parare di Colao.
Il nodo più difficile resta quello dei trasporti pubblici. In sostanza gli autobus e i mezzi sono luogo di assembramento. Come le discoteche, le sale conferenze, i cinema e quant’altro. Vittorio Colao non ha davanti a sé un quadro difficile da decifrare: in definitiva basta solo valutare i luoghi di assembramento, l’industria italiana e le misure da adottare.
Buon lavoro, Colao!