Test, tamponi e vecchi merletti
Da una semplice analisi della maggioranza degli articoli di stampa usciti nelle ultime cinque settimane, abbiamo dedotto che ormai i test sierologici hanno avuto la meglio e le seguenti questioni.
Ognuno se li produce e se li compra come e dove vuole. E l’ipotesi di un acquisto centralizzato, con un metodo unico di analisi, che è stato anticipato a livello governativo non pare al momento attuabile. In definitiva ogni Regione sta facendo a modo proprio. La Toscana, per esempio, ha scelto la strada dei “suoi” test sierologici, pur avendo il parere negativo sulla loro efficacia da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Ne ha comprati 200mila da Diesse Diagnostica Senese.
Cosa sono tampone e test
Il tampone è una specie di bastoncino di cotone per l’ispezione rino-faringea, che serve a verificare se una persona ha o meno il coronavirus e fornisce l’esatta natura dell’agente infettivo.
Il test sierologico invece, da una goccia di sangue, individua se il nostro organismo ha prodotto gli anticorpi per combattere un agente estraneo come un virus, cioè se il nostro corpo ha reagito con una risposta immunitaria. Nel caso dei test sierologici però il segnale del passaggio rinvenuto dall’analisi del sangue non significa che l’anticorpo prodotto protegga anche in futuro dalla malattia.
È intervenuto su questo anche il Comitato tecnico-scientifico (cioè il gruppo di esperti creato dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli), sostenendo che “i test per l’identificazione di anticorpi (IgM e IgG) del virus Sars-Cov-2 non sono in grado di fornire risultati sufficientemente attendibili e di comprovata utilità per la diagnosi rapida nei pazienti che sviluppano Covid-19, e non possono sostituire il test classico basato sull’identificazione dell’RNA virale nel materiale ottenuto dal tampone tino-faringeo”. Questa sintetica premessa forse è importante per capire cosa è accaduto nella diatriba tra Regione Toscana (RT) e ISS.
Diesse
La Regione Toscana (come la Regione Veneto), fin da metà marzo, ha avvalorato e scelto come procedura i test sierologici (la notizia base di questa decisione è del 18 marzo, scritta dal direttore dell’Agenzia regionale Toscana Notizie, titolo: “Toscana all’avanguardia dello screening grazie a eccellenza senese. A breve i kit”), facendo tamponi soltanto in casi di acclarate manifestazioni della malattia Covid-19. Infatti, molte persone malate anche con sintomi gravi sono lasciate a casa e senza tampone.
Al contrario, il commissario dell’ISS, Silvio Brusaferro, presentando il rapporto italiano su Covid-19 aveva dichiarato, negli stessi giorni, che “I test sierologici non hanno raggiunto livelli di affidabilità tali da poter essere utilizzati e quindi non ne viene raccomandato l’utilizzo”. Ma dalla RT Enrico Rossi ha dichiarato: “Andiamo avanti lo stesso. Continuiamo la sperimentazione”.
A fornire i test sierologici a RT è Diesse Diagnostica Senese, che è una spin-off della storica azienda Sclavo (in passato proprietà della famiglia Marcucci e oggi gestita da Massimiliano Boggetti), e che è parte integrante dell’incubatore di ricerca “Toscana Life Sciencies”, finanziato da RT.
Giorni fa l’Agenzia giornalistica Toscana Notizie ha diffuso la dichiarazione del governatore toscano: “Questa collaborazione non nasce ora, ma ha una storia importante alle spalle di cui ora possiamo cogliere i frutti”, ha sottolineato il presidente Rossi. “C’è un rapporto importante tra la Diesse Diagnostica Senese e la Regione Toscana, maturata con le nostre politiche di sostegno e sviluppo industriale, con l’utilizzo dei fondi europei e con le nostre politiche a favore delle scienze della vita. Siamo particolarmente orgogliosi di avere in Toscana un’eccellenza di questo tipo, grazie alla quale i toscani potranno contare su test di alta qualità, in grado di renderci ancora più forti in questa battaglia contro l’epidemia”.
E anche l’ad di Diesse Diagnostica Senese ha ricordato la collaborazione con la Regione e gli altri aspetti che fanno della Toscana la sede ideale per l’azienda. “In questo campo il know-how del distretto di Siena non ha eguali al mondo – ha sottolineato Boggetti – e in azienda siamo tutti orgogliosi di poter contribuire a proteggere i cittadini toscani da questa epidemia, grazie al duro lavoro di queste difficili settimane dei colleghi della ricerca e della produzione. Combattere il Coronavirus è una staffetta mondiale e oggi abbiamo compiuto un importante tratto di strada insieme con la Regione Toscana”.
Solo test scelti da RT
Quindi in Toscana è cominciato lo screening sierologico (fornito gratuitamente ai fruitori) con le tecnologie già disponibili solo per circa 20mila operatori sanitari (tra medici ospedalieri, soprattutto a Careggi, e medici di base), per proseguire poi con i kit sierologici che l’azienda senese dovrebbe mettere a disposizione almeno entro la fine di aprile.
Il 3 aprile Enrico Rossi ha dichiarato che: “lo screening sierologico sarà esteso a tutti i medici, gli infermieri, gli operatori della sanità in genere sia pubblici che privati, e pure a tutte le residenze sociali assistite, alle residenze sociali per disabili e alle strutture di accoglienza di vario genere; poi a chi opera nelle farmacie e nelle carceri e a tutti coloro che agiscono nel mondo del volontariato, alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco e anche alle badanti e a tutti coloro che in forma associata o singola svolgano funzione di assistenza alla popolazione anziana”. Ma Rossi va oltre e sostiene che RT ha voluto individuare anche “un ambito individuale in cui il test sarà effettuato, ma esclusivamente su richiesta del medico o del pediatra di famiglia, quando l’individuo presenta sintomi da Covid-19. Tuttavia bisogna precisare che questi test, di per sé, non hanno una valenza diagnostica definitiva, e quindi, per chi risultasse positivo al test, dopo dovrà fare necessariamente l’esame diagnostico molecolare, cioè il tampone”.
Di fronte invece alla possibilità di altri test sierologici messi a disposizione da eventuali laboratori o strutture private Rossi ha dichiarato che intende vietarne l’uso. E quindi quei privati che volessero offrire test sperimentali sierologici dovranno necessariamente utilizzare quelli di Diesse Diagnostica Senese, cioè seguire la procedura individuata da RT. Altrimenti Rossi sostiene che “qualora RT avvertisse o le venisse segnalato che in giro ci sono iniziative al di fuori del quadro da noi individuato, non avremmo alcuna remora ad avvertire immediatamente la Protezione Civile Nazionale e io richiederò personalmente il sequestro dei test, per impedire che la gente possa essere raggirata”.
Perché i test?
Riepilogando sappiamo ormai che lo screening è partito su medici, infermieri e operatori sanitari della sanità pubblica e privata, oltre a tutte le categorie individuate nell’ordinanza regionale del 3 aprile. In tutte le notizie fornite da RT si è comunque tenuto a precisare che i test sierologici sperimentali non sostituiscono il tampone come strumento diagnostico. E allora perché investire risorse economiche in questo tipo di analisi?
Stiamo parlando di donazioni private e soldi pubblici spesi per acquistare test sperimentali che l’ISS non ritiene affidabili e che non saranno pronti a breve.
Senz’altro Diesse Diagnostica Senese è un’azienda importante e competente, ma sarebbe anche utile domandarsi su quali basi scientifiche siano stati scelti questi test, visto che differenti aziende stanno cercando di promuovere i propri presso qualche Ente pubblico (per esempio in altre regioni italiane).
A quanto ammonta la commessa dei test? Chi ha deciso l’acquisto? È stato fatto un bando di evidenza pubblica per l’acquisto? E soprattutto perché comprare da un privato? Non esistevano in Toscana laboratori di ricerca pubblici (già sovvenzionati con le tasse) che fossero in grado di implementare un test sierologico del genere?
Siamo di fronte a test sierologici che sono stati comprati, nell’urgenza del momento, crediamo per decine di migliaia di euro e che saranno fatti in parallelo ai tamponi. Un mega esperimento per validare dei test che un’azienda riesce ad avere senza alcuno sforzo o rischio d’impresa.
Siamo in presenza certamente di un’urgenza: cioè tenere a bada il coronavirus, ma perché pagare una ricerca sperimentale su un campione così grande di persone, di un test che diventerà un kit sierologico commerciabile? È una necessità dei cittadini toscani o un modo per sovvenzionare con soldi pubblici un’azienda privata?
RT ha già deciso, contro il parere contrario di ISS, che i test della Diesse Diagnostica Senese vanno bene? Non è che il coronavirus si mette al servizio dell’azienda produttrice di test, invece che il contrario, cioè un sistema di ricerca farmacologica che si mette al servizio della sconfitta del coronavirus?
[fonti: ANSA, Toscana Notizie, Il Fatto Quotidiano, Il Messaggero, La Stampa]